L'On. Hellyer ex Ministro difesa canadese parla..

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00sabato 8 giugno 2013 13:14


L'On. Hellyer ex Ministro difesa canadese
parla di 4 razze aliene in visita attiva sulla Terra e che gli
Usa si stanno preparando a una difesa intergalattica. [SM=g8360]
Non si tratta della trama di un libro di fantascienza ma di quanto ha affermato Paul Hellyer
di fronte a un pubblico di studenti all'Università di Toronto durante un simposio sulla «Exopolitics». [SM=g8342]

http://digilander.libero.it/mirkopellegrin/html/difesa_intergalattica.html
tntgabri
00sabato 8 giugno 2013 16:08
Secondo me, è una cosa eccezionale. Non è la prima volta che l'ex ministro della difesa canadese fa certe affermazioni, ed è curiosa anche la reazione delle associazioni non-governative.

P.S. riporto l'articolo così è più immediato e non si deve cliccare sul link.

Un ex ministro canadese rivela: «Gli Usa stanno preparando la difesa intergalattica
di Maurizio Molinari

NEW YORK. Gli Ufo volano da oltre mezzo secolo in totale libertà sui cieli del nostro pianeta, il governo degli Stati Uniti sviluppa armi segrete per fronteggiare possibili attacchi provenienti dal cosmo, da un giorno all'altro potrebbe scoppiare una guerra intergalattica e il vero motivo per cui è stato ordinato alla Nasa di realizzare una base sulla Luna entro il 2020 è la volontà della Casa Bianca di monitorare da vicino i velivoli extraterrestri che vanno e vengono dalla Terra. Non si tratta della trama di un libro di fantascienza ma di quanto ha affermato Paul Hellyer di fronte a un pubblico di studenti all'Università di Toronto durante un simposio sulla «Exopolitics». In quanto ex ministro della Difesa ed ex vicepremier del Canada, Paul Hellyer tra il 1963 e il 1967 partecipava alle riunioni a porte chiuse dell'Alleanza Atlantica ed era in particolare al corrente dei segreti del Norad - il comando aereo americano-canadese che veglia su ogni movimento sui cieli del Nordamerica - ma finora non aveva mai parlato con tanta chiarezza, pur dicendosi a più riprese convinto della loro esistenza. Senza svelare le fonti delle proprie informazioni Hellyer ha esordito affermando che «gli Ufo sono reali al pari degli aerei che volano sopra le nostre teste» e ha ammesso di essere «davvero preoccupato per le conseguenze di una guerra intergalattica che potrebbe scoppiare in qualsiasi momento». A suo avviso gli Stati Uniti vennero a conoscenza dell'esistenza degli Ufo nel 1947 allorché cadde su Roswell, in New Mexico, quello che molti testimoni descrissero come un «disco volante» prima delle smentite arrivate a pioggia dai militari di Washington. «Il livello di segretezza relativo a quanto avvenuto a Roswell è stato sin dall'inizio senza paragoni - ha spiegato l'ex titolare alla Difesa - e la grande maggioranza degli alti funzionari e dei politici degli Stati Uniti, senza contare i puri e semplici ministri della Difesa, non vennero mai informati di nulla». Solamente i presidenti degli Stati Uniti e pochi altri sarebbero dunque dal 1947 al corrente della verità sulla provenienza dei resti raccolti a Roswell e delle successive scoperte fatte nella base del Nevada «Area 51» sulla circolazione degli Ufo sui cieli della Terra. «Una conseguenza di queste conoscenze - ha aggiunto Hellyer di fronte a una platea che lo ha osannato come un profeta - è che gli Stati Uniti stanno preparando da tempo un particolare tipo di armamenti che potrebbero essere usati contro gli alieni e che rischiano di precipitare tutti noi in una guerra intergalattica senza aver neanche il minimo sentore di quanto sta per avvenire». Proprio a questo scenario sarebbe legata la decisione presa dal presidente americano, George W. Bush, all'inizio del 2004 di chiedere alla Nasa di costruire una «base sulla Luna» entro e non oltre il 2020. Sebbene Bush abbia affermato di volerla usare come trampolino per l'esplorazione umana del sistema solare l'ex ministro la pensa diversamente: «Questa installazione consentirà agli americani di osservare meglio il traffico di Ufo che si dirigono verso la Terra e poi tornano verso lo spazio e anche di colpirli e abbatterli se decideranno di farlo». Anche la nuova generazione di armi spaziali che il Pentagono sta sviluppando - il bilancio del 2005 ha previsto lo stanziamento dei primi fondi - sarebbe legata al possibile scenario di una guerra intergalattica. «È giunto il momento di alzare il velo di segretezza che circonda l'esistenza degli Ufo - ha terminato l'ex ministro - e di far emergere la verità affinché la gente sia messa a conoscenza di uno dei più importanti problemi che la Terra si trova ad affrontare». A seguito del discorso di Hellyer tre organizzazioni non-governative canadesi - guidate dall'Istituto per la cooperazione nello spazio - hanno chiesto alla commissione Sicurezza nazionale del Senato di Ottawa di aprire un'inchiesta sugli Ufo, convocando a deporre sotto giuramento non solo l'ex ministro ma anche i vertici dell'intelligence, i comandanti attuali e passati del Norad e i massimi esperti scientifici e militari nazionali al fine di appurare quali informazioni possieda il Canada. Le organizzazioni non-governative chiedono anche al premier Paul Martin di dare inizio al progetto «Una decade di contatti» per accompagnare la popolazione alla conoscenza degli Ufo che ci circondano.


