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Yeti, peli di una creatura misteriosa

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2008 10:54
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02/09/2008 18:47

I test dimostrano che il materiale appartiene a una specie sconosciuta. Ora si attende l'esame del Dna


Yeti, peli di una creatura misteriosa trovati nella giungla indiana

I test dimostrano che il materiale appartiene a una specie sconosciuta. Ora si attende l'esame del Dna

 

DAL NOSTRO INVIATO

LONDRA – Finora era una di quelle leggende alimentate da continui avvistamenti ma mai sostenute da uno straccio di prova. Invece ora gli scienziati pensano che l’abominevole uomo delle nevi sia esistito o addirittura esista davvero. Lo dimostrerebbero due peli trovati in una giungla indiana dove le popolazioni locali giurano di aver visto più volte la terribile creatura.

ENTUSIAMO - I test, condotti dalla Oxford Brookes University, dimostrano che il materiale non appartiene a nessuna specie conosciuta e che ha «un’incredibile somiglianza» con i peli trovati da Edmund Hillary sull’Himalaya mezzo secolo fa. «E’ la prova più evidente – ha detto all’Independent on Sunday Ian Redmond, esperto di scimmie antropomorfe – che lo yeti possa esistere. Siamo entusiasti dei primi risultati, anche se ci sono ancora molti test da fare». I due peli, rispettivamente di 33 e 44 millimetri, sono stati trovati sulle colline Garo, nel nord est dell’India, circa cinque anni fa. Lì la gigantesca creatura, chiamata dagli indigeni "mande barung" (ovvero "uomo della foresta"), era stata avvistata per tre giorni di seguito mentre devastava alberi e piante. Il materiale è poi stato spedito in Gran Bretagna dove è passato all’esame degli esperti.

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PROFILO GENETICO - «Eravamo sicuri che appartenesse a una specie conosciuta – ha detto ancora Redmond -. Invece no». I peli saranno ora ingraditi da un potentissimo microscopio e spediti in due diversi laboratori per estrarne il Dna. Sarà quella la prova del fuoco. Se il profilo genetico non corrisponderà a nessuna creatura vivente, allora si potrà affermare con sicurezza che lo yeti, o qualcosa di molto simile a lui, esiste davvero. Come sostengono da anni tante popolazioni locali sparse nel mondo, dal Canada al Nepal e all’Indonesia.

Monica Ricci Sargentini
27 luglio 2008
Corriere.it
02/09/2008 18:50

Messner e la sua esperienza con lo Yeti
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ESCLUSIVO L'UOMO DEGLI OTTOMILA DICHIARA: "È UN ESSERE ALTO DUE METRI E MEZZO E PESA CIRCA 300 CHILI"
Yeti, la verità di Messner

54 anni vissuti pericolosamente all'insegna dell'esplorazione e dell'avventura. Nella nostra intervista rivaluta uno dei più affascinanti e controversi misteri

er chi scrive, dedito da tutta la vita alla ricerca sul campo di misteri ed enigmi di ogni genere [], incontrare Reinhold Messner, "l'Uomo degli 8000", è stato un piacere e una scoperta al tempo stesso. Il primo incontro ravvicinato con il famoso scalatore delle vette himalayane è avvenuto nel contesto della presentazione del suo ultimo e interessante libro "Yeti: leggenda e verità", edito da Feltrinelli. La sua esperienza con questa creatura leggendaria, che molti detrattori della verità ritengono ascritta soltanto al mito, è un'avventura che dura da circa vent'anni. Numerose spedizioni alle pendici dell'Himalaya sulle tracce di questo essere che da secoli fa sognare Occidente ed Oriente, raccolte nel libro, ci narranno di un "Uomo delle Nevi" capace di sfuggire all'attenzione dell'uomo moderno, di vivere ad alta quota in condizioni proibitive eludendo ogni ricerca. Lo Yeti, però, è anche mito, mostro e simbolo di una cultura millennaria avvolta dalle nebbie del tempo. Recentemente, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare personalmente Messner ed effettuare un'intervista che proponiamo ai nostri Lettori.

L'abominevole Uomo delle Nevi o Yeti se preferisci... perché un libro, indubbiamente coraggioso, ma che in qualche modo rischia di esporti al ridicolo?

