WOODOK, 22/11/2010 20.39:
Capisco la tua intenzione di fare bella figura davanti a quelli del CUN, ma hai sbagliato persone biancofive! Era meglio se ti concentravi su qualcun altro.
Capisco la tua intenzione di fare bella figura davanti a quelli del CUN ?!?!?!?
Ma a quale scopo poi ? Siamo ai limiti della schizofrenia ! Ma dico è mai possibile che tutte le volte che sei in palese difficoltà, non sai fare altro che denigrare gli altri, distribuendo etichette e giudizi.
WOODOK, 22/11/2010 20.39:
E poi sei tu che mi hai chiesto di portarti i passi biblici che fanno riferimento alla reincarnazione perchè dicevi che non ve ne fossero. Ebbene, te li ho portati e adesso cominci a dire che sono mal interpretati e che gli si vuole dare una spiegazione forzata !!!
Vogliamo analizzarli per bene uno ad uno ??? Comincia pure!
….......
Con questo che vorresti dire ??? Che ti ho portato 7/8 versetti che fanno riferimento alla reincarnazione e tu 1 solo versetto che LASCIA CREDERE chissaccosa !!! Pensi che 1 solo versetto, peraltro molto implicito, possa levare il dubbio su un numero di versetti ben maggiore ???
Guarda, i versetti che ti ho citato bastano e avanzano per screditare la reincarnazione dal punto di vista biblico, non mi piace fare post lunghissimi, comunque visto che me lo chiedi ti accontento, anzi ci aggiungo anche qualcosa.
Esamineremo allora le fonti che sono citate per sostenere quest'ipotesi, dimostrando le differenze tra la dottrina della reincarnazione e l'insegnamento cristiano.
LA REINCARNAZIONE E LA BIBBIA
I testi biblici presi per sostenere l'idea di reincarnazione sono i seguenti:
1) Matteo 11,14 e 17,12-13, riguardo all'identità di Giovanni il battista;
2) Giovanni 9,2, "Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?";
3) Giovanni 3,3, "Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio";
4) Giacomo 3,6, "Il ciclo della vita";
5) Galati 6,7, "Quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà";
6) Matteo 26,52, "Tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada";
7) Apocalisse 13,10, "Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada".
1. Il primo testo concerne l'identità di Giovanni il battista, che i reincarnazionisti suppongono essere la reincarnazione del profeta Elia. In Matteo 11,14 Gesù dice: "Se lo volete accettare, egli (Giovanni il battista) è l'Elia che doveva venire". Più avanti, nel rispondere agli apostoli riguardo alla venuta di Elia, Gesù dice loro: "Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio dell'uomo deve soffrire da parte loro. Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni il battista" (Matteo 17,12-13; vedere anche Marco 9,12-13).
A un lettore frettoloso, può sembrare che questi versi implichino la reincarnazione del profeta Elia in Giovanni il battista. La profezia del ritorno di Elia si trova nel libro del profeta Malachia (3,1; 4,5-6): "Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile. Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a colpire il paese di sterminio". Proprio prima dell'adempimento di questa profezia con la nascita del battista, un angelo aveva annunciato a suo padre Zaccaria: "...andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto" (Luca 1:17). Cosa significano le parole "con lo spirito e la potenza di Elia"? Secondo gli altri passaggi biblici che si riferiscono a Elia e al battista, non insegnano la reincarnazione.
Al tempo in cui Giovanni il battista cominciò la sua predicazione pubblica, i sacerdoti gli chiesero: "Sei tu Elia?" (Giovanni 1:21). In tali circostanze un vero "guru" non avrebbe esitato a dichiarare la sua posizione nella successione dei maestri spirituali (guru parampara) della tradizione che egli rappresenta. Ma Giovanni il battista rispose semplicemente: "Non lo sono" (stesso verso).
Il motivo della sua negazione è che Giovanni il battista era un TIPO di Elia, un profeta che avrebbe dovuto ripetere la missione di Elia in un contesto simile al suo. Come Elia prima di lui, anche Giovanni il battista dovette subire la persecuzione della casa reale e agire nel contesto di degenerazione spirituale in cui versava la nazione d'Israele, con la missione di ricondurre le persone a Dio. Il battista aveva lo stesso incarico spirituale del profeta Elia, ma non la stessa anima o lo stesso "sè". Dunque nell'espressione "con lo spirito e la potenza di Elia" non bisogna vedere l'idea della reincarnazione di una persona, ma la necessaria ripetizione di un episodio ben conosciuto nella storia d'Israele. Un altro testo biblico che contraddice la teoria della reincarnazione in questo caso è la storia della scomparsa di Elia da questo mondo. Elia non morì fisicamente, ma fu trasportato in cielo (2 Re 2,11). La teoria classica della reincarnazione afferma che una persona deve prima morire affinché il suo sè possa reincarnarsi in un altro corpo. Nel caso di Elia, questo ovviamente non accadde. Infine, dobbiamo ricordare l'esperienza dei tre apostoli al monte della trasfigurazione (Matteo 17,1-8, Marco 9,2-8, Luca 9,28-36), dove in presenza di Cristo apparve Elia e fu identificato dagli apostoli senza alcun fraintendimento che potesse trattarsi del battista.
