Caso APOLLO 20

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Alfredo_Benni
00domenica 6 luglio 2008 13:45
Parte seconda
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http://www.cun-veneto.it/images/Apollo20II.pdf

Apollo 20, facciamo il punto (parte seconda)
Di Alfredo Benni

Tutti i lettori ricorderanno il caso Apollo 20. Fu un controverso caso che si sviluppò al suo culmine nell’estate del 2007 quando un certo William Rutledge postò una serie di video che mostravano una mastodontica astronave sulla Luna. Astronave che manco a dirlo sarebbe stata oggetto di una missione segreta congiunta USA – URSS da parte di tre astronauti che avrebbero esplorato l’astronave e poi in puro stile Yankee l’ avrebbero fatta esplodere.

Di questo caso me ne occupai nel settembre 2007 evidenziando le numerosissime incongruenze. Ma ora analizzeremo ulteriori e macroscopiche incongruenze che mi portano a pensare che molte persone si sono occupate di un caso assurdo. I teorici del cospirazionismo si sono tuffati a capofitto in questo caso, ma a volte la realtà è troppo semplice per essere vista. Solo chi non la vuol vedere non la vede.

Riassunto delle incongruenze precedenti
Ricordo che per lanciare un Saturno V bisognava pianificare la missione oltre un anno prima. Infatti il Saturno V era un razzo estremamente complesso oltreché gigantesco. Perciò una tale attività di lancio che durasse un anno di preparazione attorno ad un razzo alto più di 100 metri non sarebbe potuta passare inosservata. Inoltre proprio in quel periodo si toccò l’apice di una acuta crisi politico militare tra USA e URSS per la diserzione del pilota russo Viktor Belenko che atterrò con il suo MiG-25P Foxbat “A” in Giappone. Un altra incongruenza è basata proprio sui video di Rutledge che appaiono contraffatti per confondere e depistare volutamente le persone. Rutledge si logga su YouTube proprio il 1° di aprile 2007. E’ un caso o una sfida di intelligenza, del tipo vediamo se ve ne accorgete ? E ancora cos’è quella molla o filo spiraliforme che si vede spuntare per alcuni secondi in un filmato postato da Rutledge che dovrebbe ritrarre la presunta astronave sulla Luna? E’ una molla che regge un modellino ? E’ un cavo elettrico di una lampada fotografica ? A parte qualche romantico irriducibile, che ancora confidava nella genuinità del caso e nella buona fede di Rutledge, tutti noi quando abbiamo visto il “mollone” abbiamo avuto la certezza che il caso fosse chiuso.

Ma ci sono ancora alcuni lati oscuri che vanno ancora ulteriormente approfonditi. In particolare che c’è sulla Luna ? Che ritraggono le foto NASA ? Ma andiamo per ordine: oltre alle variabili citate in precedenza, ovvero complessità del lancio e lunghezza dei tempi di approntamento del vettore Saturno V, ci sono altre cause perché il Saturno V non poteva non essere visto ? Ovviamente si. Vediamo quali.

Il numero enorme delle persone coinvolte
Il progetto Apollo si è avvalso di migliaia di operatori: tecnici, ingegneri, metereologi. Sparsi in ogni parte del mondo. Infatti la Terra ruota nello spazio e pertanto, per mantenere le comunicazioni con il veicolo lunare è necessario disporre di veicoli sparsi in tutto il mondo che facciano da “ponte radio” per i segnali audio e la telemetria. Oltre alle basi di Marshall, Kennedy e Houston venivano usati navi e aerei per mantenere la comunicazione nelle missioni Apollo. E questa missione non sarebbe stata diversa dalle altre. Anzi…