Veramente non mi importa molto se la gente o certi studiosi non mi credono. So cosa vuoi dire. Non devo dimostrare niente a nessuno. Ho visto lo Yeti e nel mio libro ne parlo diffusamente cercando di proporre un modello interpretativo. Aggiungo inoltre che non mi interessa un gran- ché se la gente dirà "... ma guarda Messner che cosa va a pensare. Come mai non torna a scalare le sue montagne invece di inventarsi storie di questo genere?"

Già... come mai?

Vedi, ho 54 anni, mi sento libero di fare soltanto quello che mi piace veramente e non c'è gente, critiche sui giornali o sponsor che riescano a fermarmi...

Dunque niente alpinismo da prima pagina?

Esattamente. Nulla di tutto di ciò. Basta. Alla mia età le montagne diventano ogni giorno più alte.

E il mistero dello Yeti, come ti ha cambiato la vita?

Al punto tale che ho compiuto venti delle sessanta spedizioni sull'Himalaya, alla ricerca di questa creatura. Lo Yeti esiste e come sostengo nel libro è un insieme di animali, una creatura misteriosa, tutta da studiare e che ha attirato l'attenzione dei criptozoologi di tutto il mondo. La ricerca che si deve condurre va concentrata sia sull'aspetto zoologico puro e semplice che su quello leggendario, del mito che gravita intorno a questo essere.

Di preciso cosa intendi dire... esisterebbe nelle vastità ghiacciate dell'Himalaya un essere bipede, denominato Yeti, che da sempre ci accompagna nel nostro tragitto storico?

Proprio così. Lo Yeti che ho incontrato e studiato nella varie leggende locali è un essere alto circa due metri e mezzo. Il suo peso si aggirerebbe intorno ai 300 chili e possiederebbe un vello lungo dai 30 ai 40 centimetri circa. Le segnalazioni che ho raccolto durante diverse spedizioni, parlando con gli abitanti himalayani, lo collocherebbero in un ambiente che varia tra i 4000 e i 6000 metri. Gli avvistamenti dello Yeti, anche quelli precedenti alle mie esperienze, lo segnalano sia di giorno che di notte, quindi con un ciclo biologico molto attivo.

Qual è la sua postura durante la deambulazione?
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Generalmente cammina sulle quattro zampe, come alcuni paleontologi ritengono si muovesse il Gigantopiteco, ma se si sente minacciato da qualcuno o da qualcosa si erge sugli arti posteriori muovendosi come un bipede. Dallo studio comportamentale lo Yeti himalayano segue a distanza l'uomo cercando di rubargli qualche cosa, cibo o altro. Da altre segnalazioni raccolte tra i pastori ed i contadini risulta che la creatura, se messa alle strette, può diventare estremamente aggressiva e pericolosa. È in grado di abbattere con una sola zampata un grosso yak [].

Andando alle critiche che ti furono mosse quando segnalasti il tuo primo incontro, cosa pensi del fatto che qualcuno sostiene che si tratta invece di una specie di orso delle montagne?

Beh... vedi, se prendiamo in considerazione solo il punto di vista zoologico, quello che ho visto potrebbe essere una "particolare" specie di orso, più grande del normale, con alcune peculiarità, come, ad esempio, la capacità di emettere fischi modulati e variabili, cosa che gli orsi tradizionali non sono in grado di fare. Nella mia ultima spedizione sono riuscito a raccogliere informazioni precise sul probabile numero di queste creature misteriose.

E a quanto ammonterebbero, secondo le tue stime?

Ve ne saranno al massimo un migliaio, disseminate in una regione vastissima quale è l'Himalaya e le sue vette innevate. Tanto per fare un esempio: questo spazio comprenderebbe una regione che va da Gibilterra agli Urali.

Puoi ricordarci il tuo primo "incontro ravvicinato" con lo Yeti?

Sì certamente! La prima volta che lo vidi fu nel 1986, in una delle regioni appartenenti al Tibet orientale, che per motivi di tutela e segretezza nei confronti della creatura, preferisco non rivelare. Era circa mezzanotte, ero stanchissimo e stravolto dalla lunga marcia diurna ed ho avvistato un enorme essere, ritto sulle zampe posteriori, in posizione bipede. Guardava nella mia direzione. Iniziò a fischiare come per minacciarmi. A quel punto mi sono passate nella mente tutte le storie che avevo sentito sull'abominevole Uomo delle Nevi. Avevo sempre creduto che rientrassero nella categoria dei miti e delle leggende, ma in seguito si sono verificati altri due incontri e precisamente nel 1988 e nel 1997.

Oggi molti rimpiangono il Messner di una volta. Tu che cosa rispondi?