Fonte:la stampa
zambu.83
00domenica 9 giugno 2013 08:25
Quello che mi chiedo è come dovremmo fare noi terrestri a fronteggiare militarmente alieni che hanno una tecnologia talmente avanzata da farli muovere fra le stelle.La logica porterebbe ad escludere una nostra possibile azione militare adeguata ed incisiva visto in sicuro gap che divide la nostra tecnologia dalla loro...quindi secondo me possiamo monitorare quanto ci pare e piace ma,alla fine, ci fermiamo li...al monitoraggio.
Per fare un esempio è come se un aborigeno volesse monitorare l'attività di caccia bombardieri statunitensi che vanno e vengono a loro piacimento e poi pretendesse di abbatterli con l'arco e le frecce... [SM=g8298]
s_pread_
00domenica 9 giugno 2013 12:09
[IMG]http://i41.tinypic.com/eu4q69.png[/IMG]
Disclosure Totale

Il Giornale OnlineIntervista in esclusiva tramite Paola Harris a Paul Hellyer, ex vice primo ministro e ministro della difesa del Canada. È il momento di rivelare la verità sugli UFO, questione di fondamentale importanza per il futuro del nostro pianeta. I governi - quelli permanenti e quelli provvisori - devono assumersi le loro responsabilità.

Il nome di Paul Hellyer è balzato agli “onori" delle cronache ufologiche internazionali in seguito alle sue dichiarazioni e alla sua clamorosa proposta rivolta agli USA perché si arrivi, in breve tempo, a dichiarare la verità sul fenomeno UFO e sul cover-up imposto dai governi maggiormente coinvolti nella questione. Hellyer ha utilizzato termini molto impopolari, in politica. Nel corso dell’intervista che mi ha concesso lo scorso 24 Febbraio nel suo ufficio, a Toronto, sono entrata subito in argomento, domandandogli: «Quando ha cominciato a interessarsi all’argomento UFO? E quando a interrogarsi su quello che volava nei nostri cieli? Era ancora ragazzo, fu quindi la classica curiosità giovanile, oppure fu nel periodo in cui lavorava per il Ministero della Difesa?».

