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8° convegno nazionale di ufologia Roma

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2009 23:57
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Città: ROMA
Età: 44
Sesso: Maschile
14/12/2009 15:02

Salve a tutti,

non mi conoscete (non sono mai stato nel ‘giro’) e non sono sicuro che il mio intervento sarà bene accolto, ma a seguito del Convegno dello scorso sabato – e dopo un paio di giorni di riflessione – ho deciso di scrivere le mie impressioni, nella speranza che a qualcuno possano essere utili.

Mi presento in una riga, anche perché c’è ben poco di eclatante da dire: mi occupo di storia antica, e con tutte le specifiche del caso (di certo sono solo agli inizi di una carriera che peraltro non sono purtroppo sicuro di riuscire a perseguire, e pur dedicandomi alla cosa con passione e volendo fare lo storico ‘da grande’ non sono certo il nuovo Bloch) penso di potermi definire uno studioso ‘serio’. Mi piacerebbe anche dire, però – come diceva Martin Mystère nei fumetti che leggevo da ragazzino – che sono uno studioso ‘aperto’, che non esclude a priori nessuna ipotesi e non ha preconcetti.

No, non credo nell’intervento extraterrestre nell’evoluzione della civiltà umana (provai a leggere un libro di Sitchin, ma dopo una ventina di pagine in cui pressoché ogni parola, addirittura gli spazi bianchi, era errata e in malafede, ho lasciato stare), e francamente non ho mai letto, visto o sentito nulla che mi convincesse non tanto dell’esistenza di vita nello spazio (cosa che non mi sento di escludere), quanto del fatto che altre civiltà – i ‘dischi volanti’ – venissero a visitarci.
Tuttavia, grazie alla segnalazione di un mio amico, ho saputo del convegno di sabato scorso e sono venuto a sentirlo, proprio nella speranza di ascoltare un approccio scientifico alla questione che magari cambiasse le mie idee in proposito.

Non sono rimasto oltre la mattinata, ma quello che ho sentito dall’inizio del convegno all’ora di pranzo mi ha davvero sconfortato. Sono rimasto deluso al punto che anche l’ironia mi è servita a ben poco.
Signori, guardiamo in faccia la realtà: stando almeno agli interventi che ho sentito, non solo non è stato presentato uno straccio di prova (cosa che forse non era neanche negli intenti dei relatori), ma neanche un minimo abbozzo di approccio scientifico alla cosa, neanche un argomento valido, né un ragionamento logico. Nella selva di slide Power Point (a proposito: il PP nei convegni non è obbligatorio, soprattutto se non lo si sa usare. Schermate piene di testo, scritto fitto e con carattere piccolo NON SERVONO A NULLA, ancor meno se mandate avanti alla velocità della luce), che contenevano o dati spesso risibili senza alcuna vera conclusione – mi riferisco all’incredibile intervento sugli avvistamenti pugliesi, che includeva di tutto, dalle lanterne cinesi ai palloni sparati in occasione di una fiera (?) agli avvistamenti di ‘entità sorridenti’ (parte ET, parte Padre Pio?) -, alla fine si è parlato molto senza concludere un bel niente.

L’intervento del Presidente è stato disastroso. A essere buoni e a volersi fidare - confesso la mia scarsissima esperienza in materia –, il suo discorso è stato male impostato e niente di quello che doveva essere detto è stato detto. Insomma, come accennavo prima, nessuna prova, nessun metodo, soltanto allusioni per non dire illazioni, e confusione (spero non voluta) tra ‘oggetto volante non identificato’ in senso lato e nel senso ‘alieno’ del termine, uso liberissimo e a dir poco discutibile di materie non proprio semplicissime come l’astrofisica… Si fa un gran parlare di ‘studio’, che si contrappone alle teorie fai-da-te su internet, ma in cosa consiste lo studio in questo caso? Nell’osservazione più o meno occasionale di foto sfocate? Nella citazione di fonti dubbie e spesso non verificate? Nell’autosuggestione di gruppo?
Un'altra cosa: l’interesse delle istituzioni per il fenomeno purtroppo non dimostra niente se non l’interesse stesso; e se ad Harvard uno psichiatra di chiara fama organizza una conferenza sull’argomento, bè, questo è MOLTO significativo, ma non nel senso che si vuole far credere.

Ragazzi, lo studio è una cosa molto seria e faticosa, studio la materia di cui mi occupo da oltre dieci anni (inclusi gli anni di università e di dottorato), e tutt’ora non me la sento di definirmi un esperto. Il governo inglese apre i suoi archivi: benissimo, ci sono storici che si sono occupati di criticare le fonti in esame? Le fotografie sono state analizzate? Cosa dicono i fisici? Ci sono fisici tra voi (tra di noi) che possano dare il loro parere qualificato? Ci sono matematici, astronomi, psicanalisti? C’è anche un solo scienziato? Sì, uno scienziato la cui autorevolezza sia garantita dalle istituzioni accademiche, odiose quanto volete ma ancora – almeno in molti casi – prova della preparazione e della serietà degli studiosi.

Mi accorgo mentre scrivo che ormai il mio intervento sta assumendo proporzioni mastodontiche, per cui concludo, nella speranza di potermi confrontare con voi, e naturalmente dicendomi disposto a qualsiasi chiarimento o approfondimento. Del resto scrivo di impulso, e probabilmente molto ho tralasciato e molto ho detto in maniera confusa.

Forse il senso di quanto scrivo vuole essere questo: provo forte delusione per un mondo che vorrebbe porsi con serietà ma non sa farlo, e per questo rischia di trovarsi sempre più confinato nell’ambito delle curiosità ‘da web’. Ricordate che il vero studio senza preconcetti vuol dire anche affrontare seriamente la cosa senza paura di quello che si troverà, in un senso o nell’altro.


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