Aggiornamento.
Batterio killer, l'Europa brancola nel buio: confermati tre nuovi casi
L'epidemia causata dal batterio Escherichia Coli in Germania sta ridimensionandosi. Il ministro tedesco della sanità, Daniel Bahr, ha parlato di una "sensibile riduzione dei casi segnalati", sostenendo che il "peggio è passato". Dalla Polonia si segnala però un nuovo caso, e questa volta non è da escludersi una possibile trasmissione della malattia da uomo a uomo. “Non posso ancora levare l'allerta ma abbiamo motivo di credere che vi sia speranza - ha detto Bahr -. Le cifre delle nuove infezioni continuano ad abbassarsi in modo costante. Questo significa che certamente si potranno avere ancora nuovi casi e, disgraziatamente, nuove morti, però il numero delle nuove infezioni scende in modo sensibile: questo mostra che il peggio è passato".
L'Ue invita la Germania ad una maggiore cooperazione - Il Commissario europeo per la Salute, John Dalli, ha esortato le autorità sanitarie tedesche a cooperare in modo più stretto con gli esperti stranieri per cercare di sconfiggere il batterio killer che ha già provocato 22 morti in Europa, di cui 21 in Germania. "Dobbiamo appoggiarci all'esperienza e all'expertise di tutta l'Europa e anche di quella al di fuori dell'Europa", ha detto il commissario Ue IN un'intervista al quotidiano tedesco Die Welt. "Sottolineo espressamente - ha proseguito - quanto sia importante collaborare in modo stretto e condividere le nostre conoscenze per porre fine al più presto all'epidemia di Ehec". Secondo il giornale, Bruxelles auspica in particolare che anche esperti americani e giapponesi partecipino alle ricerche per individuare la fonte dell'epidemia.
Confermati intanto tre nuovi casi di Escherichia Coli - Una turista americana, che ha recentemente soggiornato nella Germania del nord, è stata ricoverata in ospedale a Praga, con i sintomi della contaminazione del batterio killer, E.coli. Lo ha reso noto il ministero della Salute. "La paziente è stata ospedalizzata nella clinica delle malattie infettive di Praga-Bulovka dove è stata reidratata", ha comunicato il ministero in una nota. La cittadina statunitense e0' arrivata nella Repubblica ceca venerdì 27 maggio. Secondo l'emittente radiofonica pubblica CRo 1 il sospetto di contaminazione sarebbe stato confermato, ma della circostanza non è stato possibile avere conferma dal ministero.
Un secondo caso di infezione da batterio Ehec è stato intanto confermato in Polonia su un bambino di 7 anni, il cui padre si era recato di recente in Germania. "Abbiamo due casi confermati e una decina di casi sospetti", ha spiegato il portavoce dell'Istituto di controllo sanitario polacco (GIS), Jan Bondar. Il primo caso di infezione in Polonia è stato diagnosticato su una donna di 29 anni, che abitava nella regione di Amburgo. Nel secondo caso, invece, "la malattia è stata trasmessa al bambino dal padre che aveva soggiornato in Germania. Il padre aveva presentato lievi sintomi della malattia. Il figlio invece è stato ricoverato".
Un terzo caso di infezione da batterio Ehec O104 è stato "confermato" in Francia, un altro è considerato "probabile" e altri sette casi di dissenteria emorragica sono sotto osservazione. Tutti i pazienti infettati - 13 in totale, secondo l'Istituto di Osservazione sanitaria (InVs) - hanno viaggiato o risieduto per un periodo in Germania.
I casi accertati - Con la prima infezione rilevata in Lussemburgo, sono saliti a 13 i Paesi europei colpiti dal cosiddetto "batterio killer", per un totale di 96 nuovi casi. I morti sono 22. Dall'inizio di maggio il numero complessivo di casi è salito a 2.429. Secondo i dati aggiornati presentati dai Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc), il ceppo particolarmente aggressivo del batterio Escherichia coli continua a colpire. Dei 96 nuovi casi registrati oggi, 13 sono della grave Sindrome Emolitico Uremica (Seu). Di questi 12 sono avvenuti in Germania, il Paese in cui si sta concentrando la maggior parte delle infezioni, e 1 in Polonia. Sempre in Germania sono avvenute 82 delle 83 infezioni registrate. Complessivamente, dei 2.429 casi avvenuti in Europa, 674 sono di Seu (con 16 morti) e 1.755 sono infezioni (con 7 morti). La Germania è il Paese in assoluto più colpito, con 21 vittime.
