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IL PRIMO CREATORE E LA SUA STIRPE
Il primo creatore sceglie di creare a sua volta un essere perfetto attraverso il quale esso stesso possa fare esperienze. Questo essere lo identificheremo con la sigla UP (Uomo Primo).

Questo UP ha delle caratteristiche primordiali ben precise. E’ innanzitutto munito di parte animica ben collegata al proprio sé, egli è quasi una emanazione del suo creatore con il quale a volte si rischia di confonderlo. UP dunque è stato creato subito come essere quasi perfetto dal primo creatore, è animico è perciò immortale anche nel corpo ed è la rappresentazione dell'Adamo (Adam Kadmon) nel libro biblico della Genesi che, in quanto mito, non narra una storia scandita da avvenimenti cronologicamente limitati al passato e di eventi accaduti solo in determinati periodi, ma è la rappresentazione in simboli e in archetipi di ciò che è, esiste ed esisterà.

UOMO PRIMO CREA GLI ALIENI!
UP, essere immortale che pertanto non conosce cosa significhi sperimentare la morte, crea altri esseri che facciano per lui l’esperienza di morire.

UP rappresenta l’Adamo (Adam Kadmon) che per credersi come il suo creatore crea a sua volta, e così facendo commette un peccato grave, quello della superbia. Nella tradizione ebraica questo Adamo diviene, cioè diverrà, mortale essendo che mangia dell’albero della vita e della morte e verrà infine cacciato dal paradiso terrestre.

Questo Adamo non siamo noi e la sua cacciata ideicamente sta avvenendo ora. E' doveroso a questo punto ricordare ancora una volta che gli antichi testi sacri devono essere interpretati come ideici e simbolici, ovverosia al di fuori di spazio e tempo, in quanto narrano del tutto e non del prima e del dopo come semplicemente si crede oggi.

Ed ecco pertanto comparire gli alieni: tutti quelli da noi riconosciuti e chissà quanti altri che noi non conosciamo. Essi sono senza anima e dunque muoiono. Gli alieni vedono che il loro creatore (che è UP: da non confondersi con il primo creatore) è immortale poiché è anima e progettano di divenire come lui.

In questo istante gli alieni creati da UP sono creati a sua somiglianza e cioè fanno lo stesso errore che UP ha compiuto nei confronti del suo primo vero creatore: “Similia similibus concreantur”!

Sempre in tale momento gli alieni, sotto il controllo di UP, loro creatore, cercheranno comunque di sovvertire l’ordine delle cose e di prendere il posto del creatore loro.

Per ottenere questo risultato però gli alieni hanno bisogno di divenire immortali e potersi porre sullo stesso piano di UP. Gli alieni progettano di rubare la parte animica a UP.

UP comprende quindi che le sue creature si sono rivoltate contro di lui e si rifugia in una zona dell’universo dove gli alieni non possono entrare.



E qui siamo in pieno ipotesi di fantasia. Primo perché tutto questo discende da degli assiomi decisi a priori, secondo perché la ricostruzione non ha alcun appiglio basato su dati...



L'ESPERIENZA DELLA MORTE
A questo punto bisogna chiarire il concetto di esperienza e capire perché la creazione ha avuto la necessità di creare due creatori e come mai questi a loro volta, come vedremo, hanno avuto la necessità di creare altri esseri.

Bisogna essere ben consapevoli del fatto che la coscienza sia eterna. Essa dunque ha a disposizione tutto tranne che una cosa: la morte.

Bisogna dunque che la coscienza faccia l'esperienza della morte su di sé in qualche modo. Tuttavia la coscienza non capisce cosa sia iniziare e terminare poiché è eterna. Sicché demanda a sue due emanazioni, i due creatori, di effettuare per lei tale esperienza.

I due creatori una volta resisi conto di essere, si rifiutano di fare tale esperienza su di loro perché questo vorrebbe dire terminare e allora delegano alle loro creature di fare tale esperienza per conto di loro due. In questa ottica il primo creatore crea UP con anima ed essendo così animico ha perciò la capacità di capire come anima non abbia asse del tempo e quindi di comprende come il segreto del’immortalità è in anima.

Così anche UP si rifiuta di effettuare l’esperienza della fine di sé, ergo decide di non volere abbandonare la sua parte animica. Esiste un solo modo per poter ottenere questo risultato: creare, a proprio volta, altri esseri, gli alieni, che ospiteranno la parte animica di UP. Gli alieni moriranno e UP si riprenderà la sua parte animica, avendo fatto in modo che essa effettui così l'esperienza della morte ma a spese di altri e non di se stesso: UP non muore, gli alieni sono il tramite per fargli fare questa esperienza.


Ma qualcosa in questo piano va storto.

Gli alieni, che sono le creature di UP, si ribellano al dover essere trattati in questo modo. Allora UP fa in modo che essi perdano la parte animica perché il pericolo che essi la tengano al loro interno e che non la ridiano più al legittimo proprietario alla fine dell'esperienza è troppo grande.

Alcuni alieni vengono privati del corpo a cui anima si attacca (i Lux), altri subiscono distruzioni e guerre e ovviamente UP, il quale orchestra tutto dall’alto, si riporta a casa le sue anime: è il mito della Torre di Babele.

Ma le anime, nell'istante in cui hanno fatto esperienze differenti, capiscono che tornare da UP vuol dire ritornare in una prigione virtuale ove lo stesso UP comanda e dove non è permesso morire cioè fare esperienza. Quell’esperienza necessaria ad anima la quale è stata creata per questo. Non morendo il suo contenitore UP, anima non può più staccarsi da lui ed effettuare una nuova esperienza.



Affermazioni sempre più di fantasia...


Alfredo Benni - Consigliere Nazionale
Coordinatore CUN Lombardia

Mai litigare con uno stupido. Un passante potrebbe non capire la differenza tra te e lui.

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"Procediamo a zig zag verso un futuro luminoso (Mao Tsetung)"