Hellyer: «Non è esatto. È stato di recente. Quando ero Ministro della Difesa, sulla mia scrivania arrivavano dei rapporti di avvistamenti. Indicavano solo se ci fosse o meno una qualche spiegazione naturale e io ero di gran lunga troppo occupato, all’epoca, per preoccuparmene. Ero il ministro che unificò le Forze Armate, il Royal Canadian Army, la Royal Canadian Navy e la Royal Canadian Air Force in una sola forza armata. Una mossa senza precedenti per il mondo occidentale. Robert McNamara, allora Segretario della Difesa statunitense, disse che questo era ciò che desideravano tutti i ministri, ma non avevano il fegato di farlo. In realtà, fu la guerra a renderlo possibile».

Paola Harris: Questo avvenne negli anni ‘60 con Robert McNamara, segretario alla Difesa per la presidenza Kennedy?

Paul Hellyer: «Sì, erano gli anni ‘60, ma allora non mi interessavano gli UFO, avevo troppo altro da fare. La vera curiosità è venuta, credo, negli ultimi tempi, quando alcuni amici hanno cominciato a inviarmi del materiale, che però non avevo tempo di leggere, così lo mettevo da parte, sullo scaffale, in attesa di consultarlo in futuro. Devo ammettere che fu solo dopo che portai il libro del Colonnello Corso nel mio cottage a Muskoska, un anno fa, e mi sedetti a leggerlo, allora si risvegliò il mio interesse, perché sapevo che era vero. Mi dissi “Ehi, qui c’è qualcosa che voglio scoprire, perché è importante e vi sono molte tematiche politiche su cui dovrò riflettere».



Harris: Chi le ha dato quel libro?

Hellyer: «Mi sembra sia stato Pierre Jeauneau. Pierre, è solito inoltrarmi parecchia roba. È sempre premuroso e sa quanto sono oberato di lavoro, è la verità, può constatarlo dalla mia scrivania».

Harris: Lei è impegnato in molti campi. Hellyer: «È vero. Lavoro giorno e notte. La gente mi chiede cosa faccio ora che sono in pensione, e la sola differenza è che lavoro, più o meno, solo sei giorni la settimana, adesso. Quando lessi il libro di Corso capii che era autentico. Mi sono chiesto “chi potrebbe essere in grado di scrivere una fiction come questa. In un anno, leggo solo pochi libri, ma quello di Corso era talmente convincente che fino alla fine non seppi decidere, al 100%, se si trattasse di fatti reali o di finzione. Esisteva anche solo una possibilità che fosse finzione? Conclusi che non era possibile, perché c’erano troppe date, troppi nomi e troppi riferimenti che conoscevo, in quanto ex ministro della Difesa, e che riconoscevo come corretti. Il libro immediatamente suscitò in me un forte interesse e una profonda apprensione».

Harris: Risulta anche che lei abbia interpellato un generale a quattro stelle degli Stati Uniti…

Hellyer: «Non posso dire di chi si tratta, o quante stelle abbia. Stavo leggendo il libro e ne parlai con mio nipote, che si trovava in visita da me per un paio di giorni. Come la gran parte della gente, era scettico, e non aveva problemi ad ammetterlo. Due settimane dopo mi chiamò. Mi disse di aver parlato con il mio amico generale in pensione e citò le sue parole: “È vera ogni singola parola, e anche di più. E poi aggiunse: “Quel libro, devo assolutamente leggerlo!».

Harris: Beh, il libro fu un best seller e uscì in occasione del 50˚ anniversario dello schianto di Roswell. Vi sono gruppi che credono che l’incidente non sia neppure accaduto, mentre il Colonnello Corso, nel libro Il Giorno Dopo Roswell e nei suoi appunti originali - il diario L’Alba di una Nuova Era - racconta di aver visto un corpo a Fort Riley, Kansas, nel 1947. Quindi non si tratta solo del suo lavoro al Pentagono, ma del fatto che vide anche il corpo di un ET, il che è molto importante. Mi sembra di capire che questo ha cambiato il suo modo di pensare rispetto a molte cose, che l’ha incuriosita e che ha preso la questione sul serio. Questo, perché riguarda la sicurezza nazionale o perché, da essere umano, ha cambiato il suo modo di concepire il mondo?

