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Rilevabilità degli UFO

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2011 03:26
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Città: MONZA
Età: 39
Sesso: Maschile
29/03/2011 01:17

Ciao a tutti, l'argomento è molto interessante ma incredibilmente complesso, come già è stato fatto notare. Ci sarebbero molte cose che vorrei scrivere, ma il tempo è più che mai tiranno, dunque cercherò di condensare...
Innanzitutto io non sono così convinto che questi avvistamenti siano andati davvero scemando fino ad oggi. Chi ha detto che nel passato c'erano così tanti avvistamenti da superare nettamente quelli odierni? Magari è vero, ma le cronache giunte fino a noi (sono perfettamente d'accordo con Interessato74 quando dice di guardare più a queste fonti che non a miti e raffigurazioni artistiche soggette ad interpretazioni ed allegorie) quanti avvistamenti certificati ci avranno mai tramandato? Qualche decina? Qualche centinaio? Qualche migliaio? Considerando gli svariati millenni in cui si articola la storia dell'uomo oggi conosciuta, mi sembrano comunque un po' pochi per giungere alla conclusione certa che gli avvistamenti "una volta" erano di più. Inoltre mi sembra che, lanterne cinesi a parte, gli avvistamenti testimoniali classici (senza necessariamente documentazione video-fotografica) si mantengano comunque su numeri abbastanza elevati, basta guardare le statistiche annuali dei vari centri ufologici. Quello che sembra essere "diminuito" sono le testimonianze documentate (da foto o video) attendibili. Ma innanzitutto, è poi vero? La quantità grezza di filmati e foto è sicuramente aumentata enormemente, data la maggiore diffusione di telecamere, fotocamere e videofonini, e questo è un dato di fatto. E' altrettanto vero che la maggior parte di tali documenti risulta essere falsa o dubbia in seguito alle analisi, date le maggiori posibilità offerte ai falsari dalle nuove tecnologie. Ma esistono dati concreti per dire che i video autentici sono diminuiti? Non dimentichiamoci ad esempio che molti avvistamenti sono corredati da foto sgranate di puntini luminosi su fondo buio dai quali è impossibile trarre conclusioni certe, per assurdo potrebbero essere tutte vere, non lo sappiamo. Secondo me dire "al giorno d'oggi tutti i filmati di UFO sono falsi" è un po' eccessivo, e può dipendere da un'impressione generale dovuta ai tanti casi all'apparenza incredibili rivelatisi poi bufale clossali ad una più attenta analisi, il che crea comprensibilmente delusione e disillusione negli appassionati alla materia. Ma non dimentichiamoci che ad esempio youtube pullula letteralmente di filmati di UFO, alcuni anche di dischi volanti e oggetti strutturati abbastanza complessi, ma il più delle volte a causa della compressione e di altri fattori è impossibile formulare giudizi sulla loro autenticità e giustamente vengono scartati. Ma questo non significa che siano certamente tutti dei falsi, purtroppo uno dei difetti dell'era digitale è che ormai si condivide tutto su internet invece che affidarsi agli ufologi e nel mare magnum del web è impossibile districarsi, dunque si finisce col lasciar perdere, senza che ciò implichi necessariamente la falsità di tutti i filmati. Diciamo quindi che non ci sono dati a sufficienza per capire quale sia davvero l'andamento REALE dei filmati autentici di UFO da parte di testimoni nel tempo.

