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Il risveglio di Rosetta

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2014 15:48
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13/01/2014 19:28

Cometa Churyumov-Gerasimenko

Passaggio d’anno nel segno delle comete per la comunità astronomica internazionale. Dopo l’appuntamento mancato con Ison, quasi del tutto disintegrata dall’abbraccio gravitazionale del Sole, anche l’anno nuovo vedrà una luminaria cosmica tra i protagonisti del cielo. Stavolta, però, in maniera indiretta, perché sarà l’uomo ad andarle incontro con un proprio messaggero. Nel 2014 per la prima volta una navetta spaziale sbarcherà su uno di questi fossili celesti. È stata battezzata Rosetta, dal nome della celebre stele che ha permesso agli archeologi di decifrare i geroglifici egizi.

“Il 2014 potrebbe essere un anno storico per l’esplorazione spaziale – spiega Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) -. Dopo un lungo viaggio iniziato dieci anni fa, una sonda si poserà sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, con il rover Philae, dal nome dell’isola del Nilo dove fu rinvenuto l’obelisco usato per interpretare la scrittura egizia. I nomi scelti per la missione non sono affatto casuali. Questi corpi celesti – aggiunge l’astrofisico italiano – sono, infatti, fondamentali per decodificare la parte iniziale della scrittura del Sistema solare”.



www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/12/il-risveglio-della-sonda-rosetta-sbarchera-sulla-cometa-churyumov-gerasimenko...

en.wikipedia.org/wiki/Rosetta_(spacecraft)





[Modificato da Demetrio.D 13/01/2014 19:28]
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12/11/2014 12:23

La sonda Rosetta ha rilasciato il lander Philae, che adesso è pronto per cominciare la prima discesa mai tentata sul nucleo di una cometa. La conferma è arrivata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa). L'impresa, destinata ad entrare nella storia del voli spaziali, richiederà circa sette ore ed è prevista intorno alle 17 italiane.
Un viaggio iniziato dieci anni fa - Lanciata il 2 marzo 2004, Rosetta ha raggiunto la distanza di 511 milioni di chilometri dal nostro pianeta dopo aver rimbalzando due volte fra Terra e Marte per prendere la "rincorsa" necessaria a raggiungere la cometa. Prima di arrivare a destinazione ha avvicinato altri due fossili del Sistema Solare: gli asteroidi Steins e Lutetia.

Il risveglio dopo 31 mesi di ibernazione - L'8 giugno 2011 la sonda è entrata in uno stato di ibernazione dal quale il computer di bordo l'ha risvegliata il 20 gennaio 2014. A maggio ha cominciato a preparare la manovra di avvicinamento che l'ha portata a diventare il veicolo che più di ogni altro si è avvicinato ad una cometa.

L'Italia in prima linea - Nella lunga storia di Rosetta l'Italia è sempre stata in prima fila, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011, e poi con Asi, con le università Parthenope e di Padova, il Politecnico di Milano, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell'industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.

Sono italiani i due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, e degli 11 strumenti a bordo di Rosetta tre sono italiani. Sono lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell'Inaf (Iaps-Inaf); Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), progettato da Luigi Colangeli e del quale è responsabile Alessandra Rotundi, dell'università Parthenope.






http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/la-sonda-rosetta-si-separa-dal-lander-al-via-la-storica-discesa-sul-nucleo-della-cometa_2078802201402a.shtml

12/11/2014 19:39

Atterraggio (o attracco)
Philae (precedentemente indicato come RoLand) è il lander trasportato dalla sonda Rosetta. È sviluppato per effettuare un atterraggio sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Per effettuare questo ha utilizzato due arpioni che hanno ancorato il lander alla cometa e ne hanno impedito il rimbalzare in orbita.

Il lander è stato sganciato dalla sonda Rosetta il 12 novembre 2014 alle 10:05 ora italiana, rispetto alle 10:03 previste.

