CISONOSOLOIO
" CISONOSOLOIO
C’era una volta, in un paese lontano, una curiosa palla di gomma, di color turchese, chiamata Cisonosoloio. Cisonosoloio non era una palla qualsiasi, intanto per il suo colore: turchese, secondo poi, per quelle sue strisce color celestino che, solcandole la superficie da nord a sud, la rendevano così curiosamente simile a un mappamondo senza mappa. E infine, ma non in ordine d’importanza, per quella sua caratteristica davvero singolare di rimbalzare. A dirla tutta, aveva un modo di rimbalzare davvero unico. Un modo così straordinariamente unico da aver reso col tempo Cisonosoloio famosa in tutta la regione. I suoi rimbalzi, infatti, erano del tutto canonici salvo per il fatto che pareva non avessero né termine né principio, a differenza di quanto accade alle restanti palle di gomma nell’universo esplorato (ed oltre). Naturalmente, nonostante il gran viavai di professoroni provenienti da ogni parte della regione nessuno era stato fino allora in grado di spiegare per quale motivo Cisonosoloio passasse allegramente le sue giornate rimbalzando su ogni oggetto le capitasse a tiro senza mai stancarsi. Non s’era mai neanche trovato, pure tra i più vecchi del paese, chi si ricordasse da dove quella serie perpetua di rimbalzi avesse avuto origine. Quale fosse, in altri termini, il rimbalzo primogenito. Grazie (o per colpa) della palla turchese Cisonosoloio, tutto in quel paese lontano divenne ben presto l’apoteosi dell’illogico, dell’irrazionale, del paradossale, fino a che un bel giorno, d’improvviso, in quel misterioso paese lontano senza nome, cominciò a diramarsi la notizia che un’altra pallina di gomma di colore giallo con una piccola macchiolina blu, si divertiva a rimbalzare in maniera altrettanto singolare su quelle piccole stradine con l’asfalto irregolare che accarezzavano graziose case ad un piano solo, ognuna dissimile all’altra per forma e colore. Oramai del tutto avvezzi alla convivenza con il paradosso, agli abitanti del paese lontano accolsero il materializzarsi del secondo fenomeno contraddicente le secolari “deduzioni Newtoniane” con aria di sconcertante sufficienza.
Sarcasmo, assuefazione e irritazione furono gl’ingredienti del cocktail che le stanche menti dei paesani mescerono nei discorsi dal barbiere. Cominciarono a borbottare innervositi i confusi abitanti di quello sperduto paesino.
Qualcosa scosse la curiosità dei paesani. Fu l’inatteso, imprevisto, inimmaginabile strappo che si produsse d’un tratto nel drappo inalterabile del pensiero unico imperante.
I quattro vecchi sprofondati sulle panchine della piccola piazza, appena al di sotto della piccola finestra senza vetri da cui ebbe origine lo strappo al pensiero unico dominante, furono i primi a realizzare l’evento. Con le braccia appese ai loro nodosi bastoni e il collo faticosamente ritorto, assistettero increduli a bocca aperta a ciò che ora si manifestava ai loro rugosi occhi.
Due pagine intere dedicate al caso della palla Cisonosoloio, che per mesi aveva tenuto il mondo intero con il fiato appeso. L’interessante fatto aveva riunito studiosi e ricercatori di ogni genere e provenienza. Si erano consumati svariati congressi. Personaggio di spicco, appassionato alla vicenda, fu il prof. “Dell’emeritus Professor “GranRastrelli” di Pavia” che effettuava ripetuti e continui inseguimenti della “sfera saltellante” studiandone movimenti e percorsi. Inseguimenti che andarono tutti miseramente a vuoto: Cisonosoloio era una palla che non si lasciava afferrare e avvicinare. La sfera inspiegabilmente, stava cambiando l’ordine e la lunghezza dei salti: diventavano sempre più irregolari. Fu proprio davanti agli occhi del professore che la sfera fini di saltellare, in un giorno qualsiasi. E fu proprio li, davanti al suo sguardo incenerito che Cisonosoloio schiantò in una piccola deflagrazione. Il professore non poteva credere a quello che stava vedendo, no, non poteva essere vero. Dalla sfera uscì fuori un cangurino, piccolo, turchese a strisce irregolari gialle, con enormi orecchie blu... che liberatosi a fatica dalla plastica, si disperse placidamente nel bosco vicino camminando. Naturalmente, fatti, personaggi e circostanze pubblicate nel dossier furono prontamente smentiti dall’altra fazione politica: li giudicarono del tutto inventati, una vera e propria opera di disinformazione strumentale messa in piedi per disorientare l’opinione pubblica.
La confusione che si creò intorno allo strano caso delle due palle di gomma fu presto così grande che anche i testimoni dei rimbalzi di Cisonosoloio e compagna, che qualcuno, dando prova di scarsa originalità, volle chiamare Ciseisolotu, iniziarono a nutrire dubbi su quel che avevano visto con i loro stessi occhi. Il fatto stupefacente che una seconda palla fosse comparsa sul proscenio, venne relegato a evento del tutto marginale nella diatriba. La questione principale ora era sostanzialmente (stupidamente) capire a chi si sarebbe dovuto credere.
Da ultimo si ebbe anche una fioritura di leggende metropolitane e di luoghi comuni mai vista prima di allora. Non di rado nelle osterie s’udivano storie su quelle sfere saltellanti, sulla composizione della loro materia, si pensava a qualcosa di alieno o a qualcosa di magico, a qualcosa di superiore venuto da dove e perché…
Ora? Un cangurotto? Un cangurotto che per sparire nel bosco nemmeno saltava? No, non era possibile…
Era dolce rincorrere qualcosa che non c’era. Qualcosa che avrebbe tenuto con il fiato sospeso fino alla fine dei propri giorni, per poi trovare una volta al di la della vita terrena la vera, la giusta spiegazione.
Una goccia di malinconia in quella panna montata che sono le idee. Avete ragione: meglio sarebbe non provarla affatto, quell’ebbrezza. Meglio sarebbe non assecondare affatto il bello, il fine, l’elegante. Meglio sarebbe non avere mai piantato lo sguardo nel tappeto di quel cielo se poi… se poi la gravità ci trascina di nuovo impietosa per terra."
Come ho detto ad alcuni era mia intenzione non intervenire più dopo la risposta ad Enrico (e non vedo perchè doveva essere privata visto che il suo commento era pubblico).
Questo aneddoto descrive per me al meglio la situazione che si è creata. Se qualcuno vuole prenderlo come spunto di riflessione, bene... altrimenti "a casa vostra" (ma non mi sembra il parere di tutti) siete liberi naturalmente di "suonarvela e cantarvela" (se caro Alfredo riesci a comprendere solo il "volgare"). Se poi c'è addirittura un regime qua dentro tale che si può essere chiamati in causa ma non si può rispondere, liberi di bannarmi e cancelare il mio post.
Sempre disponibile a continuare questa discussione indirizzandola verso altre argomentazioni.
_____________________________________Andrea Feliziani