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Rilevabilità degli UFO

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2011 03:26
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28/03/2011 15:13

In realtà, alcuni patterns fondamentali del fenomeno si mantengono attraverso i secoli, permettendo di riconoscere in testi antichi una casistica che si può definire in senso più o meno lato ufologica. Il termine pliniano clipeus ardens o le descrizioni certi oggetti descritti nelle cronache medievali, collimano appunto con almeno due delle tipologie delineate a suo tempo da Hynek: i dischi diurni e le luci notturne. Altri oggetti, pur controversi, come quello avvistato la notte prima della battaglia di Lepanto, paiono ricondursi alla fenomenologia dei grandi oggetti aerei sigariformi.

Dalle casistiche antiche è da escludere invece tutta l'enorme massa di speculazioni sugli antichi astronauti attestati nel mito, nelle pitture rupestri, nella pittura etc. L'appassionato della materia tende a confondere l'ipotesi degli antichi astronauti con l'ETH sugli UFO moderni. Sono due cose diverse. Il principale assertore del "non è terrestre", Peter Kolosimo, era uno dei negatori più recisi della casistica ufologica contemporanea. E' ovvio: se devo affermare che l'uomo della maschera di giada è un astronauta in una capsula Mercury, arrivata qui in passato magari su un'arca generazionale, non posso accettare la testimonianza parallela, antica e contemporanea, di una probabile espressione tecnologica ben al di là dell'astronautica dei razzi. Nell'insieme, per quanto mi riguarda e stando alle mie conoscenze sulle civiltà antiche e sulle loro tradizioni, tutto l'armamentario su Oopart e antichi astronauti tratto da poemi, monumenti etc. è materiale molto contestabile -leggi, paccottiglia. Insulta l'abilità umana e ignora le tecnologie e le strutture cognitive dell'uomo arcaico, operando un riduzionismo culturale decisamente nauseante.

Gli aspetti stabili del fenomeno, attestati da materiale cronachistico e paradossografico "non ufficiale", ne confermano la credibilità, se non si guarda ai fatti con occhio pregiudizialmente scettico. Quello che cambia è il rumore di fondo mediatico, unitamente alle tecniche di falsificazione e rappresentazione del fenomeno stesso. Un filmato sull'UFO di Phoenix realizzato con le tecniche oggi disponibili adegua le attese dell'occhio (inteso in senso ampio di occhio più mente) a ciò che ci si aspetta di vedere. Il fenomeno è già anomalo; la rappresentazione lo rende ancora più eclatante e ne plasma l'aspetto. Lo stesso falso ufologico offre materiale di studio non soltanto dal punto di vista della necessità di separare il grano dal loglio, ma altresì nell'ottica di analizzare come ci rappresentiamo la casistica ufologica, come il grande pubblico si attende di vederla.

Per quanto le ipotesi parafisiche, à la Keel e Vallée, abbiano avuto l'indubbio merito di reperire nuovi fatti, tuttavia lasciano freddini -di fatto ripiegano nella riduzione sociopsicologica del fenomeno. La realtà fisica che si cela dietro i cavalli di Troia non ha volto. D'altro canto l'ipotesi extraterrestre dura ha dalla sua due dati:

1) il fenomeno UFO persiste nel tempo, ha un comportamento intelligente associabile ad una popolazione di oggetti sì rari, ma caratterizzati da struttura seriale: ingegneristicamente parlando, la serialità strutturale unita a un comportamento intelligente è indice di artificialità, distinguendosi dalle strutture autosimili derivanti da comportamenti di autoorganizzazione perfettamente naturali (cento basalti colonnari più o meno simili sono frutto di comportamenti di autoorganizzazione, cento colonne scanalate con capitello tutte della stessa misura sono opera umana);

2) il fenomeno UFO associato alla ETH risponde al paradosso di Fermi e non è minimamente inficiato dall'obiezione (da Margherita Hack) secondo cui nessuna tecnologia può superare le distanze interstellari. Data una tecnologia avanzata e tempo sufficiente, le distanze interstellari prima o poi si superano. Considerando che a) ci sono mezzo miliardo di pianeti con biosfera; b) intelligenza e tecnologia su una biosfera prima o poi vengono fuori; c) il numero di civiltà presenti in una galassia come la nostra oggi è stimato intorno a 10.000 (ipotesi ottimistica moderata); d) qualche soluzione della fisica più esotica potrebbe pallidamente spiegare certe manifestazioni ufologiche (fisica dell'energia negativa, teletrasporto quantistico etc.), la possibilità che dietro gli UFO ci sia qualcosa di alieno sfiora la necessità tipologica.

Quello che cambia, rispetto ai parametri più o meno oggettivi, sono gli aspetti sociopsicologici del fenomeno e la sua rappresentazione. Il suo, ancora ipotetico, nocciolo duro (probabile presenza di sonde interstellari nel 5% al massimo della casistica ufologica) no. Gli aspetti più controversi in tal senso sono abductions e contattismo, che andrebbero relegati nell'ambito della mitopoiesi, scatenata dal fenomeno che di per sé interagisce con noi a distanza (p. es., l'ibridazione è la versione odierna dell'antico mito del semidio, non ha nulla a che vedere col reale).





[Modificato da Interessato74 28/03/2011 15:13]
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