Su migliaia di tecnici e militari impiegati in questa presunta missione segreta possibile non sia trapelata nemmeno una indiscrezione ? A Vandemberg risiedono i militari stanziati nella base con le loro famiglie. Possibile che nessuno abbia visto nulla ? Inoltre proprio elaborando l’immensa mole di dati sulla base di Vandemberg ho trovato uno studio effettuato, proprio dalla base di Vandemberg, sulla visibilità di un lancio di un Minuteman 3. Il Minuteman 3 è circa, come dimensioni, la metà di un Saturno V. In piena guerra fredda era importante lanciare i propri missili in modo che fossero visibili il più tardi possibile. Gli Usa sapevano che attorno alle loro basi di lancio erano stanziati degli agenti russi in sonno. Scopo di questi agenti era avvertire tempestivamente la controparte russa al lancio dei missili. Nonostante l’uso dei satelliti fosse ormai consolidato questa pratica di controllo “locale” era molto diffusa in entrambe le superpotenze. Addirittura furono scoperti agenti russi che filmavano con precisione cronometrica tutti i lanci americani. Ebbene in questo studio il Minuteman 3 aveva una visibilità molto alta. Al distacco del primo stadio la visibilità raggiungeva un solo stato. A due stadi la visibilità era a sei stati. Al distacco del terzo stadio la visibilità era su un area geografica di otto stati. Praticamente tutta la costa occidentale degli Stati Uniti. Non si sarebbe proprio potuto parlare di missione segreta !!!



Le altre anomalie
Ma tante altre sono le evidentissime anomalie; mi voglio soffermare solo sulle primarie che urlano la totale falsità di questo caso al lettore:
- Lo stemma della missione
- La grandezza della presunta astronave
- Le immagini rilasciate da Rutledge.

Macroanomalia: lo stemma della missione
Come affermato in precedenza questo stemma era molto dubbio poiché identificavo la forma di questo oggetto, con lo scopo di tutta questa storia: un bel pesce di aprile. Ed infatti la forma allungata con una deriva verticale non presente nelle foto, fa sembrare l’astronave di profilo proprio un immenso “pescione”. Unito al fatto che Rutledge si sia registrato sul portale YouTube proprio il primo di aprile, mi suggeriva maliziosamente il concetto che questa storia fosse tutta una grande burla per sprovveduti. Ma c’è un altro fatto ben più concreto che suggerisce che questo logo non sia vero. E’ si vero che i loghi della Nasa furono loghi simbolici e fantastici: abbiamo aquile e caravelle negli stemmi. Ma in un volo precedente il randez-vous Apollo Soyuz il logo era scritto in Russo (cirillico) e in Inglese !!! E a sentire Rutledge questa era una missione preparatoria in cui Leonov si sarebbe confrontato con la tecnologia americana. Tutti i veri “mission patches” sono multilingue. E non si capisce il perché in una missione così importante, di recupero, studio e distruzione di una nave aliena non avrebbero dovuto apparire le due nazionalità.




“Rutledge” ha ordito una abile messinscena
Ovviamente sappiamo che Rutledge non è chi dice di essere. Le tracce telematiche delle mail con cui si è loggato su YouTube riconducono ad un certo Thierry Speth, fotografo e scultore parigino. Ma ci sono collegamenti precisi che inducono a pensare che siano implicati anche il poliedrico attore, regista e montatore Jean-Pierre Mocky nonché il suo amico fotografo Thierry Nectoux. Quindi, quando diciamo “Rutledge” non dobbiamo pensare ad una sola persona, ma ad un gruppo di persone: montatori, scenografi, registi, scultori, fotografi, attori, doppiatori, cartellonisti, grafici informatici, fonici e così via… Sarà un caso che da un po’ di tempo i maggiori falsi ufologici arrivano dalla Francia ?

Ma come ha fatto “Rutledge” a mettere in piedi questa ingegnosa messinscena ? Come faceva a dispensare dati tecnici così precisi nelle sue chattate con gli ignari utenti di YouTube tanto da farsi passare per un provetto astronauta ?
Semplice: “Rutledge” si è scaricato da internet qualche manuale della Nasa e se l’è studiato. E poi ha pilotato abilmente il discorso. Io personalmente ho scaricato manuali della Nasa in formato PDF per 1,8 giga di dati; e non li ho scaricati tutti. Manuali tecnici originali. Dettagliati piani di volo pre e post missione; manuali di volo del modulo lunare e del razzo apollo. Manuali che indicano con precisione i check da fare pre lancio. Manuali su come scaricare il rover e su quali attrezzature scientifiche il rover porta. Manuali della cabina di comando del LM e del modulo madre. Sistema di navigazione, computer e test di volo, supporto vitale, impianto elettrico, idraulico, ecc... Tutto completo di tabelle, diagrammi e foto. Scherzando ormai chi ha seguito il mio lavoro sostiene che oramai saprei anche pilotarlo l’ Apollo 20. Sicuramente con le nozioni che ho appreso ora non mi sarebbe difficile fingermi un nuovo “Rutledge” e imbastire una storia ai limiti del verosimile, anche appellandomi a tutta la mia formazione scientifica.

