Il 3 dicembre 1967, alla periferia di Ashland, Nebraska, l’agente Herbert SCHIRMER, in servizio notturno, sta pattugliando un tratto della statale 63. Sono circa le 2.30 del mattino, quando s’imbatte improvvisamente in una specie di cisterna, apparentemente parcheggiata sul bordo della carreggiata. Pensando ad un camion uscito di strada, Schirmer dapprima lampeggia con i fari. Non ottenendo alcun segnale di risposta, decide di scendere dall'auto per verificare che cosa sia accaduto. Non appena all'esterno si vede venire incontro degli strani esseri dall’aspetto quasi umano: camminano con andatura rigida ed hanno a statura di circa un metro e 30/40 centimetri; il loro corpo è tozzo e muscoloso; in testa indossano una specie di casco che lascia scoperti occhi luminosi, moIto simili a quelli dei gatti. Terrorizzato, Schirmer cerca di mettere mano alla propria pistola, ma viene a trovarsi immerso in una specie di nube di gas verdastro, che lo paralizza completamente. Contemporaneamente il motore ed i fari dell’auto si spengono. A questo punto, l’agente perde i sensi, per risvegliarsi solo mezz’ora dopo in uno stato di estremo smarrimento e paura Di quanto è successo, ricorda solo le immagini indistinte degli alieni che si era visto venire incontro.
Rientrato alla centrale, visibilmente sconvolto, cerca di riferire quanto gli è capitato, ma non viene creduto da nessuno dei suoi colleghi. Alla stregua di tantissimi altri casi, per Schirmer si apre dal quel momento un periodo estremamente pesante, contraddistinto da ghettizzazione e da una profonda crisi psicologico esistenziale che culminerà nella frantumazione della sua vita familiare. La moglie chiederà poco tempo dopo il divorzio, e la polizia lo esonererà da ogni incarico. Tuttavia un giornalista di nome Warren Smith, riusce a strappare al povero agente un’intervista e l’eco della vicenda, diffusosi a livello nazionale, giunse in breve agli inquirenti della Commissione Condon, che convocano Schirmer alla loro sede operativa di Boulder, Colorado.
L’uomo viene sottoposto a regressione ipnotica da parte del dottor Leo SPRINKLE, docente di psichiatria presso l’Università del Wyoming. I dettagli dello straordinario evento sviluppatosi nel corso di quella mezz’ora mancante, vengono a poco a poco portati alla luce.
In stato di trance l’agente narra al noto esperto di essersi destato a bordo dello strano oggetto, realizzando che si trovava in una stanza di otto metri per sei; alle pareti vi erano degli schermi piatti, simili a quelli degli odierni computer. Quattro entità simili a quelle incontrate sull’autostrada, lo circondavano: avevano la pelle del volto di un colore bianco grigio, quasi terreo, gli occhi a mandorla, e la bocca data da una semplice fessura in luogo delle labbra, sulle loro uniformi risaltava un emblema apparentemente simile ad un serpente attorcigliato. A questo punto quello che sembrava essere il capo dell’equipaggio prese ad istruire Schirmer circa gli scopi della presenza aliena sulla Terra, inoltrandosi nei principi di funzionamento della propria astronave. Stando a quanto all’agente venne riferito dagli ufonauti, nel momento in cui questi era sopraggiunto, essi stavano estraendo elettricità da una vicina centrale.
“Quando atterrano, — ricorda Schirmer — si crea attorno alla loro navicella un invisibile campo di forze, disposto secondo uno schema circolare che funge da meccanismo difensivo benché io non riesca a capire come facciano, so che traggono una sorta di energia elettrica dall’acqua. Per questo li si vede spesso presso fiumi, laghi e specchi d’acqua”.
Le entità presro quindi a parlare dei principi propulsivi del loro velivolo, dati da una sorta di energia elettromagnetica reversibile, in grado di attuare un volo senza inerzia e libero da gravità, ed il cui cuore operativo era indicato in un grande cristallo situato al centro della sala, dal quale si dipartivano due lunghe colonne. Il motore spaziale del disco operava invertendo l’energia elettrica e magnetica in modo da giungere ad un controllo globale sulla materia…annullando la forza di gravità. Secondo Schirmer il disco era fatto di magnesio puro.
Riflessioni
La vicenda Schirmer presenta non pochi tratti in comune con precisi aspetti desunti dalla casistica internazionale, relativa al contatto con entità sconosciute.
