Eminente egittologo ammette tecnologia aliena nelle piramidi??

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2011 23:17
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19/03/2011 01:25

Secondo me non esiste distinzione fra scienza ufficiale e scienza non ufficiale. Al massimo ce n'è una fra scienza normale (routine accademica) e ricerca scientifica propriamente detta.

Poi vorrei far notare che una civiltà interstellare, se decide di farsi vedere pubblicamente, fa casino. Tradotto in un linguaggio più concreto, avremmo dovuto avere prove evidenti e massicce di presenze tecnologiche aliene. Non le abbiamo. Con tutta la buona volontà, le strutture delle grandi civiltà antiche denunciano la presenza aliena tanto quanto il campanile di Piazza Mercato a Napoli somiglia a un razzo Saturno.

Poi lasciatemelo dire. E' asfissiante l'atteggiamento di chi vede l'uomo arcaico come una sorta di imbecillone che ha bisogno di visitatori alieni anche per fare due più due. L'unica cosa che ha impedito alla civiltà mediterranea antica di sviluppare una civiltà tecnologica come la nostra -nonostante i paranchi automatici, l'atomismo, l'eliocentrismo, la turbina a vapore, gli specchi ustorii, l'invenzione dell'archeologia, una primitiva forma di sfruttamento dell'energia elettrica con le pile di Baghdad e una primitiva meccanica computazionale col meccanismo di Anticitera e col planetario di Archimede- è stata la mancanza di un sistema convenzionale standardizzato per la trasmissione delle informazioni (la stampa), unita all'idea paralizzante che l'universo è pieno di dei, e perciò non può essere controllato da alcuna tecnologia... tecnologia che peraltro è incompatibile con la presenza dello schiavismo.

Ciò detto, le testimonianze ufologiche nel mondo antico ci sono e lo sappiamo. L'ho detto anche altrove: il miglior termine per descrivere un UFO discoidale ce l'offre il latino di Plinio il Vecchio. E clipeus ardens era senz'altro un termine ormai usuale, perché Plinio non inventa, è un compilatore, ma nulla più (prima che qualcuno faccia la voce grossa in merito, chiarisco che io con le lingue e le letterature antiche ci campo, e le conosco). Il che significa che gli avvistamenti, ai tempi dei Romani, erano stati più numerosi di quanto le scarse attestazioni di paradossografi e compilatori facciano a prima vista intendere -ma questa è roba vecchia.

Invece, analizzati nel contesto storico, i miti si inscrivono in tradizioni di lungo termine. Riflettono narrazioni che descrivono fenomeni celesti regolari cifrati in allegoria. Queste narrazioni sembrano già prefigurate nelle grotte mesolitiche e a Gobekli Tepe. Niente catastrofi o alieni, ma osservazione a occhio nudo e tradizione tecnica e mitologica tramandata oralmente con poemi e rituali per millenni. Insomma, il mito è la "scienza ufficiale" degli antichi prima della scrittura e nella fase più arcaica dell'alfabetizzazione. Non riflette eventi eccezionali, ma momenti di fondazione sacrale eternati nella routine del rito e della memoria.

I dati lasciano intendere una cosa ben precisa. Il fenomeno UFO è antico. Possiamo arrivare fino al I sec. d.C. (il papiro Tulli è un falso e altri casi pregressi sono dubbi). Ma ciò è dovuto solo a carenza documentaria. Tutto induce a pensare che questi strani oggetti dovessero di tanto in tanto sgomentare l'uomo da tempi immemori. Aggiungendo il fatto che una civiltà interstellare, anche con mezzi non esotici, può impiegare al massimo centomila anni per raggiungere tutte le stelle della Via Lattea, che di per sé ha almeno dieci miliardi di anni, se anche una sola civiltà ogni centomila anni avesse sviluppato il volo interstellare, l'intera galassia avrebbe dovuto essere toccata da sonde interstellari decine di migliaia di volte. Ne consegue che quasi certamente qualcuno degli UFO è una macchina extraterrestre di qualche tipo. Ma la bagarre mediatica e la micragna intellettuale di certe prese di posizione rende allo stato attuale impossibile farci un discorso scientifico decente sopra.

P. s.

Non mi accampate il fatto che non sappiamo come certe cose sono state costruite (che poi in realtà lo sappiamo, ma se ne parla poco). Non sappiamo bene manco come certi architetti medievali e rinascimentali costruirono le cattedrali. A meno che non vogliate mettere insieme questa nostra ignoranza sull'artigianato operaio cinquecentesco e i presunti UFO nell'arte, tutti peraltro contestabilissimi, tranne un solo caso...

P. p. s.

Gli dèi greci non sono dèi planetari? La lotta di Crono e Zeus è un tipico mito astronomico sulle dinamiche di allineamento di Saturno e Giove e trova corrispondenze perfino nel linguaggio delle civiltà precolombiane, segno che il neolitico di cui erano figli gli antenati culturali dei Greci e quelli degli Incas possedeva, diecimila anni fa, un bagaglio astrologico e religioso ben assestato. Poi anche linguisticamente: Zeus pater, dal miceneo Djeus pater, dall'indoeuropeo *Djeus *phter da cui anche il latino arcaico Iovis pater, che dà origine a Iuppiter nel latino classico: insomma, Giove, dio e pianeta. Che si tratti di un dio astrale lo lascia intuire Omero, quando dice che il clamore arriva ai raggi di Zeus (Iliade, XIII, 837). Di nuovo, non fate la voce troppo grossa. Di recente è stata pubblicata una mia traduzione in versi dell'Iliade. Quando parlo di Omero e di dèi greci so di che cosa sto parlando, ci si creda o meno.
[Modificato da Interessato74 19/03/2011 01:41]
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