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Solo un appunto sul caso "Amicizia", visto che è stato tirato in mezzo. Cito la conclusione del libro "Contattismi di Massa" dell'ing. Stefano Breccia, della quale condivido ogni singola parola:


CONCLUSIONE

Quanto precede non va inteso come una descrizione esaustiva di
Amicizia. Ovviamente non posso pretendere di avere imparato tutto del
fenomeno, mi guardo bene dal sostenerlo. Lo stesso Bruno, quando ab-
biamo deciso di scrivere questo libro, conosceva, al di fuori dell'Italia,
solo alcuni agganci svizzeri ed austriaci, ma non si immaginava acca-
dimenti altrove, che gli ha raccontato Hans. Chi sa se c'è qualcuno che
sia realmente a conoscenza di Amicizia in toto. In giro per l'Europa ci
saranno di sicuro persone che ne conoscono altri aspetti; chi sa se que-
sto libro potrà indurli ad uscire allo scoperto. Certamente Dimpietro, e
la marea di pupazzi creati dal nostro beneamato prestigiatore conosce-
vano meglio il fenomeno.
Però, se per il nostro bagatto l'operazione richiede solo un minimo di
applicazione della sua sconfinata tecnologia, i destinatari delle sue illu-
sioni sono fortemente influenzati nella loro vita quotidiana, spesso sono
esaltati da questa nuova avventura, e ci si lanciano dentro con entusia-
smo, ignari di quanto stanno rischiando... Il gioco è assai più pesante di
quanto chiunque di noi sia in grado, non dico di gestire, ma nemmeno
di sopportare.
Fra i tanti motivi che mi inducevano ad oppormi alla stesura di un
libro del genere, c'è proprio il rischio che qualche sprovveduto, tra-
sportato dai racconti di Bruno e di Hans, o dalle mie note, cerchi di
emularci. Ad uso e consumo di chi nutra idee del genere, ribadisco il
fatto che, ad esempio, è stato proprio Hans a sbattere la porta in faccia ai
presunti alieni, perché la cosa non aveva senso. Ripeto, troppa gente ha
lasciato le penne dentro questa storia, anche persone del tutto innocenti,
troppa gente è impazzita, troppa gente ha rovinato la sua vita. E tutto
ciò per che cosa? Per avere avuto contatti con una realtà che, per quanto
immanente, è comunque troppo trascendente il nostro quotidiano way
of life? Il gioco è valso la candela? Credo proprio di no.
Credo che quanti hanno chiuso di brutto con i presunti alieni siano
decisamente pochi, al momento ne ricordo solo un paio. La stragrande
maggioranza degli altri è profondamente soddisfatta da quanto va evol-
vendo. Probabilmente sono miopi, in quanto non si peritano di indagare
sui significati di tutta la cosa: perché eventuali alieni dovrebbero aver
contattato Howard Menger? Giusto per fargli gustare le reazioni delle
sue ospiti dinanzi ai reggiseni ed ai tacchi alti da lui graziosamente pro-
curati (From Outer Space to You, Saucerian, 1959, pagg. 71,72)?
Inoltre, l'attività di contatto è originata dai presunti alieni. Non c'è
alcun modo di crearla altrimenti, se non indulgendo in attività deci-
samente pericolose (ad esempio i consueti sky watch, disdicevoli in
quanto non si sa chi, o che cosa, risponderà, se vorrà, alla chiamata).
E il contatto è generalmente covato per anni, prima che abbia luogo.
Viene spontaneo il porsi tanti interrogativi. Ad esempio, perché sono
stati coinvolti uno psichiatra, due cardiologi, un diplomatico, una ar-
cheologa, una ventina di ingegneri, diversi ragionieri, un civile esperto
di logistica militare, impiegati di banca, due membri della FAO, cin-
que professori universitari, due amministratori delegati di importanti
aziende italiane, un grossista di gioielli, un campione di judo, un giudi-
ce di Corte d'Assise, un pittore, una insegnante di lingue, l'Executive
Vice President di una delle più importanti aziende a livello mondiale,
un (futuro) premio Nobel (forse due, in discipline lontanissime l'una
dall'altra), quattro generali (tre italiani ed uno austriaco), nonché forse
un centinaio di altre persone in giro per mezza Europa, per non parlare
poi di diversi politici? Perché, nel contempo, sono stati esclusi gli ap-
partenenti a gmppi di studio sugli UFO (Perego è forse la sola, com-
prensibile, eccezione)? In realtà, questa ultima affermazione non è del
tutto esatta: qualche significativo esponente del mondo UFOmane è sta-
to confrontato, a sua insaputa, con questi signori, ma senza particolari
finalità, justfor the fun of it, o magari solo per caso.
Perché nessun prelato in questa variegata lista di persone, nessun fra-
te, benché Bruno fosse un appassionato estimatore di San Francesco e
dei suoi continuatori? Probabilmente questa lacuna deriva solo da una
mia ignoranza specifica, in effetti è troppo strana per essere credibile e,
al solito, qualche indizio parrebbe smentirla.
Nel colloquio in quel di Zanarini, il mio interlocutore aveva fornito
spiegazioni abbastanza ovvie (saldezza mentale, e simili), ma evidente-
mente si trattava di motivi di facciata, non di quelli reali. Alla lunga mi
sono convinto che si sia trattato di una sorta di trasferimento di tecnolo-
gie e di morali, con lo scenario W56/CTR/LITI creato per dare un senso
alla cosa. Altri scenari sono stati creati altrove (cfr. i primi contattisti
americani, con il medesimo prestigiatore in azione), anche se nessuno,
che io sappia, è stato così vistoso e così esteso nello spazio e nel tempo.
Fra l'altro, per quanto ne so, solo il circuito per amplificatori di TLC è
stato un risultato di questo trasferimento di tecnologie.
Concludendo, in buona sostanza quanto è stato sin qui raccontato va,
a parer mio, preso cum grano salis, e non sarò certo io a risentirmi se
qualcuno ci prenderà per matti. Anzi, tutto sommato, tenderei ad inco-
raggiare reazioni del genere, per i motivi detti qualche linea addietro.
E, al di là di Amicizia, vorrei cogliere l'occasione fornitami da queste
pagine per distogliere caldamente chiunque dal tentare di approcciare
de visu il fenomeno UFO: non serve a nulla, e generalmente la cosa è
assai periglievole, pericolosa sia a causa di eventuali rappresaglie tar-
gate CTR (entro la saga di Amicizia), sia a causa di una nostra impre-
parazione di fondo: è fin troppo facile trovarci fuori di luogo nel nostro
ambiente a causa di informazioni ricevute da esseri evidentemente tanto
più avanti a noi (che siano reali o meno è del tutto inessenziale).
Quindi, si continui (se si vuole) ad indagare sulle lucine viste per
aria, sullo scout fotografato dall'altra parte del globo, e simili: questa è
un'attività innocua (e inutile, a parer mio).
Ma si eviti di cercare un approccio diretto con questa fittizia realtà.

[Modificato da _RewinD_ 17/02/2017 20:33]