Hellyer: «Ha stimolato la mia curiosità e la mia apprensione, perché riconosco le questioni politiche quando me le trovo davanti. Sul piano politico, si prenda la dichiarazione del Generale Twining (Nathan Twining, membro MJ-12, N.d.R.), il quale definì questi popoli come “nemici alieni". Dunque la mia prima domanda è: “Sono ancora considerati alieni". Perché, se lo sono, l’Esercito degli Stati Uniti si sta preparando ad annientarli. Poi mi sono chiesto, se (gli alieni) impiegassero una tecnologia superiore, cosa succederebbe? Subirebbero un attacco o adotterebbero tale tecnologia per reagire pesantemente alla provocazione? Quali sarebbero le conseguenze per gli Stati Uniti e per il mondo intero? È una questione di enorme importanza. Ovvio che, fra le altre considerazioni politiche, c’è che se questa tecnologia è tanto stupefacente potrebbe venire utilizzata per salvare in nostro pianeta dalla distruzione ambientale? Potremmo fare a meno di bruciare combustibili fossili e salvare la fascia di ozono, fermare lo scioglimento delle Calotte Polari e il conseguente innalzamento del livello del mare in tutto il mondo, o impedire la distruzione del sistema climatico? Credo che moltissima gente sia più preoccupata di quanto sia disposta ad ammettere ed è per questo che il clima è di enorme importanza. La terza considerazione è che, naturalmente, tutto ciò conferma che gli alti gradi non stanno raccontando la verità su Roswell. Questo è chiaro. Ho visto alcuni di loro in televisione, non molto tempo fa, e la linea di partito è ancora quella del pallone meteorologico, e ho sentito dozzine di altri dire di aver giurato segretezza. Così mi sono detto: “Aspetta un minuto! Non prendiamoci in giro! Far giurare segretezza a causa dello schianto di un pallone meteorologico».

Harris: Non ha senso!

Hellyer: «Beh, non è credibile! Quindi, per come vanno le cose, possono tacciare di mancanza di credibilità le persone che sostengono che questi schianti sono veri, ma a mio parere sono proprio quelli che sostengono che si trattò di un pallone meteorologico a non essere in alcun modo credibili. Questo è cover-up: sono convinto che ci sia stato un cover-up sistematico e ben riuscito, per mezzo secolo, se non di più. L’intero cover-up conferisce credibilità alla teoria di Lewis Lapham, il direttore di Harper’s Magazine, sui due governi. Immagino che ne abbia sentito parlare».

Harris: Il governo ombra e il vero governo?