A Madrid agricoltori regalano frutta e verdura - Vittime del loro successo: nel centro di Madrid si sono rapidamente formate file di diverse centinaia di metri davanti ai banchi di frutta, verdura e ortaggi distribuiti gratuitamente dagli agricoltori spagnoli per sensibilizzare l'opinione pubblica sui gravi danni subiti dal comparto agricolo a causa del batterio killer. Per diversi giorni, infatti, i cetrioli spagnoli sono stati ingiustamente accusati di essere la causa dell'infezione. I banchi dei produttori, stracolmi di cetrioli, pomodori, meloni e lattuga sono stati letteralmente presi d'assalto dai madrileni: "Ho preso tutto quello che ho potuto, è tutto di ottima qualità", confessa una donna con tre sacchi pieni di ortaggi. "Le dividerò con i miei colleghi", racconta Carmen, assicurando di dare "fiducia" ai produttori. "Ho consumato prodotti spagnoli e non mi è successo nulla, neppure alla mia famiglia e poi capita a proposito perché sono disoccupato". "Si tratta di un appello rivolto ai consumatori spagnoli e alla comunità internazionale", ha spiegato Miguel Lopez, segretario generale del Coordinamento degli agricoltori e allevatori. "Con questa distribuzione gratuita vogliamo sostenere il nostro settore". La Federazione spagnola dei produttori-esportatori di frutta e ortaggi (Fepex) stima in 225 milioni di euro a settimana le perdite del settore.
Confagri: "Paghiamo l'incapacità di Berlino e Bruxelles" - "Bruxelles sta definendo l`importo degli indennizzi ai produttori per i danni commerciali e di immagine che sono stati arrecati al settore ortofrutticolo. Indubbiamente è un bene che si parli di indennizzi, ma questa vicenda resta una sconfitta per la Germania e per la Commissione, perché si devono spendere milioni di euro a causa dell'incapacità di uno Stato membro di gestire quella che era solo una crisi circoscritta". Lo sottolinea il presidente della Confagricoltura Mario Guidi, commentando la vicenda. "Le procedure di gestione del rischio avrebbero potuto essere messe in atto senza creare allarmismi e con gli stessi effetti di sicurezza per i cittadini evitando la crisi di mercato - ha proseguito il presidente di Confagricoltura - I produttori ortofrutticoli europei, pur senza colpa, sono stati messi sul banco degli imputati, e si ritrovano la frutta e la verdura indistintamente bloccate alle frontiere dell`Ue ed invendute nei mercati per la paura immotivata dei consumatori".
"Credo che una volta tanto - ha concluso - i tedeschi abbiano da imparare dal nostro Paese all`avanguardia, in campo europeo ed internazionale, nel controllo della sicurezza alimentare; è importante che i consumatori siano ben informati in proposito".
Batterio killer forse creato in laboratorio - Sul Web, intanto, circolano in maniera insistente le notizie secondo cui il batterio killer potrebbe essere il frutto di una sperimentazione gestita in maniera maldestra. Questa particolare variante dell'Escherichia coli, infatti, appare resistente alla quasi totalità degli antibiotici conosciuti: particolare che alcuni reputano anomalo. Per acquisire tale resistenza i batteri devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di ricevere una "pressione di mutazione" che li spinga verso l'immunità completa al farmaco. E il batterio killer che oggi spaventa gli europei risulta resistente a otto classi di antibiotici: difficile immaginare come questo possa accadere spontaneamente. E c’è per questo chi pensa che dietro a questa emergenza vi sia lo zampino di una qualche casa farmaceutica. Circa un anno fa, infatti, una società annunciò l’imminente arrivo di un vaccino preposto a debellare proprio la pericolosa variante di Escherichia Coli. Un vaccino simile sembra esser stato sviluppato anche da una compagnia canadese che ha appena fatto sapere di aver pronto un altro vaccino, giusto in tempo per la variante O157:H7 tedesca.
Nel mentre è caccia aperta all’alimento responsabile delle tante infezioni - Dopo il nulla di fatto emerso martedì dai risultati dei primi test, tutti negativi, sui germogli di soia della Bassa Sassonia, molti puntano il dito contro la struttura del sistema federalista tedesco, basato appunto sulla grande autonomia dei 16 Land del paese. "Non credo - ha detto il ministro Saverio Romano - che stiano gestendo al meglio questa emergenza". Dalla sua parte anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che ha scelto una metafora: "Le autorità tedesche stanno andando a vedere i buoi usciti dalla stalla, secondo me invece bisogna andare a vedere le stalle, perché questo è il modo di andare a investigare questa questione". Risultato: in Germania c'è stata confusione sulla gestione del batterio killer, ha aggiunto, come confermano le prime pagine dei giornali che parlano di una situazione di 'caos'.
