Contattismo

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neocomprensioni
00martedì 23 novembre 2010 20:18
Re:
giambo64, 23/11/2010 12.19:

Guarda, Neocomprensioni, che io non voglio ridicolizzare niente.
Tu mi hai detto di informarmi sul caso Amicizia, e io ti riporto cose che testualmente ho trovato sul caso, cose presenti anche nei filmati che mi hai consigliato di vedere.
Lasciando perdere le vicende giudiziare di Sammaciccia, mi concentro sulle parti tecniche, che sono abbastanza interessanti.
Nei filmati e foto i tecnici che li hanno analizzati hanno detto che si tratta di veicoli dal diametro da 4 a 5 metri (parole testuali).
Mettiamo pure la misura maggiore, 5 metri, è evidente che la parte centrale del disco, quella alta, non può essere più larga di 1,5m e alta poco più di 2m. La parte esterna non è più alta di un metro al massimo, quindi l'ipotetico equipaggio può stare solo al centro, considerato lo spessore delle pareti e le apparecchiature lo spazio rimanente è veramente ridicolo, anche per nanetti da un metro di altezza.
Poi la cosa più emblematica è il fatto che gli alieni davano l'appuntamento per farsi filmare, possibile che in condizioni così favorevoli qualcuno non sia riuscito a fare qualche filmato un po' più decente? Se si volevano far filmare, potevano farsi vedere anche mentre scendevano dalle astronavi, oppure se non volevano farsi vedere potevano starsene zitti e far tutto di nascosto.
Ma perchè usare dischi volanti a bassa quota se erano in grado di teletrasportarsi?
E ancora, possibile che nessuno si sia stupito sulla spiaggia di Pescara a veder passeggiare una persona alta tre metri, anche se vestita normalmente?
Non sono io che ridicolizzo il caso, è il caso che si ridicolizza da solo.



Più che rilievi tecnici, i tuoi sono ancora una volta commenti pretestuosi, ma proviamo ad analizzarli.

Non mi sembra di aver letto da nessuna parte che i dischi filmati fossero pilotati dagli “Amici”, nel caso mi fosse sfuggito questo particolare ti basti sapere che Sajù (uno degli amici che Breccia cita molto spesso) viene indicato come di statura inferiore al metro.

Per quanto attiene i filmati, le riprese amatoriali mi sembrano più che ottime considerando il periodo nel quale sono state realizzate.

Non vedo la connessione tra i dischi ed il teletrasporto, è chiaro che i primi sono veicoli da ricognizione, dei quali gli amici hanno deliberatamente autorizzato le riprese, forse proprio per convincere gli scettici come te.

Perché nessuno ha visto un gigante di tre metri passeggiare sulla spiaggia?
Ti risponderò con le parole di Sinas alla domanda “Che succede se passa qualcuno e vede quello che stiamo facendo?” “Non vi preoccupate faremo in modo che nessuno venga”.

Il caso si ridicolizza da solo? Non è invece plausibile che forse non essendo in grado di capire appieno un fenomeno complicato come il contattismo, ci trinceriamo dietro un “Non è possibile!”???

Al Simposio mondiale di San Marino organizzato dal Centro ufologico nazionale, ho avuto l’onore di guardare negli occhi i testimoni di Amicizia e ti assicuro che Stefano Breccia, Paolo di Girolamo e Gaspare De Lama mi hanno commosso con il racconto di quei giorni.

www.youtube.com/watch?v=SdhnvQGxrC0

www.youtube.com/watch?v=4qmtjxxbRTA

www.youtube.com/watch?v=--9IGKkHCh4
Hybrid1973
00mercoledì 24 novembre 2010 11:01
Tratto dal sito CE.I.F.AN
tratto a sua volta da scritti di Romano Di Bernardo

"Secondo l’amico Roberto Pinotti io sarei un “….serio professionista che ha avuto il grande merito di aver affrontato in positivo l’Ondata del 1978 in Adriatico” .

Non posso che ringraziare il Presidente del CUN per questo pubblico riconoscimento ma ci tengo a chiarire, se il sostantivo professionista si riferisse alla mia attività giornalistica, che NON SONO UN GIORNALISTA PROFESSIONISTA anche se in gioventù ho avuto l’occasione di lavorare per circa 4 anni nella redazione pescarese di un quotidiano romano (senza contratto), ho riempito tante pagine di riviste e ho pubblicato diversi libri.

