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Sinapi:" Il Cnr dovrebbe indagare sugli UFO"

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2014 16:51
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Sesso: Femminile
08/06/2014 16:51

Vincenzo Sinapi è un collega dell’Ansa che nei mesi scorsi ha
pubblicato assieme a Lao Petrilli, a sua volta valente giornalista
(lavora per La Stampa e per Rds), il libro “Ufo. I dossier italiani”
(edizioni Mursia). Il volume è interessante sia per la materia in sé,
sia per l’interlocutore raggiunto - non è proprio la cosa più semplice
di questa Terra mettere le mani su documenti di proprietà militare – sia
per il taglio volutamente cronistico dato al libro. Credo che in questi
casi l’impostazione sia pagante, e lo ha dimostrato pure Rino di
Stefano con il suo “Il caso Zanfretta”: si racconta, si documenta, si
lascia libero il lettore di trarre le proprie conclusioni. Ho deciso di
scambiare due chiacchiere con Sinapi su questa esperienza per lui nuova,
nata dalla frequentazione, per esigenze di lavoro, degli ambienti
dell’Aeronautica Militare. In realtà questa intervista non esaurisce da
sola la questione. In un post che sarà immediatamente successivo a
questo, infatti, pubblicherò le parti salienti di un incontro tra un
nostro amico del blog e un ufficiale dell’Ami.


Vincenzo Sinapi, ufologi si nasce o si diventa?


“Nel nostro caso si diventa, anche se io e Lao Petrilli adesso non ci
consideriamo per forza di cose degli esperti della materia. Ad ogni
modo, eravamo digiuni di Ovni  e nella nostra storia personale non ci
sono avvistamenti da raccontare. Abbiamo deciso di affrontare questa
esperienza con piglio curioso e senza preclusioni. Ah, con l’Aeronautica
abbiamo avuto un rapporto diretto, ma nel contempo di estrema
attenzione:  non volevamo né potevamo tirare per la giacchetta i nostri
interlocutori”.


A volte l’Ami dà l’impressione di lavarsi le mani, in tema di Ufo: è come se non le interessi andare a fondo.


“Soprattutto, credo che non intenda schierarsi. E nemmeno attivarsi
sempre, comunque e a prescindere: lo fa solo se certi episodi rientrano
nell’ambito della protezione della Nazione. Allora sì, scatta. Ma quando
ha stabilito che non c’è nulla di pericoloso a livello di sicurezza
globale, molla il colpo: non sta all’Aeronautica dire che cosa sono gli
Ovni”.


Come avete lavorato per realizzare questo libro?


“Nella maniera più semplice e naturale. Siamo andati da loro, quelli
dell’Ami, con un atteggiamento semplice, qualcosa tipo ’ci fate dare
un’occhiata?’. E’ arrivato l’ok perché hanno capito che il taglio che
avremmo dato al volume era meramente cronistico. Abbiamo trovato dei
verbali bellissimi, dal punto di vista giornalistico. Siamo stati
lasciati liberi di agire, pensate che non hanno nemmeno voluto vedere le
bozze del libro. C’è stata totale e bilaterale trasparenza, un aspetto
questo sul quale concordano pure gli ufologi”.


Che non sono precisamente una popolazione “facile”…


“Mi ha colpito la litigiosità che tiene banco nell’ufologia. Certo,
in Internet qualche deficiente ormai lo trovi sempre. Però ci tengo a
sottolineare che noi abbiamo fornito documenti e nulla di più: chi vuole
approfondire, approfondisca”.


Che idea si è fatto del fenomeno?


“Che gli Ufo esistono. Ci sono poi gli ubriaconi e i mitomani, oltre a
persone vittima di suggestioni;  ma ci sono anche avvistamenti
oggettivi. Di che cosa si tratti, però, ecco, io non sono in grado di
stabilirlo. Ritengo che sia un peccato che non si vada a fondo della
questione. Scartabellando negli archivi, ho visto che a suo tempo c’era
l’ipotesi di coinvolgere il Cnr nelle analisi: perché quel progetto non è
mai arrivato al traguardo? Sarebbe una svolta auspicabile
perché darebbe un taglio più scientifico e rigoroso alle indagini, anche
se poi ci sarebbe comunque chi eccepisce e sottolinea la mancanza di
prove autentiche”.

Quasi mezzo secolo documentato e 56 casi che sono passati
alla storia come molto rilevanti: negli archivi avete trovato tutto
questo, anche se qualcuno ipotizza che l’Ami vi abbia permesso di vedere
solo il materiale che non scotta.

 

“Non faccio processi alle intenzioni né dubito della lealtà
dell’interlocutore. Io posso dire che nel materiale fornito ci sono di
sicuro testimonianze significative e che in qualche caso sono stati
coinvolti anche rappresentanti delle forze dell’ordine. Un caso che mi
ha particolarmente colpito? Ad esempio, quello riportato a pagina 93. Si
racconta un avvistamento del 1994 nei cieli di Latina: a bordo di un
Siai 260, veloce monomotore a pistoni destinato all’addestramento
basico, un istruttore dell’Ami stava allenando un allievo. Vide, anzi
videro, una sorta di ‘cisterna volante’. Secondo me è un episodio
interessantissimo e importante perché il rapporto è minuzioso: dell’Ufo
sono descritti gli ugelli, il ventre e altre parti. Il comandante, forte
della sua esperienza di volo, ha garantito che non era un aereo. E ci
ha messo la faccia, oltre che la firma, su questa dichiarazione”.

 

A giudicare dai resconti, pare che i piloti civili parlino solo su input dei controllori: forse non è un caso…

 

“Volete dire che sono reticenti o che non si vogliono vedere le
pistole fumanti? Non lo so. A me piace valutare i fatti e per me i fatti
sono testimonianze attendibili che, dall’alto, hanno avuto precisi
riscontri”.



Vincenzo Sinapi si occuperà ancora di Ufo?

 

“In questo momento non sono in grado di rispondere. Confesso di
essere andato in quegli archivi con la speranza di mettere le mani su
qualche bello ‘scoop’. Non è stato così e allora, inevitabilmente,
torni a quella fatidica domanda che ci siamo già fatti: c’è forse
qualcosa d’altro? Non sono un complottista o un dietrologo, se in quei
fascicoli ci fosse stato davvero qualcosa di speciale, ecco, credo
che l’avremmo saputo molto tempo fa e  pure alla svelta: in Italia non
sfugge nulla. Una volta esaurita la ‘pruderie’ da scoop, non mi
aspettavo di incocciare in chissà che cosa. Ma in 42 anni tante cose
interessanti ci sono state. E questi dossier sono anche la foto di
un’Italia che cambia: all’inizio il fenomeno Ufo spaventava tutti; oggi è
vero il contrario e predomina la curiosità. Anzi, grazie all’avvento
dei cellulari e dei tablet, i poveri Ovni sono oggetto di una sorta di
stalking. Sapete quale sarà la prossima frontiera? Farsi un ‘selfie’ con
l’Ufo”.



http://misterobufo.corriere.it/2014/06/08/sinapi-il-cnr-dovrebbe-indagare-sugli-ufo/



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