E nel paese l'aria è sempre più pesante - Il quotidiano di sinistra Frankfurter Rundschau scrive che "la complessità del sistema federalista ha, ancora una volta, conseguenze disastrose". Basti pensare che l'istituto pubblico Robert-Koch, "ad esempio, non può fare domande ai pazienti poiché questa é una prerogativa delle autorità regionali!". Mentre i Verdi chiedono un dibattito parlamentare e attaccano la Merkel ("la gestione della crisi da parte del governo è pessima"), i socialdemocratici (Spd) chiedono una "forza di intervento mobile" a livello nazionale che sia in grado di far fronte a epidemia di questa portata. Ma il ministro dell'Agricoltura, Ilse Aigner (Csu), continua a tenere duro: il sistema di "gestione delle crisi funziona", ha detto rispondendo alle critiche: "Le autorità stanno concentrando tutte le loro forze nella lotta a questa epidemia". I risultati dei primi test federali sui campioni di germogli di soia sono attesi entro venerdì, ha annunciato Juergen Thier-Kundke, il portavoce dell'istituto federale per la valutazione del rischio (BfR), cioè il laboratorio di riferimento per il batterio E. Coli nel cibo.
notizie.tiscali.it/articoli/esteri/11/06/08/batterio-killer-europa-caos-confermato-nuovo-caso-polo...
Batterio killer E.coli. Bahr: infezioni in calo
(IAMM) Berlino 8 giu 2011 - Buone notizie sul fronte del batterio killer escherichia coli arrivano dal Ministro della Salute tedesco Daniel Bahr secondo il quale le infezioni sarebbero in netto calo nonostante nulla si sappia ancora sull'origine che ha causato 24 morti e migliaia di contagi. "Molti elementi suggeriscono che ormai il peggio è alle spalle" ha dichiarato Bahr ma sull'origine dell'epidemia precisa: "nella maggior parte dei casi, circa l'80% l'origine dell'infezione non è stata identificata".
Gli esperti tuttavia continuano le ricerche dopo aver scagionato cetrioli e soia consapevoli che l'Europa tutta attende dalla Germania risposte certe visti anche i danni commerciali che la psicosi da batterio killer ha provocato nel settore ortofrutticolo.
www.italia-news.it/salute-c13/batterio-killer-e-coli--bahr--infezioni-in-calo-69...
Epidemia E. Coli: aiuti agli agricoltori, 210 milioni offerti da Ue
(IAMM) Bruxelles, 9 Giu 2011 - 210 milioni di euro, questa la cifra offerta dalla Commissione europea per aiutare gli agricoltori coinvolti dall'emergenza alimentare dovuta al bettario killer. Il commissionario europeo Ciolos
spiega che "il pacchetto permetterà di rispondere alle richieste di risarcimento per il periodo dal 26 maggio alla fine di giugno. Faremo poi il punto della situazione e vedremo se ci sarà bisogno di modificare questi dati”.
In questa prima fase di emergenza i coltivatori di cetrioli, zucchine, pomodori, peperoni e lattuga saranno risarciti fino al 50% del prezzo medio di mercato per tutti i prodotti rimasti sul bancone. Nello specifico, la Spagna, gravemente danneggiata nel settore export per le vendita di cetrioli, pomodori ed altri prodotti, avrebbe chiesto un risarcimento pari a 400 milioni.
www.italia-news.it/salute-c13/epidemia-e--coli--aiuti-agli-agricoltori--210-milioni-offerti-da-ue-69...
Batterio killer, epidemia in calo. Cia: psicosi costa 600 milioni in Europa e 150 in Italia
“Riduzione sensibile dei casi segnalati” – così Daniel Bahr, Ministro tedesco della Sanità, si è espresso questa mattina a riguardo dell’evoluzione del caso E.Coli, segnalando un sensibile ridimensionamento dell’epidemia. “Non è ancora possibile levare l’allerta ma abbiamo motivo di credere che vi sia speranza – ha precisato Bahr - Le cifre delle nuove infenzioni continuano ad abbassarsi in modo costante. Questo significa che certamente si potranno avere ancora nuovi casi e, disgraziatamente, nuove morti, però il numero delle nuove infezioni scende in modo sensibile. Questo mostra che il peggio è passato”.