Fatta questa doverosa precisazione che, suppongo, poco, interessi alla maggior parte di quel ristretto gruppo di amici che frequentano questo Portale amatoriale, gestito, per altro senza fini di lucro totalmente a mie spese, voglio anche sottolineare che la mia passata attività nel CUN resta una piacevole parentesi della mia vita in compagnia di amici.

Passiamo ora alla motivazione alla base di questi miei scritti. Già ho avuto modo nelle puntate precedenti di spiegare che mi sta troppo a cuore la materia ufologia seria per accettare il contenuto del libro CONTATTISMI DI MASSA per la parte che si riferisce ai W56 e ai CRT.

Ma ciò giustificherebbe fino ad un certo punto questi miei interventi se l’Autore, nel trattare la parte che più mi ha colpito, come pescarese e come “manovale della ufologia”, mi riferisco ovviamente al capitolo riguardante l’AMICIZIA, avesse narrato i fatti accaduti realmente e avesse descritto i personaggi storici, i protagonisti, coinvolti in questa vicenda, supportato da un minimo di documentazione.

In altri termini, nel racconto “AMICIZIA”, per affermare una presunzione di assoluta credibilità del Sammaciccia, si descrive lo stesso come persona irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto, autore di libri sacri, devoto di S. Francesco, benefattore ripagato con l’ingratitudine di “miseri individui” che lo hanno denunciato.Breccia, per rendere maggiormente credibile il protagonista afferma che fu assolto “con formula piena” e poi ci informa sulle pubblicazioni religiose del fiduciario in Italia della dei W56 e sulle sue relazioni con alti prelati e generali.

Non si è però informato sulle “misere” vicende giudiziarie dalle quali Sammaciccia non uscì affatto “assolto con formula piena” ed evitò il peggio soltanto perché i reati, in appello, furono prescritti nella forma che spiegherò più avanti.

Penso che Stefano Breccia, come scrissi nella puntata precedente, sia in buona fede; cioè ha creduto alla storia del suo amico Sammaciccia e l’ha pubblicata. Ha peccato comunque di leggerezza. Si è preoccupato soprattutto di descriverlo come persona credibile liquidando in poche righe il fatto che fu denunciato da persone, definite dall’Autore “miseri individui”, insieme alla moglie e a Giancarlo De Carlo. Vediamo cosa viene fuori dalla lettura della documentazione giudiziaria:
“…Sentenza nei confronti di Sammaciccia Bruno, …M. R., De Carlo Giancarlo…liberi - contumaci imputati del reato di cui agli articoli 110, 640 e 61 n. 5 e 7 c.p. perché -in concorso tra loro il Sammaciccia e la moglie M.R. prospettando capacità taumaturgiche e sovrannaturali, il De Carlo ponendosi come intermediario, – continua il documento - con artifici e raggiri consistiti nel paventare a C. G. e B. M., pericoli di vita e per mali incurabili, profittando dello stato di depressione psicofisica dei C., inducevano in errore quest’ultimo (al quale inoltre prospettavano investimenti remunerativi di denaro) sicché lo stesso C. consegnava al Sammaciccia la complessiva somma di L. 624.000.000 a mezzo assegni bancari tratti sul c/c n. (omissis) del (omissis) intestati anche a persone diverse. Con effetto di ingiusto ingente profitto per gli imputati e conseguente danno per il C. di rilevante gravità. In Pescara e Montesilvano tra l’ottobre 1991 ed il marzo 1992”.

Questa dunque è l’imputazione che portò, nel 1997 alla condanna, in primo grado, dei tre imputati che, sempre secondo il libro pubblicato da Stefano Breccia, sarebbero stati poi assolti con formula piena, suppongo volesse dire in appello. Ma andiamo con ordine.