Hellyer: «Quello permanente e quello provvisorio, o il permanente e il provvisorio. Lapham ritiene che il Governo degli Stati Uniti permanente sia rappresentato dall’elenco dei cinquecento nomi di “Fortune", dai maggiori studi legali di Washington che li assistono e dalle principali agenzie di che si occupano delle loro pubbliche relazioni, o per essere un po’ più schietti, della loro propaganda, senza dimenticare i mezzibusti, sia militari che civili. Sono loro a governare gli Stati Uniti e ogni tot anni, mi consenta una parafrasi da ex politico, organizzano una farsa chiamata “elezioni" e il governo permanente sceglie gli attori che dovranno calcare il palcoscenico e leggere il copione scritto dal governo programmato, assoldando attori che non improvviseranno troppo e che eseguiranno ciò che viene detto loro di fare, gli daranno dei soldi per essere eletti e nessun altro si presenterà, perché le elezioni sono diventate un affare troppo dispendioso, soprattutto negli Stati Uniti, dove servono somme astronomiche per essere eletti. Chi non abbia alle spalle l’establishment, non è neppure in lizza. La chiamano Democrazia, ma è solo un nonsenso. A mio avviso questo conferma l’esistenza di un vero problema nei paesi che definiamo democratici, dove noi siamo, sostanzialmente, i burattini di persone che si considerano proprietarie del nostro sistema sociale, quindi spesso non ha alcuna importanza chi eleggiamo, perché chi viene eletto non apporterà alcun cambiamento importante. Queste sono questioni politiche fondamentali, che mi interessano, anzi, ritengo che debbano essere affrontate e risolte in primo luogo per gli Stati Uniti, ma anche per tutta l’umanità, perché noi siamo subalterni agli Stati Uniti in tutto ciò in cui sono coinvolti. Basta prendere il giornale di oggi, per leggere che il nostro nuovo Ministro della Difesa sotto il nuovo governo di minoranza, Steven Harper, ha dichiarato di voler riproporre la questione della difesa antimissilistica. Ho drizzato subito le antenne. Faremo dunque parte di questo business nel costruire un sistema studiato per misurarsi con gli “intrusi alieni". Vogliamo farne parte? Sembra chiaro che vorremmo farne parte senza neppure sapere cosa stiamo facendo. Allora, vuol dire che il nostro Primo Ministro è… nel giro? Assolutamente no! Sono sicuro che non lo è. E che dire del nostro Ministro della Difesa, un semplice Generale di Brigata (grado, in Canada, inferiore a contrammiraglio, N.d.R.), lui può esserci, nel giro? Certamente no. Si allinea semplicemente al giudizio convenzionale secondo il quale va realizzato un sistema che ci protegga da missili nemici, da parte di solo il cielo sa chi, si associa alla linea politica, alla storia di copertura ed è qui che io dico “questo non mi sta bene". Prima di cominciare a spendere soldi, dobbiamo avere fatti, cifre e informazioni reali, per giustificare l’impegno di risorse e di tempo, deviati da cose di gran lunga più importanti, entrando oltretutto a far parte di un progetto che probabilmente per noi non va bene affatto».

Harris: Insomma, lei si rende conto di sostenere la causa del disclosure. Schierarsi a favore del disclosure (rivelazione, divulgazione di una realtà tenuta nascosta, N.d.R.), vuol dire sfilare il tappeto da sotto i piedi di molte potenti istituzioni, a partire da quelle finanziarie, religiose e politiche, il che è in fondo la ragione per cui un sacco di gente sta mantenendo “segreto il segreto" Come pensa di affrontare questo lato della questione?

Hellyer: «Io credo nella ricerca della verità, nella “Buona Novella" sta scritto che la Verità vi renderà liberi. Non esiste altro approccio. Non si può vivere nella menzogna. Sono una persona religiosa e non sono minimamente preoccupato per il futuro del disclosure. Sono assolutamente convinto che scopriremo la verità, per me è semplicemente naturale e inevitabile che esistano altre razze, altrove nella galassia o nelle galassie, tecnologicamente più avanzate di noi e probabilmente più avanzate spiritualmente, e che dovremmo cooperare con loro, apprendere da loro e lavorare insieme per costruire un mondo migliore. Prima dobbiamo preoccuparci di migliorare il nostro mondo, poi avremo modo di collaborare per migliorare la galassia o le galassie. Queste sono le politiche che dovremmo adottare, e non spendere centinaia di milioni di dollari, quando ci sono milioni di persone sul nostro pianeta che muoiono di fame o di malattie. Sul piatto della bilancia da una parte c’è un progetto che costa qualche centinaio di milioni di dollari solo per soddisfare le brame del complesso militare e industriale, dall’altra la possibilità di salvare alcune centinaia di milioni di vite umane che altrimenti non avranno scampo. Non le stiamo aiutando affatto, eppure avremmo la capacità e le risorse per farlo e per dare loro una vita migliore».

Harris: Ci stiamo addentrando in un discorso anche filosofico. Come ufologa, so che c’è una grande quantità di avvistamenti, li abbiamo sempre catalogati. Ve ne sono a migliaia e migliaia. Il fenomeno interessa il Sud America, l’Europa, l’Asia; ovunque abbiamo prove a sufficienza dell’esistenza di avvistamenti di questi oggetti anomali. Ma ora dobbiamo rispondere a un interrogativo di taglio filosofico: una volta ottenuta la verità, cosa ne faremo? Quale sarà la nuova dimensione politica? L’argomento viene sviluppato in una nuova area di cui si interessano il Dr. Michael Salla e Alfred Webre, chiamata “esopolitica". Lei è d’accordo sul fatto che spetta a noi unirci per il futuro, persino a livello popolare, dal momento che i politici non lo stanno facendo, al fine di sviluppare politiche che riguardano il contatto?