Rimangono, tuttavia, le incertezze circa la vera causa di contaminazione: dopo i cetrioli e i germogli di soia, ad essere sotto accusa è stata la Gaertnerhof Bienenbuettel, azienda di prodotti biologici e di circa 20 tipi di germoglio diversi. L’attenzione, infatti, continua insistentemente a concentrarsi su un probabile sviluppo del batterio durante la cultura dei semi, allargando, inevitabilmente, lo spettro di possibili focolai – l’allerta delle autorità tedesche coinvolge adesso anche rucola, ravanelli e erbe mediche prodotte nello stesso stabilimento incriminato. Tra le informazioni raccolte finora sull’identità del ceppo O104, di cui il batterio incriminato è una variante, la sua resistenza alle cure antibiotiche inizia a destare curiosità. Per raggiungere questa forma di resistenza e ottenere l’immunità al farmaco, infatti, i ceppi O104 devono, di norma, essere esposti ripetutamente alle cure antibiotiche. Il Robert Koch Institute ha, a tal proposito, decodificato la struttura genetica del ceppo O104, confermando la sua resistenza alle classi e combinazioni della maggior parte di antibiotici conosciuti – tra cui la penicillina, la tetraciclina e l’amoxicillina.
Come riporta TheGuardian, inoltre, il ceppo è caratterizzato da due geni (TEM-1 eCTX-M-15), potenzialmente responsabili di insufficienza critica degli organi ospitanti e che possono provocare la morte di chi ne è infetto. L’attenzione nei confronti dell’impronta genetica del ceppo risulta, quindi, giustificata dall’ipotesi che il ceppo possa essere stato modificato selettivamente in laboratorio, esponendolo a tutte le classi di antibiotici –selezione impossibile da ottenere naturalmente con la sola persistenza all’interno dei cibi. Non ci sono, al momento, dati che possano confermare o smentire scenari vagamente ‘complottistici’ circa la reale provenienza di un batterio con peculiarità non proprio naturali. – ci si potrebbe interrogare, ad esempio, sul perché sia stata proprio la Spagna, ostile all’introduzione degli OGM, ad essere messa per prima sotto accusa. In attesa di indicazioni più precise, l’allarmismo altalenante continua a provocare danni per il mercato ortofrutticolo. In Italia, il settore sta subendo un calo di vendite del 20% per frutta e verdura. Matteo Ferrari, presidente della Confederazione Italiani Agricoltori, ha ricordato come gli interventi, finora programmati dall’Ue, si siano rivelati insufficienti: “Per dare risposte adeguate agli agricoltori colpiti occorrono interventi realmente concreti. L’Ue deve tamponare urgentemente una situazione gravissima per l’intero settore ortofrutticolo. Per prima cosa è urgente che l’Unione europea faccia al più presto la massima chiarezza sulla vicenda e che la Germania si assuma in modo preciso le sue responsabilità. Non è possibile che a più di due settimane dal verificarsi delle prime intossicazioni non si conosca ancora con precisione la causa del batterio.”
Secondo un’indagine preliminare della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), presentata alla 5^ Conferenza economica in corso a Lecce, l’Italia tra i principali produttori europei di ortofrutta (230 mila ettari coltivati a ortaggi, agrumi e frutta, 610 mila aziende per una produzione lorda vendibile stimata in 12,3 miliardi di euro all’anno, di cui quasi un terzo, 4,2 miliardi, destinata alle esportazioni) rischia un danno economico che supera i 150 milioni di euro. Inoltre a rischio sono anche circa 10 mila posti di lavoro nel settore. Ingenti danni anche per la Spagna, additata come “colpevole” della produzione di certioli contaminati, così che in meno di due settimane ha perso circa 250 milioni di euro. La Francia ne ha persi 60 milioni, Germania e Paesi Bassi circa 50 milioni di euro rispettivamente. Considerando i danni del Belgio (10 milioni) e della Danimarca (2,5 milioni), seppur minori, il bilancio del danno in Europa ammonta a 573 milioni di euro. Secondo le stime della Cia, tra la psicosi indotta dalla ”mucca pazza”, aviaria e influenza A il bilancio in termini le perdite nel settore superano la cifra di 5 miliardi di euro di danni.
www.italiamagazineonline.it/archives/13887/batterio-killer-epide...