Gli studiosi inglesi: l'evoluzione è finita

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perlanaturale
00martedì 7 ottobre 2008 16:06
Gli studiosi inglesi: l'evoluzione è finita

Il professor Jones: ci si riproduce a un'età media troppo bassa per favorire le mutazioni necessarie
LONDRA
L'uomo ha passato tutta la vita a cercare di capire come si evolverà la razza umana. E durante i secoli le tesi proposte dagli scienziati sono state davvero varie. Oggi alcune teorie descrivono l'uomo del futuro come un individuo perfetto, un supereroe, mentre altre lo raffigurano come un essere alienato, incapace di vivere lontano da divano e televisione. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Londra ha appena smentito tutte le ipotesi precedenti. «L'evoluzione è finita», gli uomini del futuro saranno uguale a quelli di oggi. Il professor Steve Jones sostiene che le forze che guidano l'evoluzione- la selezione naturale e la mutazione genetica - non svolgono più un ruolo determninante nelle nostre vite.

«Ora sappiamo così tanto sullo sviluppo umano che possiamo fare delle previsioni su quello che potrebbe accadere in futuro,» spiega il professor Jones. L'evoluzione è determinata da due fattori: la selezione naturale e la mutazione. In passato le mutazioni genetiche permettevano di sviluppare caratterische utili alla sopravvivenza. In un ambiente pericoloso dove le persone lottavano ogni giorno per vivere, la selezione naturale rappresentava una forza potente. Durante le glaciazioni una mutazione aiutava un bambino a sopravvivere alle temperature glaciali. Ma oggi, in un mondo pieno di comodità, la stessa mutazione non è di alcun vantaggio.

Come spiega il genetista, il numero di divisioni cellulari - e quindi di probabilità di introdurre un errore «utile» di replicazione del dna - nei maschi aumenta con l'età: se un padre di 35 anni conta circa 300 divisioni cellulari tra lo sperma da cui ha avuto origine e quello che ha trasmesso, per un cinquantenne la cifra supera il migliaio. Un secondo fattore è l'indebolimento della selezione naturale: se nelle epoche passate metà dei bambini moriva prima dei vent'anni, oggi in Occidente la percentuale di sopravvissuti supera il 98%; infine, la popolazione umana - grazie all'agricoltura - è 10mila volte superiore a quanto dovrebbe essere, e le piccole popolazioni isolate possono evolversi in modo casuale. Al contrario, «tutte le popolazioni stanno diventando collegate globalmente e l'opportunità di una mutazione accidentale sta diminuendo: la Storia si fa a letto, ma oggi i letti sono sempre più vicini, ci stiamo mischiando in una massa globale», conclude il ricercatore.
la stampa it
zomas65
00martedì 7 ottobre 2008 18:10
Re:
perlanaturale, 07/10/2008 16.06:

Gli studiosi inglesi: l'evoluzione è finita

Il professor Jones: ci si riproduce a un'età media troppo bassa per favorire le mutazioni necessarie
LONDRA
L'uomo ha passato tutta la vita a cercare di capire come si evolverà la razza umana. E durante i secoli le tesi proposte dagli scienziati sono state davvero varie. Oggi alcune teorie descrivono l'uomo del futuro come un individuo perfetto, un supereroe, mentre altre lo raffigurano come un essere alienato, incapace di vivere lontano da divano e televisione. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Londra ha appena smentito tutte le ipotesi precedenti. «L'evoluzione è finita», gli uomini del futuro saranno uguale a quelli di oggi. Il professor Steve Jones sostiene che le forze che guidano l'evoluzione- la selezione naturale e la mutazione genetica - non svolgono più un ruolo determninante nelle nostre vite.

«Ora sappiamo così tanto sullo sviluppo umano che possiamo fare delle previsioni su quello che potrebbe accadere in futuro,» spiega il professor Jones. L'evoluzione è determinata da due fattori: la selezione naturale e la mutazione. In passato le mutazioni genetiche permettevano di sviluppare caratterische utili alla sopravvivenza. In un ambiente pericoloso dove le persone lottavano ogni giorno per vivere, la selezione naturale rappresentava una forza potente. Durante le glaciazioni una mutazione aiutava un bambino a sopravvivere alle temperature glaciali. Ma oggi, in un mondo pieno di comodità, la stessa mutazione non è di alcun vantaggio.

Come spiega il genetista, il numero di divisioni cellulari - e quindi di probabilità di introdurre un errore «utile» di replicazione del dna - nei maschi aumenta con l'età: se un padre di 35 anni conta circa 300 divisioni cellulari tra lo sperma da cui ha avuto origine e quello che ha trasmesso, per un cinquantenne la cifra supera il migliaio. Un secondo fattore è l'indebolimento della selezione naturale: se nelle epoche passate metà dei bambini moriva prima dei vent'anni, oggi in Occidente la percentuale di sopravvissuti supera il 98%; infine, la popolazione umana - grazie all'agricoltura - è 10mila volte superiore a quanto dovrebbe essere, e le piccole popolazioni isolate possono evolversi in modo casuale. Al contrario, «tutte le popolazioni stanno diventando collegate globalmente e l'opportunità di una mutazione accidentale sta diminuendo: la Storia si fa a letto, ma oggi i letti sono sempre più vicini, ci stiamo mischiando in una massa globale», conclude il ricercatore.
la stampa it




che boiata pazzesca anche questa!
la mutazione viene prodotta non solo dal tasso di errore durante la replicazione del dna, ma anche da fattori ambientali, ove per ambientale si intende TUTTO quel che è esterno alla cellula, quindi il fatto di lavorare al computer, piuttosto che zappare, può introdurre mutazioni in quanto ci si espone a tassi di radiazioni emessi dal terminale che lo zappatore non subisce. se non c'è il terminale del pc, c'è la radiazione cosmica, o lo smog, o una nuova versione della sars, o della tubercolosi, o un nuov tipo di droga sintetica che magari si imporrà velocemente tra i giovani tra qualche anno. e, come se non bastasse, a tutte queste variabili deve aggiungersi la replicazione del dna che produrrà SEMPRE mutazioni.
quel che non è possibile prevedere, e lo studio inglese è una boiata proprio per questo, è quante e quali mutazioni saranno più conservate nel tempo, ma anche che interazione avranno con un ambiente in forte cambiamento, producendo quindi un diverso pool genico che non sappiamo ne come, ne quando si imporrà su quello attuale.
Aurora Team
00martedì 7 ottobre 2008 18:54
E invece è proprio vero, l'evoluzione umana è finita.
Da quello che vedo in giro è semmai in piena fase di involuzione
zomas65
00martedì 7 ottobre 2008 21:39
Re:
Aurora Team, 07/10/2008 18.54:

E invece è proprio vero, l'evoluzione umana è finita.
Da quello che vedo in giro è semmai in piena fase di involuzione



bravo! ma quale che sia la direzione presa, per te è involuzione, per la natura è COMUNQUE evoluzione!
evoluzione vuol dire cambiamento, se si debba aggiungere la crocetta del + o il segno del meno, non sta all'uomo deciderlo!
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