Dalla sentenza della Pretura Circondariale di Pescara : (art. 544 e segg., 549 c.p.p.) “…
IL Pretore, visti gli artt.533 e 535 c.p.p. dichiara Sammaciccia Bruno, M.R. e De Carlo Giancarlo colpevoli del reato loro ascritto in concorso di attenuanti generiche, su queste ritenute prevalenti le contestate aggravanti e condanna ciascuno alla pena di anni due e mesi sei di reclusione e L. 1.500.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali.Visti gli artt. 538 e segg. C.p.p. condanna i medesimi Sammaciccia Bruno, M.R. e De carlo Giancarlo al risarcimento in solido delle costituite parti civili C. G. e B. M., alle quali assegna intanto una provvisionale provvisoriamente esecutiva di L. 624.000.000, nonché a rifondere a queste le spese del giudizio, che liquida, quanto al C., in complessive L. 2.551.000, di cui L. 2.525.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP e, quanto alla B. in complessive L. 1.842.000, di cui L. 1.790.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP.Pescara, 5-12-1997”.

Gli imputati ricorrono in appello e in data 11 ottobre 2002:

“…La Corte d’Appello in parziale riforma dichiara, ritenuta l’equivalenza tra attenuanti ed aggravanti, n. l. p. per prescrizione….SENTENZA IRREVOCABILE 28/12/2002”.

Ora non mi pare proprio che la parte civile del processo (rappresentata dall’Avv. Leonardo Lotteria) fosse costituita da “miseri individui” come si afferma su CONTATTISMI DI MASSA. A me suona come una affermazione non documentata che getta un’ombra di legittimo dubbio sul contenuto dell’intera pubblicazione che pure offre aspetti interessanti e intricanti.

Dai documenti che Breccia sicuramente non ha avuto modo di conoscere risulta che Sammaciccia, nell’evento della denuncia di cui si parla a pagina 180 non si comportò con “…la nobiltà spirituale esibita in ogni momento dai suoi interlocutori…”. E gli eventi giudiziari di cui parla l’emerito Docente si ricollegano direttamente alla leggenda degli extraterrestri che avrebbero invaso l’Abruzzo e il mondo e che avevano scelto come loro rappresentante il “guaritore “ di Montesilvano.

Non si tratta di una disavventura giudiziaria qualsiasi di cui né io, e, suppongo, né i lettori del Volume avrebbero tenuto conto, ma di un episodio che l’Autore ha pubblicato addirittura invertendo i ruoli degli attori e facendo apparire Sammaciccia come vittima.

Breccia ha riportato alla ribalta con il suo libro una notizia falsa sull’esito di un processo che a suo tempo fu molto seguito dalla stampa abruzzese. Roberto Pinotti , abituato com’è a documentare tutto ciò che pubblica, era a conoscenza dell’esito del processo ? Io lo escludo e ci metto pure la mano sul fuoco. E allora? Allora io mi chiedo perché Stefano Breccia, abruzzese, conoscente di Sammaciccia, non si è documentato prima di presentare lo scrittore di libri sacri, pranoterapeuta , ecc. come una persona al di sopra di ogni sospetto ?

Perché ha riportato solo giudizi osannanti come quello scritto dal P. Passionista Enrico Sammarco che lo descrive come:

“ ….l’aquila che tocca altezze vertiginose, il Maestro sicuro di sé, per cui a volte, pur nella serenità di intesa, richiede una certa tensione per stargli dietro. Quando il Marhaba scrive nel suo prezioso volume per esprimere il pensiero, del resto assolutamente cristallino, del nostro comune amico e Maestro, coincide con il mio pensiero in pieno.”

I “miseri individui” che ricorsero alla magistratura erano due anziani coniugi, una coppia mite di persone oneste che fu indotta, con abili artifizi, a dilapidare un patrimonio da persone che la stessa sentenza descrive in maniera non certo in linea con il profilo tracciato da Breccia.

E’ vero che la morte cancella tutto. Ma se Breccia non avesse ecceduto nel ribaltare la pizza suppongo che a nessuno sarebbe venuto in mente di rivangare il passato. Io sarei stato il primo a stendere un velo di pietoso silenzio sulla memoria del rappresentate degli alieni.

Detto questo, però, credo sia doveroso anche rispettare la memoria di due anziane persone che si rivolsero alla magistratura dopo aver messo nelle mani degli imputati 624 milioni delle vecchie lire, un vero e proprio patrimonio, convinti di essere affetti da una grave patologia che poteva essere curata efficacemente solo da un medico extraterrestre amico di Bruno Sammaciccia."