Come alpinista sono totalmente appagato. Anche dopo questa esperienza con lo Yeti. Non torno più sull'Everest - oggi imbrattato di lattine e sacchetti di plastica - solo perché me lo chiede uno sponsor. Quando avevo 20-30 anni ero diverso, fissato con la roccia. Vivevo per la montagna. Ero anche ambiziosissimo. Il mio obiettivo era soltanto uno: giungere dove nessuno era passato! Ora mi sento in qualche modo più libero: ho una famiglia, una moglie e tre figli, bevo un bicchiere di vino, ho nuovi interessi culturali e politici... insomma vivo meglio e ho la fortuna, autofinanziandomi, di organizzare le spedizioni che più desidero.

Quindi continui le tue esplorazioni avventurose e, se vogliamo, pericolose?

Con la mia famiglia ho fatto un patto chiaro: un'avventura la facciamo tutti insieme, figli compresi, divertendoci da qualche parte. Una seconda solo con mia moglie, qualcosa di medio livello... magari intorno ai 6000 metri. E una terza, è tutta per me!

http://www.ndonio.it/Yeti.htm
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02/09/2008 21:21

Re: I test dimostrano che il materiale appartiene a una specie sconosciuta. Ora si attende l'esame del Dna
Artorius80, 02/09/2008 18.47:


Yeti, peli di una creatura misteriosa trovati nella giungla indiana

I test dimostrano che il materiale appartiene a una specie sconosciuta. Ora si attende l'esame del Dna

 

DAL NOSTRO INVIATO

LONDRA – Finora era una di quelle leggende alimentate da continui avvistamenti ma mai sostenute da uno straccio di prova. Invece ora gli scienziati pensano che l’abominevole uomo delle nevi sia esistito o addirittura esista davvero. Lo dimostrerebbero due peli trovati in una giungla indiana dove le popolazioni locali giurano di aver visto più volte la terribile creatura.

ENTUSIAMO - I test, condotti dalla Oxford Brookes University, dimostrano che il materiale non appartiene a nessuna specie conosciuta e che ha «un’incredibile somiglianza» con i peli trovati da Edmund Hillary sull’Himalaya mezzo secolo fa. «E’ la prova più evidente – ha detto all’Independent on Sunday Ian Redmond, esperto di scimmie antropomorfe – che lo yeti possa esistere. Siamo entusiasti dei primi risultati, anche se ci sono ancora molti test da fare». I due peli, rispettivamente di 33 e 44 millimetri, sono stati trovati sulle colline Garo, nel nord est dell’India, circa cinque anni fa. Lì la gigantesca creatura, chiamata dagli indigeni "mande barung" (ovvero "uomo della foresta"), era stata avvistata per tre giorni di seguito mentre devastava alberi e piante. Il materiale è poi stato spedito in Gran Bretagna dove è passato all’esame degli esperti.

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PROFILO GENETICO - «Eravamo sicuri che appartenesse a una specie conosciuta – ha detto ancora Redmond -. Invece no». I peli saranno ora ingraditi da un potentissimo microscopio e spediti in due diversi laboratori per estrarne il Dna. Sarà quella la prova del fuoco. Se il profilo genetico non corrisponderà a nessuna creatura vivente, allora si potrà affermare con sicurezza che lo yeti, o qualcosa di molto simile a lui, esiste davvero. Come sostengono da anni tante popolazioni locali sparse nel mondo, dal Canada al Nepal e all’Indonesia.

Monica Ricci Sargentini
27 luglio 2008
Corriere.it




non mi ci giocherei il ranch che da due peli così piccoli possa venir estratto del dna analizzabile e soprattutto senza contaminazioni, chi vivrà vedrà!
02/09/2008 22:00



Certamente i 'peli'  saranno pochi ma con l'ausilio di tecniche come la PCR  (tra le altre cose inventata dal Nobel per la chimica, 1983, Kary Mullis che nella sua autobiografia afferma di essere stato vittima di abduction aliene)  sono riusciti a ottenere campioni di DNA analizzabili.
Penso poi che non ci si esporrebbe in questo modo da parte di un laboratorio di analisi senza aver preso le dovute cautele per
verificare quanto avevano analizzato.
[Modificato da Artorius80 02/09/2008 22:01]
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02/09/2008 22:13

Re:
Artorius80, 02/09/2008 22.00:



