considerazioni
Vorrei riprendere un attimo questa discussione per commentare l'"esperimento paranormale" in questione e la tecnica d'indagine del CICAP.
Ho visto solo uno di questi esperimenti nelle puntate di settembre, non so se è quello di cui si parla nella discussione o meno, ma come concetto sono tutti uguali. Nell'esperimento in questione si prendeva una signora che sosteneva di poter percepire a distanza la presenza di persone collocate in una stanza chiusa. L'esperimento consisteva in 10 prove durante le quali le veniva chiesto di determinare se le persone in questione, fatte entrare una alla volta nella stanza, fossero uomo o donna. Se non erro la signora rispose in modo corretto 7 volte su 10, valore già al di sopra del caso (5/10), ma secondo gli imparziali giudici del Comitato insufficiente a decretare il possesso di poteri paranormali, infatti per non avere dubbi sarebbe stato necessario un livello di almeno 9/10 risposte esatte.
E grazie al cavolo, dico io. Secondo voi 10 prove sono un numero statisticamente significativo per trarre delle conclusioni? Ovvio che 7 risposte giuste su 10 sono un valore troppo basso per dire con certezza che siamo in presenza di poteri paranormali, ma questo soprattutto perché su un numero così limitato di prove le possibilità di oscillazioni rispetto alla media di 5 risposte su 10 è troppo alta, dunque è necessario porre vincoli più restrittivi. Ma qui secondo me sta l'errore del CICAP e delle altre associazioni scettiche: pensare che una persona con "poteri paranormali" sia una sorta di "superman" che a comando legge nel pensiero o vede attraverso i muri senza possibilità di errore. Invece mi sembra molto più probabile, se esistono, che tali facoltà si manifestino in modo un po' "random", al di là della possibilità della persona di controllarle a piacimento, un po' come un "senso assopito" presente in molte persone in modo più o meno sviluppato che funziona bene solo in determinate condizioni soggette a innumerevoli variabili ambientali o psicologiche.
Leggendo il libro "La mente estesa" di Rupert Sheldrake, ho visto dei grafici ricavati da alcuni suoi esperimenti sulla capacità di capire quando si è osservati e mi sono inizialmente stupito nel vedere valori di risposte esatte superiori di pochi punti percentuali al 50% e nel leggere il tono estremamente compiaciuto dell'autore che sostiene di aver dimostrato l'esistenza di tale facoltà oltre ogni ragionevole dubbio. Poi però ho capito l'inghippo: i test eseguiti sono stati migliaia e migliaia, dunque la media di risposte esatte così ottenute è estremamente più significativa di quella ottenuta con pochi test, tanto che ad un'analisi statistica dei dati risulta una probabilità di uno su diversi milioni (se non miliardi, ora non ricordo) che i risultati ottenuti siano dovuti al caso. E' probabile che la sensazione di essere osservati sia tanto fievole da essere spesso sovrastata dagli altri cinque sensi, i quali tendono a distrarre il soggetto (senza contare che test troppo lunghi o in condizioni non idonee possono stressare il soggetto falsando i risultati), ma nondimeno esiste e quei punti percentuali sopra il caso lo dimostrano.
Dopo aver letto il libro mi sono immediatamente messo a fissare tutti gli animali che vedevo per fare delle prove, e ho riscontrato che i più sensibili sembrano esere i gatti. Quasi ogni volta che fisso un gatto da dietro dopo un secondo rizza le orecchie e si guarda intorno allarmato, quando non mi guarda direttamente negli occhi. Una volta ero in macchina ad un semaforo ed ho guardato un gatto accoccolato sul marciapiede che dormiva placidamente, senza che nessuno a piedi stesse arrivando da nessuno dei due lati. Non appena mi sono messo a fissarlo intensasmente questo si è immediatamente svegliato, ha tirato su la testa, si è guardato intorno irrequieto senza capire da dove venisse il senso di allarme (probabilmente essendo dietro il vetro della macchina non mi vedeva) e dopo un attimo si è tirato su ed è scattato in fretta e furia a rintanarsi in un buco in una grata lì di fianco, come se fosse inseguito. Solo che non c'era nessuno!
Quando però un gatto è intento in altre attività, come cercare cibo o leccarsi, è più difficile che si volti, magari gira un attimo la testa e poi torna alle sue occupazioni. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che è troppo assorbito dalla sua attività per prestare attenzione al senso di essere osservato, un po' come farebbe se sentisse un suono o vedesse un movimento che non giudica rilevante. Tuttavia se un membro del CICAP prendesse un gatto, lo mettesse dietro un vetro e facesse un esperimento in cui 10 volte lo fissa oppure no, trovando ad esempio 6 risposte esatte su 10, direbbe che il gatto non è in grado di percepire se qualcuno l'osserva e stop, mentre invece ci sarebbero una quantità di fattori ambientali di cui non sta tenendo conto, senza contare che le prove sono davvero troppo poche per tirare conclusioni d sorta.
In conclusione credo che il modo migliore per affrontare il problema sarebbe prima di tutto deterinare SE esistono in assoluto facoltà paranormali, anche se non si tratta di fenomeni ripetibili a piacimento, POI fare considerazioni su quanto di frequente si manifestano e il perché e il percome. Chiaramente gli esperimenti fatti in dieci minuti a Voyager sono solo un modo per tentare di alzare gli ascolti e non hanno molte possibilità di scoprire davvero "talenti" paranormali, tanto più che il tutto rientra nel famoso discorso del "premio Randi" che credo nessuno degli organizzatori sia tanto ansioso di elargire...