Nota di Hybrid
non è raro che i contattisti, portatori di messaggi di amore, di uguaglianza e di giustizia, si trovino a truffare ignare e ingenue persone per scopi personali.
Vedo comunque che alcune delle menti brillanti di questo forum continuano a ritenere l'argomento degno di attenzione.
Io non so se il contattismo sia un fenomeno reale ma ne dubito fortemente.
Forse gli alieni buoni hanno davvero contattato quelle persone ma in qualità di portatori di messaggi di amore, uguaglianza e giustizia, hanno abbandonato i loro contattati delusi dalle loro azioni che ben poco hanno a che fare col messaggio di cui avrebbero dovuto essere tramiti.
RETE-UFO
00mercoledì 24 novembre 2010 13:05
Re:
Hybrid1973, 24/11/2010 11.01:



Nota di Hybrid
non è raro che i contattisti, portatori di messaggi di amore, di uguaglianza e di giustizia, si trovino a truffare ignare e ingenue persone per scopi personali.
Vedo comunque che alcune delle menti brillanti di questo forum continuano a ritenere l'argomento degno di attenzione.
Io non so se il contattismo sia un fenomeno reale ma ne dubito fortemente.
Forse gli alieni buoni hanno davvero contattato quelle persone ma in qualità di portatori di messaggi di amore, uguaglianza e giustizia, hanno abbandonato i loro contattati delusi dalle loro azioni che ben poco hanno a che fare col messaggio di cui avrebbero dovuto essere tramiti.




Da sempre il contattismo è una materia controversa....gli episodi (anche di cronaca giudiziaria) da te citati ne sono un esempio.

Il Consiglio Direttivo del C.U.N. ha deciso di costituire una Commissione di studio sul contattismo (presieduta da Roberto PINOTTI)
proprio per fare chiarezza sulla questione.

Ovviamente non ci si illude di poter far chiarezza su casi del passato, dove le testimonianze sono sempre più rarefatte...il caso "Amicizia" è stato proposto al Simposio di San Marino 2010 proprio per cercare di "cristallizzare" alcune testimonianze fintanto che è ancora possibile apprenderle dalla viva voce dei protagonisti.

Mi pare un modo abbastanza obiettivo di procedere.Ciascuno poi è libero di pensarla come meglio crede....

[SM=g8171]

giambo64
00mercoledì 24 novembre 2010 16:34
Tralascio pietosamente il caso giudiziario e insisto sulle dimensioni dei dischi.
Neoconmprensioni, se non erano pilotati dagli alieni, allora a che cosa servivano?

Visto che la loro forma richiama quelli di Adamski, ecco come veniva rappresentata la loro sezione:



pur essendo un parto della fantasia, almeno aveva il pregio di avere dimensioni credibili, la parte centrale era sufficentemente grande per ospitare un equipaggio.

Ecco invece la foto di un disco fotografato dai testimoni di amicizia, dimensioni massime 5 metri:



