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Marco Pannella

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    FABIOSKY63
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    00 22/05/2016 04:45
    .il Senatore dei diritti dell'essere umano.


    immagine di Repubblica


    riprendo questo articolo di due giorni fa, pubblicato da "La Voce Di New York", che sintetizza bene anche il mio sentire OLTRE ciò che E'e RESTERA' il lascito IMPERITURO di Marco... [SM=g27985]


    www.lavocedinewyork.com/news/primo-piano/2016/05/20/marco-pannella-lultimo-profeta-della-dem...


    Marco Pannella, l’ultimo profeta della democrazia

    Perché la tristezza per la scomparsa del leader radicale aumenta con le parole del presidente Sergio Mattarella

    Sergio Mattarella per Marco Pannella ha usato parole riservate ai giusti della Repubblica, per questo cresce il rammarico per quella nomina di senatore a vita mai arrivata. Il ricordo del leader radicale e del nostro incontro a New York con quel "profeta gladiatore" in lotta per lo stato di diritto, la democrazia e la libertà

    di Stefano Vaccara - 20 maggio 2016

    “La morte di Marco Pannella mi addolora profondamente. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento”.

    Queste parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aumentano la tristezza che proviamo per la scomparsa del leader radicale, morto ieri a Roma all’età di 86 anni. Perché se queste frasi del Quirinale fossero sincere e non di circostanza, come testardemente speriamo, allora ci accrescono anche il dolore nel constatare come alla Presidenza della Repubblica (soprattutto con l’inquilino precedente), pur usando oggi le parole riservate ai giusti, per troppo tempo mancò il coraggio di nominare il leader radicale Senatore a vita.

    “Pannella – prosegue Mattarella – è stato un leader politico controcorrente, un interlocutore scomodo anche per chi ha condiviso il suo impegno. Il riconoscimento che oggi gli viene tributato anche da quanti non erano d’accordo con le sue idee, testimonia che, per molti aspetti, è stato coscienza critica del nostro Paese, sulla base di una fedeltà ai principi di libertà e di democrazia”.

    Leader controcorrente, interlocutore scomodo. Già, quel seggio a vita concesso persino a Giulio Andreotti, ben sette volte primo ministro ma anche maggiore rappresentante della memoria storica spesso “misteriosa” della Prima Repubblica, non poteva invece essere dato a chi, a nostro parere, è stato “il profeta della democrazia”. Pannella ha fatto paura al Palazzo per questo suo essere un “fondamentalista” dello stato di diritto senza il quale la democrazia non c’è.

    Grazia alla mia collega e amica Simona Zecchi, su Facebook ho letto questo scambio che Pannella ebbe proprio con Giulio Andreotti durante una trasmissione televisiva. Sentite cosa Marco diceva a quel Don Giulio all’apice del suo potere:

    “Senti Andreotti, lasciamo perdere, la verità è che nelle accuse siamo tutti un po’ autobiografici. Tu ti guardi allo specchio, e siccome da buon cattolico di un certo tipo hai sempre creduto che la politica è l’arte di questo mondo, del demonio, e che la coscienza e Dio stanno da un’altra parte, e hai sempre creduto nelle doppie verità, quando trovi un laico che da corpo, corpo, corpo, alle proprie idee, ti viene un po’ da ridere, perché non corrisponde alla tua visione, perché tutto per la gloria di Dio, anche i delitti, possono giustificarsi”.

    Siamo nel 1983. Mancheranno ancora 25 anni per il bel film di Paolo Sorrentino, “il Divo”, realizzato quando ormai Don Giulio era prossimo alla fine dei suoi giorni e non aveva più il potere se non quello del ricatto. Solo quel cuor di leone democratico di Pannella poteva urlare agli italiani, inascoltato, il copione di quel film quando ancora Andreotti era il Divo!

    Ci dice ancora nel suo messaggio il presidente Mattarella: “Ho avuto modo di parlare più volte negli ultimi tempi con lui, anche in questi giorni di sofferenza. Non ha mai smesso di pensare al domani, un domani migliore per il nostro Paese. Anche questo ricordo mi porta a esprimere con intensità la mia partecipazione e la mia vicinanza ai suoi familiari, a chi lo ha conosciuto e amato, a quanti gli sono stati vicini, anche nelle ultime battaglie per la piena affermazione, ovunque, dello Stato di diritto”.

    Belle parole, grazie presidente. Però ci resta il rammarico per quella nomina a senatore mancata, che a nostro parere avrebbe riscattato tanta storia della Prima Repubblica.