Certamente i 'peli'  saranno pochi ma con l'ausilio di tecniche come la PCR  (tra le altre cose inventata dal Nobel per la chimica, 1983, Kary Mullis che nella sua autobiografia afferma di essere stato vittima di abduction aliene)  sono riusciti a ottenere campioni di DNA analizzabili.
Penso poi che non ci si esporrebbe in questo modo da parte di un laboratorio di analisi senza aver preso le dovute cautele per
verificare quanto avevano analizzato.




sì ma la pcr va fatta dopo aver estratto il dna dai peluzzi: se son peli generalmente il dna estraibile è davvero pochino, ma la cosa più importante è la qualità del dna estratto; se è pesantemente degradato (come spesso avviene in questi casi) la pcr non è che dia risultati positivi. generalmente le ossa ritengono molto bene il dna, anche per diverse migliaia di anni, mentre i peli, per via della loro intrinseca struttura ne ritengono molto poco. [SM=g27988]
03/09/2008 10:54

Non facciamo i detrattori d'ufficio. [SM=g27993]
Allora in ogni caso di omicidio dovrebbe succedere la stessa cosa. Dal delitto di via poma a casi ben più recenti, e archiviati, si sono trovati nuovi indizzi e indirizzi di indagine proprio da microscopiche macchie di sangue o capelli ritrovati nelle scene del delitto. Dicasi lo stesso per l'ambito archeologico in cui sempre da materiale biologico si son riusciti ad estrarre sequenze di DNA integre. Aggiungerei poi che basterebbe poco, e non una sequenza intera, per vedere se un pelo X appartiene ad una specie nota oppure no. Le banche del DNA e la nota classificazione di Linneo permettono di capire velocemente se una determinata sequenza nucleotidica appartenga oppure no ad una specie conosciuta, questo ce lo insegna la genetica. Ogni specie ha una sua sequenza identificativa e se questa non corrisponde alle banche dati note, certo non esigue, allora vuol dire che ci troviamo davanti ad una specie sconosciuta.
Continuo a ripetere poi che un laboratorio di analisi nn si esporrebbe mai a critiche per un errore o disattenzione così marchiano. E' meglio nn avere pubblicità rispetto che esporsi a critiche di questo tipo. Parola di chi ha collaborato con laboratori di analisi.
Le loro analisi danno quei risultati, se si tratti poi dello Yeti o di altra specie sconosciuta questo è un altro discorso. [SM=g27988]
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03/09/2008 14:55

Re:
Artorius80, 03/09/2008 10.54:

Non facciamo i detrattori d'ufficio. [SM=g27993]
Allora in ogni caso di omicidio dovrebbe succedere la stessa cosa. Dal delitto di via poma a casi ben più recenti, e archiviati, si sono trovati nuovi indizzi e indirizzi di indagine proprio da microscopiche macchie di sangue o capelli ritrovati nelle scene del delitto. Dicasi lo stesso per l'ambito archeologico in cui sempre da materiale biologico si son riusciti ad estrarre sequenze di DNA integre. Aggiungerei poi che basterebbe poco, e non una sequenza intera, per vedere se un pelo X appartiene ad una specie nota oppure no. Le banche del DNA e la nota classificazione di Linneo permettono di capire velocemente se una determinata sequenza nucleotidica appartenga oppure no ad una specie conosciuta, questo ce lo insegna la genetica. Ogni specie ha una sua sequenza identificativa e se questa non corrisponde alle banche dati note, certo non esigue, allora vuol dire che ci troviamo davanti ad una specie sconosciuta.
Continuo a ripetere poi che un laboratorio di analisi nn si esporrebbe mai a critiche per un errore o disattenzione così marchiano. E' meglio nn avere pubblicità rispetto che esporsi a critiche di questo tipo. Parola di chi ha collaborato con laboratori di analisi.
Le loro analisi danno quei risultati, se si tratti poi dello Yeti o di altra specie sconosciuta questo è un altro discorso. [SM=g27988]