Hellyer: «Sono convinto che si debba fare qualcosa. Plaudo ai loro sforzi. Dobbiamo fare qualcosa di positivo attraverso la cooperazione e Alfred Webre ha suggerito un periodo di dieci anni di contatto e cooperazione. Credo sarebbe straordinario e solo il cielo sa a cosa ci porterebbe. Ma credo che sarebbe di gran lunga più positivo che passare i prossimi dieci anni cercando di costruire un sistema militare in grado innescare un conflitto intergalattico».

Harris: Che potremmo non vincere...

Hellyer: «Certo che non lo vinceremo. Ma questa è una possibilità che alcuni militari non prenderebbero mai in considerazione. Secondo loro andremmo avanti fino alla vittoria. Conosco la mentalità militare».

Harris: È anche perché la guerra porta “soldi". Abbiamo a che fare con un complesso che vive dei finanziamenti derivati da queste situazioni.

Hellyer: «Solo certe persone fanno i soldi e il resto di noi si indebita. Il nostro è un sistema monetario decisamente peculiare, che si può conoscere e non conoscere, è uno dei miei interessi da una vita».

Harris: Sì! Vedo che ha scritto alcuni libri di economia. Non sapevo che fosse così prolifico in quest’area.... “Surviving the Financial Crisis" e “Agenda Plan for Action"... ha scritto molti libri sul sistema monetario.

Hellyer: «È un sistema particolare, che decide come si spendono soldi per vincere una guerra. Ma il modo in cui lo facciamo è indebitandoci ulteriormente e, di conseguenza, ogni volta facciamo un’altra guerra, la gente ha il fardello di un altro debito su di sé mentre pochi, i padroni delle industrie degli armamenti, sono i beneficiari. Ma i beneficiari delle industrie belliche non sono certo quelli che vanno a combattere. Sono quelli che vivono nel lusso continuo, sotto la guerra. Mentre è la povera gente che va a combattere, è la povera gente che perde i figli e i padri, gli zii e i fratelli, e che poi deve anche sostenere il debito pubblico, invece di essere libera di ricostruirsi una vita migliore. Dietro tutto questo ci sono enormi interessi politici. Interessi talmente grandi che ho difficoltà a trovare le parole per descriverli».

Harris: A livello di gente comune, se dovesse darci un consiglio, quale sarebbe? Molto di quanto lei ha avuto il coraggio di chiedere al Presidente Bush - come il riconsiderare la base sulla Luna - è stato riportato sulla nostra rivista “Area 51" - ma, a livello di gente comune, a coloro che si rendono conto che quanto sta dicendo è giusto e che è la verità, quale consiglio darebbe per un futuro migliore? Lei parla a livello politico perché ricopre una certa posizione, ma a noi, la “gente" cosa consiglierebbe?

Hellyer: «La gente dovrebbe tenersi informata per come può. Le notizie non mancano. È stata lei a fare cenno al Disclosure Project, al fatto che ha un po’ catalizzato l’attenzione dei media».

Harris: Il Disclosure Project di Steven Greer ha avuto i requisiti di un evento mediatico molto ben orchestrato, per affrontare l’argomento UFO.

Hellyer: «Dobbiamo usare internet a livello globale, per diffondere le informazioni e usare questo veicolo affinché la gente chieda ai propri politici di agire. Da un po’ di tempo in Canada c’è un gruppo di amici che sta chiedendo al Comitato Difesa del Senato di aprire un’inchiesta e di ascoltare alcuni dei testimoni del Disclosure Project di Greer, e altri testimoni ancora, e di parlare con loro. Credo che in Canada ci sarà un riscontro da parte della stampa».

Harris: Pensa che il Canada possa ricevere pressioni esterne per non farlo?