    Per capire basta citare Leonardo Sciascia, che disse di Pannella, in un passaggio riportato nel bel libro di Valter Vecellio, Marco Pannella. Biografia di un irregolare, (Rubbettino edizioni 2010)

    “Marco Pannella è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso di diritto, della legge e della giustizia. Ce ne saranno altri, ma senza volto e senza voce, immersi e sommersi in partiti la cui sensibilità ai problemi di diritto soltanto si manifesta quando qualche mandato di cattura raggiunge uomini del loro apparato: per il resto, se ne stanno in silenzio; e anzi, certi arbitri dell’amministrazione della giustizia, quando toccano altri, di altri partiti, li mettono in conto dell’alacre ed esatto agire dei giudici. Ciò fa parte della vecchia e fondamentale doppiezza della vita italiana, buono e giusto è quel che facciamo noi o da cui noi caviamo comunque vantaggio; cattiva, ingiusta e da punire è la stessa, identica azione fatta dagli altri. Pannella, e le non molte persone che pensano e, sentono come lui (e con le quali mi onoro di stare), si trovano dunque ad assolvere un compito ben gravoso e difficoltoso: ricordare agli immemori l’esistenza del diritto e rivendicare tale esistenza di fronte ai giochi di potere che appunto nel vuoto del diritto, o nel suo stravolgimento, la politica italiana conduce”.

    Personalmente ho conosciuto da vicino Marco Pannella un pomeriggio di 12 anni fa, quando in un piccolo appartamento-ufficio vicino al Palazzo di Vetro, mi accolse per una intervista concessa ad America Oggi. I radicali li conoscevo già, soprattutto Emma Bonino. Ma il “profeta” non lo avevo mai incontrato di persona. Quel Pannella visto a New York fu molto più di quello che mi aspettavo. Con una sigaretta accesa che non lasciava mai le labbra – ne aveva due, una tra le dita e l’altra in bocca – vidi dal vivo la forza di quell’ uragano di passione politica. E durante quella valanga di idee che mi sommergeva, lui mi guardava fisso negli occhi, sorridendo sì, ma come se volesse ipnotizzare quel giornalista “americano”.

    Quel giorno avevo “solo” un paio di ore a disposizione, per via di un impegno familiare. Ma a lui non bastarono, anche dopo tutto quel tempo (risultò essere quella, la mia più lunga intervista in 25 anni di giornalismo), mi impedì di andar via dicendo: “Ascoltami caro, sei ancora giovane (avevo quasi 40 anni e due figli!), un giorno comprenderai bene che valeva la pena restare qui e far incazzare tua moglie”.

    I giornalisti non dovrebbero prendere “sbandate” per i politici e quel giorno rischiai. Ma capii anche che Pannella era un politico diverso. Pannella non cercava il potere, lui voleva domarlo, sottometterlo alle regole. Per Pannella libertà, diritto e democrazia erano sinonimi. In mancanza di uno, spariva il resto.

    Ora che non c’è più, confesso di averlo amato immensamente Pannella. Ne ho amato la forza con cui Marco ha sempre difeso, senza mai esitare, la libertà e i diritti di tutti.

    Dopo quella prima “sbandata”, mi telefonava quando passava da New York. Io, che sentivo crescere la passione per le sue idee, cercavo di restare “freddo”. Avevo terrore di corrompere l’idea, a me sacra, di giornalista indipendente. Con una certa difficoltà ci riuscivo, e allo stesso tempo me ne pentivo. L’ultima volta che mi chiamò, poco più di un anno fa, ebbi come un presentimento. La sua voce al telefono era meno tuonante. Cercai di incontrarlo, ma quella volta era Pannella a non aver tempo. Quella chiamata era solo per dire: “Ciao sono Marco, come va?”.

    Marco Pannella è stato, in quella idea di Italia dove per difendere le istituzioni e la democrazia si vien quasi sempre presi per pazzi, il gladiatore che lotta servendosi proprio della pazzia. Ma quanti grandi profeti in vita furono considerati matti? Gesù di Nazareth, immortale da duemila anni, per 33 fu pazzo. Ecco, sono convinto che le idee e azioni “da picchiatello” di Marco Pannella in difesa della democrazia e dei diritti, proprio quando il suo corpo esce dall’arena della vita, resteranno per sempre. Per sempre al servizio di chi vuol costruire, in Italia come ovunque nel mondo, una società democratica più giusta, più libera, più bella.

    Addio Marco e grazie per aver voluto così tanto bene al misterioso fenomeno dell’essere umano.



    immagine la VDNY




    ..."gioia e canti dall'alto dei cieli!"...

    GRAZIE MARCO! [SM=g8149]


    (edit. aggiunto link, corretta sintassi)
    [Modificato da FABIOSKY63 22/05/2016 04:52]




    Mr Spock says: it would be illogical to assume that all conditions remain stable
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    Lidiona
    Post: 1.383
    Città: MESSINA
    Età: 41
    Sesso: Femminile
    00 22/05/2016 19:51
    [SM=g8290]