Qui sotto solo alcune immagini tratte dai manuali originali Nasa che tolgono ogni dubbio sulla completezza delle informazioni reperibili sulle missioni Apollo. E’ bene ricordare che in questi manuali sono stipate migliaia di immagini, grafici, tabelle, dati, prospetti. Il tutto scaricabile semplicemente da internet.










Macroanomalia: la grandezza della astronave
Senza addentrarci in complicate triangolazioni e rapporti di focale, ora il nostro obbiettivo è calcolare la dimensione della massa che compare nelle foto NASA. Per fare questo abbiamo contato i pixel sulla immagine. I pixel sono i “punti” che compongono una immagine. A paragone abbiamo preso una misura nota: il cratere Izac D per altro non tanto diverso dal vicino Izsak. La larghezza del doppio cratere viene stimata tra 30 e 31.56 km. I Pixel che compongono il diametro misurato nella sua lunghezza (la doppia freccia rossa) sono 453. La lunghezza in pixel dell’astronave è composta da 67,4 pixel. Ne consegue per semplice proporzione matematica che la grandezza dell’ “astronave” sarebbe tra i 4.46 e i 4.68 km



Per fare un paragone, con un oggetto terrestre, la portaerei Enterprise CVN-65 a pieno carico pesa 93.000 tonnellate e misura SOLO 342 metri. Quindi per raffronto la lunghezza della presunta astronave sarebbe pari a 13 o 14 portaerei come l’Enterprise messe una in fila all’altra. Inoltre tale oggetto avrebbe una altezza non trascurabile, stimata in circa 500 metri. Appare ovvio pensare che se questa presunta astronave fosse effettivamente una astronave aliena, tale astronave non sia cava ma sia suddivisa internamente in ponti o livelli, come una normale nostra nave, e ciascuno di questi sia sbarrato da paratie a tenuta stagna. Ora è mai possibile che due astronauti con ingombranti tute, scafandri, poca attrezzatura ma tanta buona volontà vadano all’avventura dentro una nave che misura come 13 portaerei e alta come un grattacielo superando porte e sbarramenti chiusi da secoli e abbattendo paratie magari fatte con leghe sconosciute ? Appare evidente l’infondatezza di questa storia solo confrontando un piano di attività extra veicolare (EVA) in cui tutto è pianificato nei pur minimi dettagli. Inoltre un allunaggio non è mai andato oltre le 75-80 ore. E ogni missione EVA non è durata mai più di 6 ore. Questo per un semplice motivo: le riserve di aria sono limitate. E quindi i tempi devono essere programmati al minuto, compresi i tempi di veglia e sonno. In 80 ore 2 astronauti avrebbero percorso in lungo e in largo l’astronave, superato paratie, abbattuto porte, sarebbero arrivati fino al ponte di comando, recuperato strumentazione aliena, il cadavere di una donna (aliena), la famosa Monna Lisa, per di più in stasi (che sarebbe stata anche resuscitata), l’avrebbero portata sul LM e sarebbero ripartiti, dopo aver piazzato delle cariche atomiche per non consegnare l’astronave in mani nemiche (forse i cinesi ?). Inoltre quali le procedure di decontaminazione dopo essere stati in una nave aliena ? Insomma, ragionandoci un po’ sopra, appare evidente che un esercito di 100 persone composto dall’ addestrato equipaggio delle Enterprise di Star Trek e armato di tutto punto con “faser”, anche se guidato dal capitano Kirk in persona, non sarebbe bastato a fare tutto questo in 80 ore. Altro che quei due poveri astronauti !!!

