00 05/11/2010 14:44
Personalmente credo che questo fenomeno, la percezione di un cambiamento in arrivo, sia riconducibile a due fattori differenti.
Il primo è l'influsso sull'inconscio collettivo delle aspettative delle persone: chi si aspetta un cambiamento a breve (traumatico o no, positivo o negativo che sia) influenza in qualche modo l'incoscio collettivo, provocando in altre persone abbastanza sensibili una sensazione di attesa che a sua volta contribuisce a rafforzare questa aspettativa. Ritengo che fenomeni simili si siano verificati ad esempio al passaggio del primo millennio D.C. ("Mille e non più mille", "Pentitevi, arriva la fine del mondo", eccetera) Un po' meno al passaggio del secondo millennio D.C., smorzato (l'idea è divertente) dalla polemica alimentata anche dai media sul fatto che il nuovo millennio iniziasse il 1 gennaio 2000 opppure il 1 gennaio 2001. [SM=g8899]
Il secondo fattore (mi rendo conto però che è ancora più discutibile del primo) è che a mio personale parere ci stiamo avvicinando ad uno dei pochi momenti in cui i cambiamenti saranno effettivamente possibili. Intendiamoci: possibili, non certi; è come (scusate l'esempio banalissimo) una fermata a richiesta dell'autobus: potenzialmente potrebbe far scendere qualcuno, far salire qualcun altro, ma non è detto che succederà davvero, quello che si può dire è che, se dovesse succedere, succederà lì (in quel momento) e non in qualche altro posto (tempo). Il momento in cui possono avvenire cambiamenti: è questo secondo me il significato dei cicli calcolati dai Maya.
Anche questo approssimarsi è percepito dalle persone particolarmente sensibili, ma dato che si tratta solo di una "potenzialità di cambiamento" senza sapere esattamente cosa cambierà, la nostra esperienza sospettosa ci propone ipotesi principalmente negative.
Io attendo curiosa e speranzosa, ma potremmo anche mancare la fermata e dover attendere la prossima (la fine del prossimo ciclo).