1) Nel riferire al giornalista Warren Smith i postumi del proprio incontro ravvicinato, Schirmer confidò di essere stato afflitto da persistenti emicranie, e di avere avvertito una specie di strano ronzio alla testa: "quando stavo per addormentarmi il ronzio si faceva più forte". Quest’ultimo dettaglio riprende alla lettera la sensazione, che avevano provato i coniugi Hill, subito dopo il loro rapimento, quando si erano ritrovati in macchina sulla strada del ritorno: esattamente come nel caso dell’agente, si trattava dell’unica propaggine fisica, di un evento completamente rimosso dalla memoria cosciente dei protagonisti.
2) I1 particolare dell’interesse alieno per l’acqua, è confermato da parecchi avvistamenti che hanno avuto e continuano ad avere per teatro, le zone marine, fluviali, lacustri e soprattutto i bacini artificiali. Significativamente questi ultimi nella maggior parte dei casi sono collegati a centrali elettriche.
3) Altri particolari della narrazione di Schirmer, soprattutto quelli relativi alla descrizione del motore spaziale del disco, avente al centro un cristallo, richiamano invece molto da vicino determinati tematiche, caratterizzanti il contattismo storico. Significativo è anche quanto riporta Adamski nel suo "A Bordo dei Dischi Volanti":
“C’era una colonna dei diametra di una sessantina di centimetri che scendeva dalla sommità della cupola,, sino al centro del pavimento In seguito mi venne spiegato che quello era l’ asse magnetico della nave, per mezzo del quale i suoi operatori attiravano le forze della natura sfruttandole, come mezzo d[ propulsione...Tre di quei cavi trasportano l’energia dalla colonna magnetica alle sfere che si trovano sotto la nave.., la cui funzione più importante è quella di agire come condensatori dell’elettricità statica che proviene dalla colonna magnetica “.
In termini non dissimili è la descrizione meccanica, effettuata nel 1950 al contattista Daniel Fry, dalla voce misteriosa udita a bordo dell’astronave, nella quale egli era stato invitato ad entrare:
“La grande struttura a forma di tamburo . . .è l’accumulatore differenziale. Per la precisione si tratta di una batteria di accumulatori in grado di ricaricarsi da un certo numero di fonti di energia naturali....L’accumulatore materiale ha elettroni liberi . . il cui meccanismo di controllo consente di fluire attraverso vari segmenti degli anelli generatori .Attraverso tali anelli la straordinaria corrente di elettroni crea un campo magnetico molto forte..."
Una singolare analogia con il rapimento di Schirmer è data dal particolare dell’emblema del serpente caduceo, o Albero della Vita, che anche Fry asserì di avere visto sull’astronave telecomandata: il suo significato, a quanto egli avrebbe appreso dalla voce dell’invisibile amico, sarebbe di natura universale, rinviando la verga, attorno alla quale il rettile è attorciliato, al concetto di vita che incomincia nel mare, sale nell’atmosfera e si continua nello spazio esterno.
Alla commissione Condon, Schirmer confessò di nutrire forti perplessità sulla veridicità dei messaggi ricevuti dalle misteriose entità, circa la loro presunta provenienza e non solo:
"Non sono sicuro che venissero effettivamente dai posti che citavano . . Poteva trattarsi di una sorta di depistaggio"
Raccontò che avevano un programma noto come ‘analisi per la riproduzione’ e che per certi esperimenti avevano fatto uso anche di esseri umani. Non disse se gli esseri umani erano stati rapiti e portati via.
Un ultimo tratto significativo del caso Schirmer è l’anticipazione del discorso sulle basi aliene sul nostro pianeta, che solo dalla fine degli anni ‘70 comincerà a monopolizzare ufficialmente l’attenzione di pubblico. Questo ancora quanto riferì durante la regressione ipnotica:
“C’è una base sotto l’oceano al largo della Florida e non è di
dimensioni trascurabili…Viene usata a nostro e a loro vantaggio. C’e
una base in una regione polare ed un’altra grande base sulla costa ’
argentina Ci sono basi anche in altri posti del mondo, sotto terra e basi sott’acqua"
[Modificato da G.D.E. 28/08/2008 01:35]
"Lo scettico è quella persona che vedendo un segno tracciato su un muro pensa che si tratti di un falso"