come si vede, lo spazio centrale è veramente ridotto, a malapena un terzo del diametro.
O questi alieni facevano volare modellini, oppure gli piaceva stare molto scomodi.
S.Breccia
00mercoledì 24 novembre 2010 18:03
Evvita Internet! Qualche anno fa una mia studentessa mi aveva fatto notare che sulla Rete la mia attività preminente sembrava essere quella di traduttore dal russo (!), un mesetto addietro ho scoperto il mio poco onorevole nome associato ad un sito porno (mi è bastato fare una ricerca sul titolo del mio ultimo libro), ieri, su segnalazione di un amico, ho scoperto di essere soprattutto un ingenuo (però almeno – o forse no – in buona fede).
Su una sola cosa il Di Bernardo ha indiscutibilmente ragione: talvolta non solo sufficientemente attento nella scelta degli amici. A proposito dell’argomento da lui agitato (un presunto processo subito da Bruno Sammaciccia), subito dopo l’uscita del libro un amico mi ha segnalato alcuni articoli (tutti firmati da una stessa giornalista, tale Silvana Ferrante) nei quali si parlava della condanna per truffa di Bruno et alii; una mia lettera con richiesta di maggiori informazioni, inviata all’esimia autrice degli articoli, non ha ricevuto l’onore di una risposta; ho allora chiesto ad un avvocato di fare ricerche al Tribunale ed alla Procura di Pescara, ma costui, benché coadiuvato dal locale Cancelliere, non ha trovato nulla. Ora invece, sullo stesso problema, un’altra persona ha ritenuto più importante lo scoop che non l’elementare delicatezza di parlarmene prima. Si tratta della medesima persona che tempo fa, a proposito di un noto giornalista, ha parlato del reato di turbamento della quiete pubblica (!) per avere costui pubblicato delle foto di dischi volanti, foto peraltro dichiarate false in quanto uno degli oggetti ripresi somigliava vagamente ad un modellino (di che cosa?) in vendita in un supermercato …
Pochi giorni dopo che, buon ultimo, un gentile signore (questa volta veramente tale!) mi aveva inviato una simpaticissima lettera in cui mi raccontava, per sommi capi, dei suoi trascorsi con Sammaciccia (con il permesso dell’autore la lettera è presentata altrove in questo stesso numero del Notiziario) scopro che c’è chi non si perita di mettere in piazza gli affari privati di tre persone, alla faccia della privacy, affari che, quand’anche fossero veri, dovrebbero comunque essere solo their own business. E, ovviamente, almeno due delle quali non sono più in grado di replicare.
Iniziamo citando il pacato esordio dell’articolo:
“…Cosa (in lingua italiana si dice “Che cosa” – N.d.A.) li ha mossi a divulgare ora una storia del genere (già discutibile di suo), poggiandola su menzogne e vere e proprie calunnie, quando magari alla base della storia dei W56 qualcosa di veritiero potrebbe pur esserci?”.
Poco più oltre si afferma che l’emerito Docente (immagino si parli di me, anche se, avendo rifiutato quest’anno il rinnovo del contratto, sono ormai un pensionato in Servizio Permanente Effettivo) ha peccato comunque di leggerezza. Non mi intendo di legge, ma ritengo che fra menzogne, calunnie e leggerezza ci dovrebbe essere una qualche differenza. Così come ho il vago sospetto che il dare del menzognero e del calunniatore ad un “emerito Docente” (sia pure per la voce di un terzo non meglio identificato) sia vagamente ai limiti del Codice.
Mentre però accusa Pinotti ed il sottoscritto di non esserci documentati, è proprio l’autore del libello che cade in diverse improprietà e leggerezze. La più lieve e tutto sommato divertente si ha allorché mi definisce abruzzese; ovviamente non ho nulla contro i figli d’Abruzzo, ma nella mia biografia riportata in calce al libro (che il nostro evidentemente non ha letto con l’attenzione di cui si picca) c’è scritto qualche cosa di diverso. In un precedente articolo il mio nome era stato storpiato (pure è riportato sulla copertina presente in tutti i testi scritti in merito dal signore!), pazienza!
Poi l’accusa veramente grave, grave perché in questo caso ci si esibisce in una vera e propria calunnia: io avrei artatamente travisato la realtà, ribaltando le sorti di un processo onde ribadire il profilo di Bruno quale persola irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto, autore di libri sacri, devoto di S. Francesco. Beata ingenuità! (per non dire altro …); se avesse avuto la prudenza di documentarsi presso di me, il Di Bernardo avrebbe potuto scoprire che io e lui parliamo di cose diverse, e si sarebbe risparmiato il rischio di una possibile denuncia.