Detto questo, ci sono però delle cose interessanti e anche un po' inquietanti da dire sul fenomeno UFO e i suoi comportamenti nei confronti dei testimoni ed in particolare di chi cerca di immortalarli. Attualmente ho quasi finito di leggere un interessante libro di cui qualcuno di voi mi avrà già sentito parlare sul forum in passato. Si tratta di "Project Identification: the first scientific field study of UFO phenomena", scritto nel 1981 dal'ormai defunto prof. Harley Rutledge, allora direttore del dipartimento di Fisica alla Southeast Missouri State University di Cape Girardeau. A seguito di un'improvvisa ondata di avvistamenti UFO verificatasi nella vicina cittadina di Piedmont, egli, incuriosito dagli strani eventi, decise di indagare, ed avendo potuto osservare di persona il passaggio di alcuni di questi misteriosi oggetti luminosi decise di fondare un progetto di ricerca (finanziato a quanto pare dall'università, il che è notevole), chiamato appunto "Project Identification" (durato dal 1973 al 1980) con lo scopo di studiare empiricamente e strumentalmente tali manifestazioni in modo sistematico. Ebbene, senza stare a dilungarmi, nel corso di 158 appostamenti con 378 osservatori, furono osservati 136 oggetti volanti non identificati delle più varie fogge e tipologie, per lo più luci sferiche notturne, ma anche velivoli apparentemente strutturati e perfino un disco diurno. Ve detto che il materiale che riuscirono a raccogliere, per lo più fotografico, è abbastanza poco a causa di difficoltà concrete nell'immortalare tali oggetti, pertanto ciò che si ha a disposizione è per la maggior parte materiale testimoniale derivato dalle trascrizioni delle registrazioni fatte durante le varie sedute di osservazione. Uno "scetticone" alla Tozzi chiuderebbe qua il discorso con una sonora risata e uno sberleffo, dicendo che "non abbiamo niente in mano, solo aria fritta", e dal punto di vista strettamente tecnico non si potrebbe dargli poi torto se escludiamo il valore della testimonianza, seppur proveniente da testimoni plurimi e qualificati. Tuttavia, volendo essere un po' più "di mente aperta" e considerare comunque l'ingente lavoro svolto, tenendo conto della serietà e professionalità accademica del fisico statunitense e dei suoi collaboratori, nonché dei numerosi dati ed analisi presenti nel libro, abbiamo per le mani qualcosa di più della solita testimonianza di uno scienziato alla Clyde Tombaugh. Abbiamo un gran numero di avvistamenti fatti in modo sistematico nel tempo dalle stesse persone come campione su cui si possono fare considerazioni di tipo statistico e generale.
Nelle conclusioni finali del libro, analizzando i dati a disposizione, Rutledge arriva a sostenere che il fenomeno è assolutamente reale e concreto ed è guidato da un'intelligenza che sembra interagire attivamente con gli osservatori. Anzi, sembra quasi che giochi con loro, conosca le loro intenzioni e le loro mosse e sia essa stessa a studiare loro e non viceversa. Nella maggior parte dei casi le luci seguivano sempre uno stesso percorso, si muovevano nella direzione degli osservatori per poi deviare improvvisamente in modo da passare lontano dalla loro posizione e rendere difficile immortalarli. In numerosi casi degli UFO immobili nel cielo sparirono nel nulla o partirono a gran velocità nell'istante stesso in cui l'osservatore si apprestava a scattare una foto. Gli avvistamenti più eclatanti sono avvenuti mentre le macchine fotografiche erano smontate dai treppiedi e i membri del progetto non erano in osservazione.
Inoltre gli UFO manifestarono una gran tendenza alla mimetizzazione, nonostante non disdegnassero poi di farsi riconoscere dagli osservatori prima di partire improvvisamente o sparire. In numerose occasioni assunsero l'aspetto (ed anche le caratteristiche luminescenti con le continue variazioni cromatiche, è bene dirlo) delle stelle, stazionando in cielo all'interno di grandi costellazioni come l'Orsa Maggiore o i Gemelli in qualità di "intrusi", per poi "smascherarsi" non appena l'osservatore notava qualcosa di anomalo. In altre assunsero l'aspetto di "velivoli" che al telescopio mostravano avere configurazioni alari e aspetto del tutto improbabili, oppure luci di posizione del tutto anomale che non presentavano alcuna struttura solida nel mezzo. In un caso una di queste luci si piazzò esattamente tra il punto di osservazione di Rutledge e il pianeta Venere, sbucandone fuori all'improvviso con comprensibile stupore del fisico, e questo significa che l'oggetto era probabilmente lì per lui, perché solo lui era correttamente allineato col pianeta per poter apprezzare questa "performance". Dunque da tutto questo emerge il ritratto di un fenomeno UFO sfuggente, intelligente e che decide come e quando lasciarsi immortalare. Osservando le tavole illustrate presenti nel libro si nota come siano quasi tutte scie non ben definite (riguardo le quali sarebbero da segnalare molte anomalie, ma è un altro discorso) o puntini fissi in cielo che forniscono ben pochi dati utili, nessuna foto clamorosa, sempre solo immagini dubbie, come a dire "guardateci pure ma da lontano". Sembra quasi che non disdegnino di farsi vedere, ma con avvistamenti ad personam, a beneficio di pochi per volta ben selezionati, e tali da non riuscire comunque a squarciare definitivamete il velo sul mistero della loro natura. Un atteggiamento che sembra contraddittorio, spingendo alcuni a chiedersi con Fermi "se ci sono perché non si fanno vedere?", ma che risponde probabilmente a logiche molto precise che per ora non ci è dato comprendere, avendo ben pochi elementi in mano.
Scusate la lunga digressione, ma volevo fissare questi concetti finché la lettura è ancora fresca, sennò va a finire che mi dimentico... [SM=g27995]

P.S.: mi accorgo che all'inizio ho scritto "cercherò di condensare"... Alla faccia! [SM=g27993]
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