Philae è dotato di un particolare carrello di atterraggio, equipaggiato con viti di ancoraggio sulle tre zampe e con due arpioni nella parte centrale, aventi il compito di trattenere il lander ed evitarne eventuali rimbalzi durante la procedura di atterraggio; più che di atterraggio vero e proprio, infatti, trattasi di un attracco o rendez-vous spaziale, considerato che la gravità della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è circa 1/10.000 di quella terrestre.

Ogni arpione è costituito da un proiettile in rame-berillio, un sistema di espulsione pirotecnico, un rocchetto di cavo e un sistema di riavvolgimento del cavo basato su un motore brushless. Il lancio del primo arpione è comandato automaticamente al rilevamento del contatto di una delle tre zampe con il suolo: il proiettile viene espulso a una velocità di 90 metri al secondo (324 km/h) da un meccanismo a gas compresso a 300 bar, che permette fino a 10.000 g di accelerazione; lo sparo ha una durata di 1,5 ms e il pistone una corsa di 50 mm; subito dopo viene attivato il meccanismo di riavvolgimento per serrare la sonda alla cometa, richiamando il proiettile a sé alla velocità di 0,32 m/s (1,1 km/h). La forza esercitata dal meccanismo di ritenuta è regolabile su 8 step tra 1 e 30 Newton.

In caso il primo arpione fallisca, viene lanciato un secondo arpione. L'arpione ha a disposizione 2,5 metri di cavo; se per qualche motivo non dovesse fare presa entro questa distanza, un apposito meccanismo provvede a dissipare l'energia cinetica in eccesso senza danneggiare il lander.

Sul proiettile dell'arpione è installato un accelerometro che misura accelerazione e decelerazione al momento dello sparo e dell'impatto; è presente anche un sensore di temperatura, che insieme agli accelerometri costituiscono il sistema MUPUS. L'arpione è in grado di penetrare materiali che offrano una resistenza compresa tra 300 kPa e 5 MPa.

Il proiettile è dotato di due tipi di sporgenze e uncini, adatti a mantenere la presa sia su materiali duri che morbidi.

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Philae_%28sonda_spaziale%29







www.magson.de/projects/projects22.html



14/11/2014 15:48


Un po' di problemi, alcuni spiegati da Coelum.com
Riporto i passi principali:

Le sorprese
Partiamo dalle sorprese. La prima è che la superficie della cometa, almeno della regione di cometa osservata dal lander, è assai più rocciosa del previsto. La polvere non manca, anzi: il fatto che ricopra in modo ben visibile alcuni dei massi attorno a Philae è un chiaro indizio che lassù qualcosa si muove, dunque di attività cometaria. Ma la roccia domina. E questo tratto morfologico inatteso – fino a ieri mattina si prevedeva un atterraggio soft – potrebbe aver contribuito alla seconda sorpresa: è stato confermato che il lander è rimbalzato più volte sulla superficie di 67P. Come già aveva efficacemente riassunto il lander manager Stephan Ulamec, ieri non siamo semplicemente atterrati, per la prima volta nella storia, su una cometa: ieri vi siamo atterrati due volte.

E che rimbalzi. Quella che gli scienziati sono riusciti a ricostruire dai dati del magnetometro è una sequenza sconcertante. A seguito del primo “rimbalzo”, ha riferito Ulamec, il lander è rimasto sospeso nel vuoto per un’ora e cinquanta minuti, percorrendo un tratto di un chilometro. E anche il secondo, seppur assai più modesto, è stato un balzo da record: sette minuti, spostandosi a circa tre centimetri al secondo. Riuscite a figurarvi una serie di touch and go come questa? Il palloncino è ancora lì sul tavolo? Un sorso di camomilla, e andiamo ad affrontare la parte peggiore di questo bollettino cometario al cardiopalmo.