Macroanomalia: le differenze nella documentazione rilasciata da Rutledge
Fra le foto NASA e le foto rilasciate da “Rutledge” e riprese dal LM che avrebbe sorvolato la presunta astronave ci sono delle forti differenze. Nella foto seguente sono abbinate e messe nella stessa scala le due foto: in alto la foto che avrebbero fatto gli astronauti della missione Apollo 20. In basso un ingrandimento di una foto ufficiale NASA. C’è da dire che nella sigla AS15-P-9625, la P indica che quella è una foto panoramica; ed infatti la strisciata composta da moltissime foto 9625 è veramente lunga. Ma torniamo al confronto. Come si può osservare le differenze riguardano tutta l’area. In particolare: (1) l’oggetto presunto è diverso. E’ diversa la prua (in alto) e la poppa che nella foto NASA appare curvata verso l’alto. Inoltre l’oggetto nella foto NASA appare più tozzo. I tre crateri (2) nella foto Apollo 20 sono abbastanza lontano dall’astronave, mentre nella foto NASA gli stessi crateri si sono avvicinati. I crateri della sezione vicino alla prua della astronave (3) sono completamente diversi. Come anche quelli della sezione a poppa (4). Con un po’ di pazienza e calma si troveranno almeno altre 25 differenze. Inoltre, nella foto in alto, a sinistra della sigla AS20-1020 si possono notare delle zone colorate che cambiano repentinamente tonalità di grigio. Queste “zone” non sono altro che “slavature”, ovvero pennellate mal riuscite che dovrebbero simulare una differente luminosità lunare. Un uso dell’aerografo sarebbe, in questo caso, stato più appropriato !!
Inoltre nessuno può obbiettare che le foto NASA non siano corrette o siano state manipolate, poiché il presunto oggetto appare in molte strisciate panoramiche ed è ripreso sia dall’Apollo 15 che dall’ Apollo 17. Pertanto l’oggetto, o presunto tale, è come appare nella foto in basso che è fra le foto ufficiali della NASA: AS15-P-9625, AS15-P-9630, AS17-P-2797, AS17-P-2799, AS17-P-2801, AS17-P-2806.


Ma alla fine… che c’è sulla Luna ?
C’è una bella catena montuosa. Lunga 4,8 chilometri e alta 500 metri. Una collina lunare. In realtà, come vedremo da una analisi dettagliata del paesaggio lunare circostante, si tratta di uno smottamento del bordo di un cratere. Esistono immagini simili in diversi punti della Luna come l’immagine qui sotto che ritrae una catena montuosa assai simile alla presunta astronave aliena

