00 31/12/2010 12:37
Ciao! Rispondo prima a profondo Blu.
L'eclittica è rimasta la stessa... per cambiarla minimamente sarebbe stato necessario l'impatto con un oggetto di dimensioni notevoli, almeno 1.000 km di diametro, il quale non lascerebbe speranza di vita... Anche l'inclinazione dell'asse di rotazione rispetto l'eclittica deve aver subito una variazione minima. Quello che è davvero cambiato è il modo in cui l'asse interseca la terra, i suoi punti d'entrata e d'uscita, ovvero i poli... Per innescare il cambiamento basterebbe un'oggetto di 10 km di diametro o anche meno, che causerebbe gravi danni, tra cui l'estinzione di numerose specie, ma non cancellerebbe del tutto la vita...

Rispondendo invece a sgittario. Il paleomegnetismo si misura sulla base del campo magnetico fissato nelle antiche rocce laviche (queste mantengono il campo magnetico del momento della loro formazione). Il campo magnetico è dovuto al fatto che la terra è composta a gusci, dei quali il nucleo esterno è liquido e trasporta particelle cariche. A causa di vari attriti, il nucleo esterno non ruota alla stessa velocità della crosta, così che risulta muoversi rispetto la crosta. In tal modo abbiamo una corrente di particelle cariche che genera un campo magnetico. L'orientamento del campo dipende dal verso di circolazione della corrente.
Le rocce ci dicono che il campo magnetico era orientato nel passato in modo differente, con i poli magnetici invertiti a quelli attuali o addirittura sull'equatore geografico. Molti geologi pensano che si tratti di bizzarri movimenti del nucleo che fanno spostare le correnti fino ad invertirle... Io invece mi chiedo: non è possibile che a spostarsi e a ruotare non sia il nucleo quanto piuttosto la crosta? Così i poli magnetici resterebbero più o meno fissi e a spostarsi sarebbero quelli geografici. Le rocce registrerebbero gli stessi identici cambiamenti. Tra l'altro c'è una singolare coincidenza tra le variazioni di asse magnetico e gli inizi/fini delle Ere Glaciali. Vi riporto un'affermazione di Einstein

In una regione polare, si verifica sempre un accumulo di ghiacci, che non si distribuiscono simmetricamente attorno al polo. La rotazione terrestre agisce su tali masse deposte in modo asimmetrico, producendo un impeto centrifugo che si trasmette alla rigida crosta della terra. Questa velocità centrifuga così prodotta si incrementa costantemente, finché, raggiunto un certo punto, si produrrà uno scorrimento della crosta sul resto della massa terrestre, spostando le regioni polari verso l’equatore. [A.Einstein, prefazione a The Earth’s Shifting Crust]

Un piccolo meteorite potrebbe aiutare il processo.
PS: grazie per l'articolo

PPS: se vi interessa, il 30 gennaio (domenica) alle 16 parliamo di questi argomenti all'auditorium Stefanini di Treviso...


Ciao!