Come ho detto all’inizio, infatti, ho saputo dell’eventuale processo e condanna di Bruno (ancora non ne sono del tutto convinto, Di Bernardo consentirà) solo a valle della consegna del testo del mio ultimo libro all’editore, Roberto ed altri possono confermarlo, Il processo di cui ho scritto (circa il quale ribadisco e sottolineo l’epiteto di “miseri” rivolto ai querelanti, che però ho avuto la delicatezza di non citare per nome) è un altro, di cui Bruno mi aveva fatto vedere le carte, carte che dicevano che ne era uscito totalmente prosciolto, Se al nostro interessa, c’è stato ancora un ulteriore processo (con Bruno assolto anche in questo caso) su cui non mi dilungo perché, così come di mestiere non faccio il traduttore dal russo, non sono nemmeno il direttore di una rivista di gossip.
Poi, nella sua cieca e superficiale foga accusatoria, il Di Bernardo non deve nemmeno aver letto le sentenze che riporta nel suo libello: se fossero autentiche (cosa su cui non mi sentirei di giurare), da esse risulterebbe che Bruno è stato, sì, condannato in primo grado, ma assolto in secondo, con l’ulteriore decisione che un eventuale ricorso in Cassazione non può aver luogo! Devo essere grato di questa scoperta all’amico Roberto in quanto, nella mia innata repulsione per tutto ciò che è giuridico, le avevo ignorate.
E questo dovrebbe tagliare la testa al toro, e consigliare per il futuro maggior prudenza; pare difatti che gli articoli, così seri e circostanziati, siano destinati ad avere un seguito, ma i lettori mi scuseranno se smetterò di interessarmene.
La figura di Bruno Sammaciccia è da sempre assai controversa, c’è chi lo ha descritto come un santo e chi come un imbroglione (probabilmente non è stato né l’uno, né l’altro), c’è stato chi lo ha conosciuto, chi ha fatto i salti mortali pur di poterlo incontrare, e chi si è vantato, falsamente, di averlo intravisto. Bruno, peraltro, spesso teneva conferenze aperte al pubblico, su temi religiosi, quindi non sarebbe poi stato così difficile riuscire ad avvicinarlo. I miei rapporti con lui sono sempre stati assai sporadici, salvo che nei suoi ultimi anni di vita, e la mia opinione sulla persona è decisamente positiva. E comunque, pur essendo uno dei personaggi più importanti del libro, non ne costituisce il soggetto.
A commento di quanto sopra, una storia (suffragata da almeno tre testimoni). Quando si era deciso di dare alle stampe questo libro, per correttezza nei confronti dei maggiorenti abruzzesi del CUN, li avevo invitati a casa mia (fra essi lo stesso Di Bernardo; Fabio Di Rado, per motivi contingenti, non aveva potuto partecipare), ed avevo esposto a grandi linee ciò che sarebbe apparso in libreria circa i passati accadimenti nella loro regione. In quell’occasione sono rimasto francamente stupito della reazione del Di Bernardo. Dinanzi a storie così strampalate, mi sarei aspettato un atteggiamento quanto meno perplesso da parte dei miei ospiti (tre, per lo meno, lo sono stati). Il nostro, invece, prese la parola, ricordando che aveva conosciuto Sammaciccia, che ne aveva un’ottima stima, e che non aveva serie difficoltà ad accettare i miei succinti racconti!
Mi duole che una persona che ho accolto in casa come un amico si sia permesso di pubblicare sulla Rete tante gratuite fesserie, senza nemmeno sentire il dovere morale di consultarmi prima, ma il mondo è fatto anche di gente del genere. Ci deve essere un qualche livore di sottofondo, che però non riesco ad identificare. In altri tempi cose di questo tipo si sarebbero risolte con una sfida a duello; temo però che né Di Bernardo, né il sottoscritto, saremmo all’altezza della situazione! Transeat.
Roberto, dall’alto della sua responsabilità nei confronti del CUN, deciderà se reagire a salvaguardia del buon nome della più prestigiosa istituzione UFOlogica nazionale, ammesso che ne valga la pena. Io preferisco piuttosto, visto che ne ho l’agio, lasciare il giudizio ai lettori del Notiziario UFO e a quelli del mio libro.
Notiziario UFO – giugno-luglio 2007
RETE-UFO
00mercoledì 24 novembre 2010 21:04
Re:
S.Breccia, 24/11/2010 18.03:



A proposito dell’argomento da lui agitato (un presunto processo subito da Bruno Sammaciccia), subito dopo l’uscita del libro un amico mi ha segnalato alcuni articoli (tutti firmati da una stessa giornalista, tale Silvana Ferrante) nei quali si parlava della condanna per truffa di Bruno et alii; una mia lettera con richiesta di maggiori informazioni, inviata all’esimia autrice degli articoli, non ha ricevuto l’onore di una risposta; ho allora chiesto ad un avvocato di fare ricerche al Tribunale ed alla Procura di Pescara, ma costui, benché coadiuvato dal locale Cancelliere, non ha trovato nulla.




Grazie a Stefano BRECCIA per il suo contributo alla discussione.E' sempre bene sentire tutte le campane prima di formulare giudizi definitivi.

Se può essere di utilità a qualcuno,qui c'è il link al numero 149 del 10 dicembre 1997 di UFOTEL,il (cessato) bollettino telefonico del C.I.S.U.:

www.arpnet.it/ufo/ufote149.htm


in esso si parla della condanna in Tribunale del "clan dei pescaresi"...

[SM=g27991]
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