Dunque, a questo proposito vorrei fare un po' di chiarezza...
Le normali macchine in commercio, digitali e non, sono sensibili allo spettro della luce visibile, che va più o meno dai 400 ai 700 nanometri di lunghezza d'onda. Questa è la stessa luce che vede il nostro occhio, né più né meno. Tuttavia c'è un "ma": l'ampiezza del segnale luminoso in realtà non viene troncata di netto dal sensore di una macchina digitale, ma c'è un certo "smussamento" che consente alla macchina di essere un po' sensibile anche al cosiddetto "infrarosso vicino", la cui lunghezza d onda va circa dai 700 ai 950 nm. Se così non fosse non sarebbe possibile effettuare fotografie all'infrarosso mediante l'applicazione di filtri esterni, perché non si vedrebbe un tubo! Ecco un sito che spiega un po' le cose:
www.dimensionialternative.com/spaziotempo/argomenti/UVIR-photography/vari_file/fotografiaIRUV...
C'è però un'altra cosa da dire: le moderne fotocamere hanno incorporati dei filtri appositi che tendono a rendere più "netta" possibile la distinzione tra la luce visibile e il resto, minimizzando ciò che arriva al sensore al di fuori della banda suddetta, compreso dunque l'infrarosso. Ecco perché la fotografia all'infrarosso, se non si dispone di una macchina appositamente modificata, è estremamente difficoltosa, perché richiede tempi di esposizione esageratamente lunghi a causa della poca radiazione che arriva al sensore, che ci mette dunque molto ad impressionarsi. Ecco un altro sito dove questo è spiegato piuttosto bene:
www.photoactivity.com/Pagine/Articoli/024Digitale_Infrarosso/Digitale_Infrar...
Tutto ciò detto, credo che sia molto improbabile che gli oggetti comparsi nelle foto a posteriori non fossero visibili perché emettevano nell'infrarosso (ma lo stesso credo valga per l'ultravioletto), dal momento che il tempo di esposizione allo scatto è regolato per la luce visibile, dunque molto inferiore a quello che sarebbe necessario per far imprimere anche l'infrarosso nell'immagine. Pertanto o semplicemente non si è fatto caso all'oggetto al momento dello scatto (perché era piccolo, o in lontananza, oppure NON ERA un UFO, ma un IFO), oppure c'è un'altra spiegazione sul perché certi oggetti siano visibili sulla pellicola e non ad occhio nudo e viceversa.
Mi verrebbe da azzardare un'ipotesi: e se fosse una questione di "frequenze"? Da certe prove sperimentali sembra assodato che gli UFO possano rendersi invisibili ad occhio nudo ma visibili all'infrarosso. E se la "tecnica" che usano per fare ciò comportasse, tanto per dirne una, non la sparizione completa, ma una sorta di "oscillazione" tra il visibile e l'invisibile che a volte viene casualmente captata dalla velocità di scatto delle fotocamere? Non so se sono riuscito a farmi capire, però pensavo ad esempio a quando si fa una foto ad un televisore e si formano delle righe nere di interferenza che il nostro occhio non vede semplicemente perché non ha una "velocità di campionamento" adeguata...
E' solo un'ipotesi buttata lì, ma non si può certo escludere nulla a priori in questo campo!