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Gela, riemerge dal mare nave greca del 500 a.C.

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2008 16:42
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Città: ALESSANDRIA
Età: 50
Sesso: Maschile
03/08/2008 16:42

La prima sirena dà il segnale ai sub: "Via dalla nave". La seconda fa partire il conto alla rovescia: inizia il recupero dell'imbarcazione. La tensione si sente, la curiosità è tangibile. Gli archeologi girano intorno con i gommoni, le motovedette della Capitaneria di Porto si tengono a debita distanza. Dal mare riemergono la ruota di poppa e la chiglia della nave greca affondata a Bosco Littorio nel 500 a.C. Il guscio naturale d'argilla dei fondali del mare di Gela l'ha "custodita" per 2.500 anni.

"Lì sotto non c'è più niente" dice visibilmente emozionata l'archeologa Alessandra Benino che da 20 anni lavora sul relitto avvistato quattro lustri fa da due sub, a 800 metri dalla costa.
Un moto pontone polivalente, fornito d'impianto iperbarico, 45 metri di lunghezza e 15 di larghezza, sul quale è stata sistemata una gru da 200 tonnellate, ospita il relitto incastrato nella cesta metallica utilizzata per riportarlo in superficie.

Il gioiello archeologico diventa così vanto della Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta (e lo dice a chiare lettere il soprintendente Rosalba Panvini) che ha voluto che si puntassero i riflettori (e ce n'erano tanti) sulla spettacolare operazione archeologica, unica nel suo genere perché unica nel suo genere è la nave ritrovata. Ne parlava Omero nel secondo libro dell'Iliade: l'imbarcazione è "cucita" in tutte le sue parti. Fu inghiottita dai flutti e dai fondali argillosi, sparì velocemente non lasciando traccia per 2.500 anni quando il progresso ha permesso di riportarla sulla terra ferma. Quella nave carica di mercanzie (a bordo c'era una considerevole quantità di reperti archeologici, tra cui vasellame attico a vernice nera e due rarissimi askoi a figure rosse) fu, con molta probabilità, colta da una violenta tempesta mentre tentava di avvicinarsi al porto di Gela. Lo schianto delle onde fece reclinare la barca su un lato e la zavorra produsse un grosso squarcio nella fiancata.

L'argilla del mare di Gela l'ha custodita per i posteri che curiosi la guardano oggi con occhi sognanti. Sarà compito degli archeologici e restauratori del laboratorio inglese "Mary Rose Archeological Services" di Portsmouth, nella regione dell'Ampshire, dove si trovano già gli altri pezzi lignei recuperati nel 2003, lavorare per il suo restauro. E poi? Il progetto c'è e pare pure le buone intenzioni. La nave già restaurata dovrebbe tornare a Gela dove si sta lavorando al progetto di musealizzazione. Dovrebbe presto vedere la luce il Museo della Navigazione a Bosco Littorio per il quale la Regione ha stanziato, con fondi europei, 5 milioni e mezzo di euro. Ma per il momento il condizionale è d'obbligo.

Fonte
www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/08/nave-greca-recupe...
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Socio Fondazione Lunar Explorer Italia

"Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente."
(Bertolt Brecht)
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