Ma andiamo per ordine.
La massa lunare è 1/81 della massa terrestre. I diametri della Terra e della Luna sono rispettivamente 12.756 km e 3476 km. La densità media della Luna è di soli 3,34 g/cm3, da confrontare con i 5,52 g/cm3 della Terra. L' emisfero visibile della Luna presenta due diverse tipologie di terreno: le pianure scure (maria), e le terre chiare o altopiani (terrae). L'albedo (o riflettività), dei maria lunari è compresa fra 0,05 e 0,1 mentre quella delle terrae ri¬spetto ai maria è più elevata, oscillando fra 0,12 e 0,18. Il maggiore albedo delle terrae rispetto ai maria è dovuta alla composizione delle rocce che hanno un più alto contenuto in alluminio e alla scarsità di ferro. Le rocce più comuni sono le anortositi, le noriti e le troctoliti. L'età delle brecce da impatto (un aggregato formato da uno o più tipi di rocce tenuto insieme da materia più fine) delle terrae è stata determinata ricorrendo alla tecnica della datazione radioattiva. Il risultato è che l'età dei campioni raccolti dalle missioni Apollo è compresa fra 3,8 e 3,9 miliardi di anni.
Le terrae ricoprono l'83,l% della superficie lunare e sono completamente cosparse di crateri da impatto. Sull'emisfero visibile dalla Terra ci sono 300.000 crateri con diametro maggiore di 1 km, mentre quelli con diametro maggiore di 100 km sono 234. Ora, due nozioni per noi molto importanti:
- la saturazione craterica implica che la formazione di un nuovo cratere deve cancellare, almeno parzialmente, un precedente cratere.
- i crateri non sono immutabili nel tempo. Spesso avvengono fenomeni di rilassamento ed adattamento del terreno. E la morfologia del cratere dipende dal diametro del cratere stesso. I crateri più piccoli hanno una semplice forma a scodella; crateri più grandi mostrano un picco centrale, mentre per diametri ancora più estesi si possono sviluppare una serie di anelli concentrici che circondano il cratere. Con queste informazioni di base siamo in grado ora di leggere le foto delle missioni Apollo. Il punto (1) rappresenta probabilmente uno dei primi impatti meteorici avvenuti in quell’area. A questo cratere si è affiancato il cratere nel punto (2). Un successivo impatto (3) ha unito questi due crateri deformando l’area che ora contiene la presunta astronave. Poi in sequenza abbiamo l’impatto (4). Questo è un impatto violento e genera un grande cratere. Ovviamente sposta una gran massa di materiale in maniera concentrica verso l’esterno. Altri impatti (5) e (6) (7) ulteriormente indeboliscono e frantumano l’area. Osservando bene si può notare una linea, qui evidenziata in giallo, che taglia tutta l’area.



Le frecce rosse indicano i vettori di sforzo e di impatto di tutti gli altri impatti oltre a quelli già visti in precedenza.



Come si può notare esiste una faglia che taglia tutta l’area compreso il cratere in cui sarebbe depositato il presunto oggetto. Ed alla fine è proprio questo presunto oggetto che ci parla e ci dice chi è: Se infatti notiamo la parte sinistra del cratere in cui ci sarebbe l’astronave vediamo che presenta una concavità. Analoga concavità la troviamo nella coda della presunta astronave. Da ciò possiamo dedurre che l’ “astronave” altro non è che un pezzo di roccia che si è staccata dal bordo del cratere ed è scivolata lungo in cratere che a sua volta è stato alzato a seguito dell’impatto meteorico più violento (punto 4).

Conclusioni
Nessuna astronave quindi. Nessun alieno. Nessuna missione segreta congiunta. Nessuna esplosione nucleare per esplodere l’astronave. Non c’è un cadavere alieno. Ci sono solo verità (Leonov e i manuali dell’ Apollo) e tante menzogne mescolate nemmeno troppo abilmente insieme. Resta da vedere perché qualcuno abbia perso tutto questo tempo per creare questa colossale burla. Infatti se questo è un caso del tutto fasullo, questo non toglie che sulla Luna siano state riscontrate una serie lunghissima di anomalie tanto da essere catalogate in un catalogo NASA. Anomalie che tracciano insistentemente un traccia esogena e quindi aliena alla nostra tecnologia primitiva. Forse con questa burla si voleva screditare in nutrito catalogo di anomalie lunari ? Forse è stata una operazione per inchiodare al muro i seri ricercatori ufologici ? Che sarebbe successo se la comunità ufologia avesse accettato passivamente le rivelazioni avute da “Rutledge” ? Probabilmente alla fine si sarebbe presentato qualcuno con un modellino di 15 centimetri in mano e avrebbe detto: “Siete degli incompetenti ! Eccola la vostra astronave…”. E questa sarebbe stata la fine dell’ufologia e dello studio dei fenomeni lunari transeunti. Ma questo per fortuna non è successo. Ma c’è qualcuno che comunque un vantaggio da tutta questa storia lo ha tratto. Di recente sono comparsi su un sito di appassionati a questo caso lo SpaceHeroes.com, la vendita di orologi, magliette, cappellini, stemmi e tazze da caffè-latte con lo stemma dell’ Apollo 20. Tutto rigorosamente acquistabile on-line con carta di credito. Dicono di farlo per finanziare la ricerca della verità… sarà pure… Potenza del business.


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