Hellyer: «È possibile, ma se si sottometteranno, sarà soltanto l’ennesima prova di quanto siamo subalterni rispetto a quello che l’“elefante bianco" ci dice di fare. Se sarà una nostra iniziativa, potrebbero derivarne delle pressioni. Mi spiego: di solito, le comunicazioni vanno dal Sud al Nord, ma a volte capita il contrario. Alcuni ascoltano la Canadian Broadcasting Corporation e altri network: se si riuscisse a ottenere una buona pubblicità, le notizie potrebbero passare il confine sud, raggiungere gli USA e incoraggiare gli Americani ad attivarsi. A quel punto, gli Americani dovrebbero chiedere ai membri del Congresso, cosa diamine stanno facendo con i loro soldi. Quali sono i progetti? Quali sono i progetti segreti e quali le conseguenze militari? Saranno gli Americani a dover spingere i membri del Congresso a chiarire la faccenda dei progetti segreti. E, ancora, dovranno chiedere se i politici considerano questi popoli alieni come nemici… e, se è così, perché? Dimostratecelo e mostrateci le prove. Credo che l’unica cosa da fare sia continuare a fare pressione sui politici dicendo: “Ehi, ti ho eletto per prenderti cura dei nostri interessi e non per fare quello che dicono i servizi segreti!. Quelli non li ha eletti nessuno. Sono solo un manipolo di individui che si credono padroni del mondo, che fanno solo il proprio interesse, entro una cerchia ristretta in cui mentono l’un l’altro. E una volta che ti abitui alla menzogna, lo farai anche con il pubblico. Abbiamo la grande responsabilità di premere sui politici perché dicano che il momento è arrivato. Completo Disclosure. Vogliamo sapere e di conseguenza avere il potere di decidere se vogliamo imbarcarci in un progetto per salvare il pianeta in collaborazione con altri, oppure lasciargli mano libera per costruire una migliore e più potente bomba all’idrogeno, per far saltare i bunker e per fare molte altre cose che porterebbero, alla fine, a un pianeta virtualmente inabitabile, o relativamente inabitabile e la scelta, sembra essere quest’ultima».

Harris: OK. Può darci un’anticipazione di ciò che scriverà nel capitolo del suo libro dedicato a questo argomento?

Hellyer: In sostanza, quello che ho appena esposto. A cominciare dalle prove portate da persone che hanno grande esperienza in questo campo. Ma non fornirò troppi esempi, per non intasare un intero capitolo e per non dilungarmi. Sceglierò, forse, otto o dieci testimoni fra i più attendibili, con esperienze dirette, e parlerò direttamente con loro, in modo da poterli citare in quanto affidabili e veritieri. Non penso sia molta la gente che sta dicendo la verità. Oggi è il momento del completo disclosure. Dovrò spiegarne le ragioni e ne svilupperò alcuni aspetti politici, anche come riflessi sulla politica monetaria. Vi sarà un filo conduttore che legherà tutto.

Harris: Tutto è collegato. C’è un aspetto “futuristico" in questo, una filosofia dell’esopolitica, sul come rapportarsi con questa realtà. In altre parole, «che si abbia voce in capitolo su come andranno le cose nel futuro»! La nostra è un’euforia contagiosa, che può spingere altri ad andare avanti, a dare loro una “speranza". Perché un nuovo futuro è possibile. Comunque, quando uscirà questo libro?

Hellyer: Ci metterò un paio due anni per scriverlo. Voglio portare avanti una ricerca adeguata e renderla attendibile per quanto riuscirò a fare. Non ho una scadenza ma, allo stesso tempo, voglio iniziare prima possibile e spero di ultimarlo in tempo per le prossime elezioni presidenziali americane! Per certi versi, non è importante, ma per altri potrebbe fornire consigli agli elettori sul tipo di alternative cui dovrebbero guardare nelle scelte di partito, sia negli Stati Uniti sia in Canada. Sarà il mio ultimo tentativo, credo. Per questo voglio che venga bene. Cercherò di collegare i punti in un insieme.