non sempre è vero! la conditio sine qua non per poter avere un risultato è la qualità del dna estratto: proprio nel caso di via poma per 18 anni circa, data la scarsa qualità del materiale di partenza, non si è potuti procedere ad un risultato ottimale, ma non è l'unico caso. in molti disastri (aerei per esempio) in cui il materiale rinvenuto è troppo esiguo, e/o troppo danneggiato, non puoi fare mica nulla; prova ne è il fatto che il tessuto che ritiene meglio il dna, le ossa, sono il tessuto ideale per studi su resti antichi e/o degradati. i peli e i capelli sono tra i peggiori, speice se rinvenuti in condizioni "non ideali", così come in climi avversi e/o ritrovati dopo molti giorni, mesi, anni.
infine, se non sai in partenza a quale specie ti trovi di fronte, se hai del materiale scarso e/o danneggiato, pur trovandoti di fronte ad una specie sconosciuta potresti paradossalmente "mancare" l'identificazione di tale specie (che sia cioè sconosciuta) per i seguenti motivi:
1. materiale scarso o degradato, l'amplificazione con pcr fallisce.
2. materiale degradato, l'amplificazione riesce, ma potresti avere dei frammenti troppo corti, e/o di regioni molto conservate che quando vengono comparate sui dbase specifici ti dicono, ad esempio che hai di fronte un orso, un cane o una mucca.
questo perchè l'algoritmo impiegato per fare la comparazione cerca i punti in comune della sequenza usata con quelle che in memoria, ma che molte volte sono sia lunghe sia corte sia lunghissime che cortissime. quando trova il "match" migliore, assegna ad esso uno score ed un p che indica la probabilità che tale evento si dovuto al caso.
potresti quindi amplificare un vero genoma di yeti, e non saperlo!
[Modificato da zomas65 03/09/2008 14:57]
21/10/2008 15:39

ultime novità sullo yeti (?)
Himalaya, trovate impronte Yeti
Annuncio di una spedizione giapponese
Un gruppo di alpinisti giapponesi sostiene di aver fotografato le impronte del leggendario Yeti, sulla cui reale esistenza si dibatte ormai da decenni. Il capo della spedizione Kuniaki Yagihara racconta che il gruppo è formato da 7 alpinisti e ha trascorso 42 giorni sui pendii del Dhaulagiri, nel nord del Nepal. Si tratta del terzo viaggio nella regione per Yagihara, che ha fondato lo "Yeti Project Japan".

La spedizione avrebbe fotografato numerose impronte sulla neve ad un'altitudine di circa 4.400 metri. Yagihara sostiene addirittura di aver intravisto con il binocolo una sagoma bruna, ma di non essere sicuro che si trattasse proprio di quella dello yeti, perché si trovava troppo distante, a poco meno di un chilometro.

"Io e gli altri membri del team - ha detto Takahashi- abbiamo scalato l'Himalaya per diversi anni e siamo in grado di riconoscere le impronte di orsi, cervi, lupi e leopardi delle nevi e nessuna di queste è quella che abbiamo fotografato", ha detto.

"Siamo convinti che siano vere. Il orme e le storie del posto ci fanno dire che non ce lo siamo immaginato", ha aggiunto. Le fotografie della spedizione sono state pubblicate sul sito ufficiale: www.everest.co.jp/yeti2008/.

speriamo bene... [SM=g27985]
[SM=g8865]
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22/10/2008 14:45

Re: ultime novità sullo yeti (?)
deanna troy, 21/10/2008 15.39:

Le fotografie della spedizione sono state pubblicate sul sito ufficiale: www.everest.co.jp/yeti2008/.



[SM=g27993] [SM=g27993] MA CHE BELLO!! Conosco tutti gli ideogrammi e ho capito benissimo il contesto del sito!!! [SM=g8298]

[SM=g27992]

Andrea



"Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo "universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sperimenta sé stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine.
Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza."
Albert Einstein
22/10/2008 23:26

Re: Re: ultime novità sullo yeti (?)
acebear, 22/10/2008 14.45:



[SM=g27993] [SM=g27993] MA CHE BELLO!! Conosco tutti gli ideogrammi e ho capito benissimo il contesto del sito!!! [SM=g8298]

[SM=g27992]

Andrea






ehm...
visto che hai capito tutti gli ideogrammi mi puoi spiegare che c'è scritto? [SM=g27987]

[SM=g8865]

scherso daiiiiii
[Modificato da deanna troy 22/10/2008 23:33]
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23/10/2008 10:54

Re: Re: Re: ultime novità sullo yeti (?)
deanna troy, 22/10/2008 23.26:



ehm...
visto che hai capito tutti gli ideogrammi mi puoi spiegare che c'è scritto? [SM=g27987]

[SM=g8865]

scherso daiiiiii




Ma ceeeerto!!!!
Anche io scherzavo, infatti nun c'ho capitpo na mazza!!! hihihihihihiiiiiii [SM=g8298]

"Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo "universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sperimenta sé stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine.
Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza."
Albert Einstein
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