Le cattive notizie
Il rimbalzo chilometrico non ha danneggiato Philae, il lander non s’è ribaltato, ma è volato lontano dal luogo d’atterraggio programmato – l’oramai mitico “sito J” alias Agilkia. Scherzandoci su – e occorre quanto meno dare atto alla squadra di persone, davvero straordinaria, che sta conducendo quest’avventura di saper mostrare uno spiccato senso dell’umorismo anche innanzi alle situazioni più ansiogene – scherzandoci su, dicevamo, i responsabili della missione, ricordando che i siti di atterraggio candidati erano due o tre, hanno detto che probabilmente Philae li ha toccati tutti…

Comunque sia, certo è che il lander s’è infine accometato assai lontano dalla destinazione prevista. Esattamente dove, ancora non è ben chiaro. Ma le prime ricostruzioni lo danno sul ciglio d’un cratere. Le indescrivibili immagini giunte in giornata – vedi l’autoscatto su in alto, con in primo piano uno dei tre “piedi” del lander – lo mostrano relativamente saldo. In realtà, pare che almeno una gamba sia letteralmente all’aria, se solo ci fosse aria lassù (o laggiù, come twitta il premier Matteo Renzi).

Può cadere? Può ribaltarsi? Può volare via? Ebbene sì, perché purtroppo – e qui arriviamo alla seconda, dolentissima, nota – gli arpioni che dovevano, appunto, arpionarlo alla cometa non sono entrati in funzione. C’è ancora quel palloncino sul tavolo…? Insomma, basterebbe un alito di vento. Ma come scrivevamo poc’anzi, di vento – almeno questo – su 67P proprio non se ne parla. Dunque tutto bene? Eh no, per due motivi. Primo, come si intuisce dalla polvere depositata sulle rocce, la cometa presenta attività, tipo emissioni gassose dal suolo. Insomma, non è tutto così quieto, da quelle parti. Secondo e ben più grave motivo di tormento è che, senza arpioni, qualunque tentativo di muoversi può sfociare in tragedia.

Ma perché mai Philae dovrebbe volersi muovere? È un lander, mica un rover. Giusto, ma uno fra i suoi obiettivi scientifici principali è l’analisi del suolo cometario. E per riuscirci Philae dispone di un magnifico trapano (made in Italy) col quale trivellare il terreno. Solo che, senza essere ancorato, se azionasse il trapano, invece di far ruotare la punta, potrebbe trovarsi a ruotare sé stesso. Proprio come una trottola.

D’accordo, allora niente trapano, almeno per il momento. C’è altro? Sfortunatamente sì: i pannelli solari. Funzionano perfettamente, riferisce Ulamec, ma il punto in cui è finito il lander è all’ombra di un pendio. Risultato: i pannelli sono illuminati per una porzione di tempo assai più breve del previsto. Più o meno l’equivalente di un’ora al giorno: insufficiente a ricaricare le batterie. Batterie che, a conti fatti, possono resistere ancora una sessantina di ore. Poi ciao.

Le buone notizie
E ora vediamo di riprendere fiato. Le ragioni per rallegrarsi non mancano. Anzi, come vedremo, superano di gran lunga quelle per disperarsi. Anzitutto Philea funziona a meraviglia. Se ne sta ragionevolmente dritto. Sembra abbastanza stabile. È in perfetta salute. E, quel che più conta, il link radio con Rosetta sta facendo il suo dovere, trasmettendoci i dati provenienti dagli strumenti scientifici, che funzionano come orologi. Se pensiamo a quel che questo adorabile scatolotto ha dovuto passare nelle ultime ore, è un vero miracolo.

Ma c’è di più: la speranza che le cose migliorino. C’è infatti ancora margine per intervenire. Nelle prossime ore i tecnici ESA tenteranno di attivare il landing gear – il carrello di atterraggio – per ruotare lentissimamente il lander, e in particolare per riorientare i pannelli solari in una direzione più felice. Se l’operazione riesce, dopo potrebbe essere tutto in discesa. E non è affatto escluso che si tenti persino la trivellazione.

Infine, se pure l’energia dovesse finire, Ulamec ha garantito che Philae non morirebbe: entrerebbe piuttosto in uno stato d’ibernazione. E considerando che la cometa sulla quale si trova sta correndo a 66 mila km all’ora verso il Sole, non è del tutto escluso che, dopo un periodo di letargo, cambiando l’angolo d’illuminazione e riducendosi la distanza dalla nostra stella, il lander possa resuscitare.

Fonte: www.coelum.com/news/si-sta-come-d%E2%80%99autunno





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