Harris: Stati Uniti e Canada, ma aggiungerei che noi in Europa la stiamo seguendo attentamente. Perché, vede, qualsiasi cosa accada qui, si riflette dall’altro lato dell’oceano. Il suo contributo ci fa capire che tutto questo influisce su tutti noi.

Hellyer: È una comunità globale, tutti sono coinvolti e il sistema monetario è universale. Non mi riferisco solo al Nord America. Ciò di cui parliamo è universale. Il fatto che ci siano persone che muoiono di fame, in una parte del mondo, e gente ricca e ipernutrita dall’altra, è universale, non è ristretto ad una singola area geografica. Io, dal mio canto, mi concentrerò su quella che conosco meglio. Potremo avere un mondo di pace, se ci saranno donne e uomini di buona volontà. Ma non vedo, oggi, donne e uomini e donne di buona volontà. Siamo più interessati ad ucciderci a vicenda, piuttosto che aiutarci a vicenda. Dunque, se in qualche modo possiamo cambiare le cose, rivedere le nostre priorità per cambiare rotta, per la nostra vita e per le nostre spese, per emancipare l’umanità e per “le altre specie", allora cominciamo a pensare che «desiderare un futuro positivo» non è un’utopia, ma una realtà positiva. È possibile, ne abbiamo i mezzi! Abbiamo la tecnologia, non ci manca nulla, tranne la volontà politica di farlo. Quella manca. Il Generale Eisenhower ci mise in guardia. Immagino che fosse al corrente della questione UFO, quando dichiarò: «State attenti al complesso dell’industria militare». Probabilmente, aveva concluso che alcune informazioni da parte degli ET stavano andando a finire nelle mani sbagliate e che in qualche modo dovevamo ristabilire il controllo pubblico su quanto accadeva.

Harris: Ci ha dato un po’ di speranza. In Europa la maggior parte è cento volte indietro rispetto a lei. Aspettiamo il libro. Abbiamo bisogno di sviluppare una filosofia dell’esopolitica a livello della gente comune. Avere una persona del suo calibro che parla, aiuta a convalidare l’ottica dell’esopolitica. Aiuterà non solamente noi, ma l’intero pianeta. Grazie.

Hellyer: Speriamo di poter lavorare insieme e di produrre qualche risultato positivo.

- intervista esclusiva a Paul Hellyer di Paola Harris di qualche tempo fa...c'era un certo Bush figlio allora... [SM=g9202]
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.213
tntgabri
00lunedì 10 giugno 2013 19:12
Re:
zambu.83, 09/06/2013 08:25:

Quello che mi chiedo è come dovremmo fare noi terrestri a fronteggiare militarmente alieni che hanno una tecnologia talmente avanzata da farli muovere fra le stelle.La logica porterebbe ad escludere una nostra possibile azione militare adeguata ed incisiva visto in sicuro gap che divide la nostra tecnologia dalla loro...quindi secondo me possiamo monitorare quanto ci pare e piace ma,alla fine, ci fermiamo li...al monitoraggio.
Per fare un esempio è come se un aborigeno volesse monitorare l'attività di caccia bombardieri statunitensi che vanno e vengono a loro piacimento e poi pretendesse di abbatterli con l'arco e le frecce... [SM=g8298]




Quello che dici è vero, tuttavia, c'è da ricordare che noi non dobbiamo attaccare, ma solo difenderci. E' come se stessero assediando un castello. E' più facile difendersi che attaccare. Per di più, se tutto ciò che Helleyer dice è vero, magari abbiamo la tecnologia per abbattere dalla luna un ufo, preso, magari, alla sprovvista. Oppure, come, del resto, si evince dalle parole di preoccupazione di Helleyer, si trasformerebbe in una guerra per la sopravvivenza. Ho visto tempo fa un programma dove erano state fatte delle simulazioni scientifiche di un attacco alieno, e, seppur con moltissime perdite, avremmo potuto abbattere almeno un'astronave.
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