2. Il prossimo testo è quello della guarigione dell'uomo nato cieco, riportata in Giovanni 9,2. Consideriamo la domanda degli apostoli: "Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". E' ovvio che se fosse valida la prima opzione (l'uomo sarebbe nato cieco a causa dei suoi peccati) significherebbe che l'uomo poteva aver peccato solo in una vita precedente. Secondo la teoria classica della reincarnazione, in una vita precedente quell'uomo sarebbe potuto essere un crudele dittatore che ora stava subendo la condanna per le sue azioni.
Comunque, la domanda degli apostoli non implica che tra gli israeliti fosse diffusa qualche forma di dottrina della reincarnazione. Conferma anzi che alcune fazioni religiose dell'epoca insegnavano la fantasiosa teoria che il feto può commettere peccati mentre è ancora nel grembo della madre. Se Gesù avesse considerato vera la reincarnazione, sicuramente avrebbe utilizzato questa opportunità - come Egli era solito fare - per spiegare loro la legge del karma e per applicare la reincarnazione al caso di quell'uomo. Gesù non mancò mai di cogliere simili occasioni per istruire i suoi discepoli riguardo alle questioni spirituali, e la reincarnazione sarebbe stata una dottrina cruciale da apprendere.
Ciò nonostante, con la risposta che diede loro, Gesù rigettò entrame le ipotesi suggerite dagli apostoli. Sia l'idea di poter peccare prima della nascita, sia quella della punizione per i peccati dei genitori, erano sbagliate. Gesù disse: "Né lui ha peccato, né i suoi genitori" (Giovanni 9,3). Quella situazione offrì a Gesù la possibilità di offrire alla gente una prova della Sua divinità, guarendo il cieco nato (v. 39).
3. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dice a Nicodemo: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3,3). Preso fuori contesto, questo verso può sembrare suggerire che la reincarnazione (la rinascita) è il modo per ottenere la perfezione spirituali ed essere ammessi nel "regno di Dio". Al verso seguente leggiamo che Nicodemo risponde: "Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?" (v. 4). Gesù rigettava l'idea di rinascita fisica e stava spiegando il bisogno che l'uomo rinasca spiritualmente, durante la sua vita, per poter entrare nel regno di Dio dopo la vita terrena (si veda anche questa riflessione).
Gesù spiegò ulteriormente il significato delle Sue parole riferendosi a un episodio ben conosciuto della storia d'Israele: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato" (Giovanni 3,14). Questo episodio risale alla traversata del deserto da parte del popolo d'Israele verso la Terra Promessa, sotto la guida di Mosè. Essi parlarono contro Dio, e come risultato comparvero dei serpenti velenosi che presero a morderli. Rendendosi conto del loro peccato, implorarono salvezza. Dio allora disse a Mosè di forgiare un serpente di rame e di metterlo su un'asta, e chiunque l'avrebbe guardato sarebbe stato sanato; bastava semplicemente ubbidire e guardare, per essere guariti. Tornando al collegamento che Gesù fece tra questo episodio e il suo insegnamento, Egli disse: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in Lui abbia vita eterna" (Giovanni 3,14-15). In altre parole, come Mosè aveva innalzato il serpente di rame nel deserto 1400 anni prima, prefigurando il sacrificio di Gesù, così Egli doveva essere innalzato sulla croce, affinché chiunque crede in Lui sia salvato.
Come gli Israeliti nel deserto ubbidendo al comando di Dio furono salvati dalla morte, così Dio offriva a Nicodemo, alla sua generazione e al mondo intero, di essere salvati credendo che il sacrificio di Gesù sulla croce è la soluzione perfetta che Egli ha provvisto per i peccati del mondo. Dunque il tipo di rinascita di cui Gesù parlava (come anche Paolo, vedi Tito 3,5) non è il concetto orientale di reincarnazione ma una rinascita spirituale che noi abbiamo sperimentato e di cui ogni essere umano può fare l'esperienza nel corso della sua vita terrena.
4. Il quarto testo interpretato da alcuni come indicativo della reincarnazione si trova nell'epistola di Giacomo 3,6, dove si parla di "corso della vita" o di "ciclo della vita", il che sembra richiamare il ciclo di reincarnazioni senza fine presentato dalle religioni orientali. Ma il verso in questione dice soltanto che "la lingua è un fuoco... che contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita". La lingua senza controllo viene equiparata a un fuoco che danneggia tutti gli aspetti dell'esistenza, pensieri e opere, in un circolo vizioso. Significa cioè che il parlare peccaminoso è all'origine di molti altri peccati, che ne conseguono, e che conducono l'uomo alla geenna (l'inferno).
5. L'esempio classico di karma e samsara nella Bibbia è, secondo i reincarnazionisti, rappresentato dalle parole dell'apostolo Paolo ai Galati: "Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà" (Galati 6,7). Questo "seminare e mietere" può sembrare indicare gli atti della persona e le loro conseguenze come dettate dal karma nelle vite seguenti. In realtà, basta leggere il verso successivo per rendersi conto che il punto qui è il giudicare gli effetti dei nostri atti dalla prospettiva della vita eterna, come affermato nella Bibbia, senza possibilità di ulteriori esistenze terrene in gioco: "...quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna" (Galati 6,7-8, si legga anche l'intero capitolo). "Mietere corruzione" significa separazione eterna da Dio nella geenna, mentre la "vita eterna" rappresenta comunione eterna e personale con l'Iddio eterno nei cieli. Nel loro contesto, questi versi non suggeriscono affatto la reincarnazione dell'anima dopo la morte. Secondo il Cristianesimo, il giudice supremo dei nostri atti è Dio, e non un karma impersonale.
6. Dopo che pietro ebbe tagliato l'orecchio di Malco, servo del sommo sacerdote, nel tentativo di impedire l'arresto di Gesù nel Getsemani, Gesù guarì il servo (Luca 22:51), e rimproverò Pietro dicendo: "Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada" (Matteo 26:52). I reincarnazionisti pensano che questo verso implichi l'azione del karma.
Tutti e quattro i vangeli fanno un resoconto del rimprovero di Gesù contro l'iniziativa di Pietro. Per quanto eroica potesse apparire, era contraria al piano di Dio (come Gesù stesso disse poco dopo: "Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?", verso 54). Pietro dunque in questo caso stava peccando e, secondo la legge dell'Antico Testamento il peccato doveva essere retribuito (cfr. Genesi 9,6, ecc.). Comunque, in tutta la legge dell'Antico Testamento, si parla sempre di retribuzione nella vita attuale (Es. 21,23-25, Lev. 24,19-20, Deut. 19,21, ecc.), non in presunte vite future. Altrimenti le parole di Gesù porterebbero a delle implicazioni assurde. Se Egli avesse inteso dire che uccidendo qualcuno con la spada in questa vita, si verrebbe uccisi con la spada in una vita futura, allora la crocifissione di Gesù (che seguì di lì a poco) sarebbe stata una punizione per i peccati che il Figlio di Dio aveva commesso in qualche "vita precedente", invece di essere secondo il piano di salvezza di Dio come Cristo stesso aveva più volte affermato.
7. "Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada" (Apocalisse 13,10). Questo verso appartiene a una profezia che parla del tempo della fine, in cui Satana e i suoi soggetti avranno temporaneamente potere sulla terra. I seguaci della reincarnazione devono rendersi conto che si tratta di una citazione dall'Antico Testamento: "Se anche ti dicono: "Dove ce ne andremo?", tu risponderai loro: "Così dice il Signore: Alla morte, i destinati alla morte; alla spada, i destinati alla spada; alla fame, i destinati alla fame; alla schiavitù, i destinati alla schiavitù" (Geremia 15,2). Questa sentenza fu scritta dal profeta Geremia poco prima della caduta di Gerusalemme e dell'esilio Babilonese (586 a.C.) ed esprime la condanna di Dio sugli israeliti malvagi di quel tempo, che Lo avevano rigettato. Qui non è all'opera una legge impersonale del karma, ma la volontà di un Dio personale e creatore, che ha il diritto di scegliere come punire coloro che Lo hanno rigettato (si veda anche Geremia 43,11, che usa le stesse parole per annunciare la punizione dell'Egitto per i suoi peccati). Lo scrittore dell'Apocalisse usa questa citazione per rassicurare i credenti che si troveranno a vivere durante gli eventi descritti nella profezia, che Dio tornerà a fare giustizia, così come fece nel passato. Pertanto li esorta ad avere costanza e fedeltà, come il verso aggiunge subito dopo (v. 10).
Come si può osservare, in tutte le situazioni in cui sono menzionate delle "prove bibliche" per la reincarnazione, il contesto viene sempre ignorato. Altri passaggi usati per tentare di convalidare la reincarnazione, parlano in realtà dell'esistenza di Cristo prima della Sua venuta nel mondo in forma umana (Giovanni 8,58), la continuità dell'esistenza dell'anima di ogni persona dopo la morte (Giovanni 5,28-29, Luca 16,22-23, 2 Corinzi 5,1), e la rinascita spirituale dei credenti durante la loro vita terrena attuale (Tito 3,5, 1 Pietro 1,23), l'unica ammessa dalla Bibbia. Nessuno di questi passaggi dà una seppur vaga indicazione della reincarnazione.
Fonte:
camcris.altervista.org/butreincar.html
Voglio precisare che non ce l'ho con chi crede alla reincarnazione, ognuno è libero di cercare la salvezza dove meglio crede.