Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 
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Il caso Zamora

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2011 15:45
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05/06/2011 15:45

Incontro Ravvicinato del III Tipo



Il caso Zamora o anche conosciuto con il nome di "il caso Socorro" dal nome della città cui fu teatro questo strano evento, è ad oggi uno dei casi più famosi e attendibili dell'ufologia. Protagonista fu un agente di polizia di Soccorro, New Mexico, tale Lonnie Zamora. Il caso è probabilmente uno degli Incontri Ravvicinati con tanto di ritrovamento di tracce sulla vegetazione rilasciate dall'UFO, più documentato e attendibile di sempre. Il caso venne seguito sia dall'APRO e NICAP, oltre che dall'Air Force, dal comitato del Progetto Blue Book, e anche investigato da Joseph Allen Hynek (consulente del Blue Book), e successivamente dal fisico e ricercatore UFO James McDonald.

Punti fondamentali

-Testimonianza di un agente di polizia che ebbe un incontro ravvicinato con un UFO e con i suoi due occupanti
-Ritrovamento di tracce al suolo, tra cui piante bruciate e segno lasciato dall'atterraggio dell'UFO sulla zona
-Centinaia di testimonianze accertate che confermarono ancor più l'attendibilità del caso
-Accurate indagini
-Il caso venne archiviato come attendibile e inspiegato

Il caso

L' avvistamento, secondo Zamora, è avvenuto il 24 aprile 1964, verso le 17:45 durante un normale inseguimento con un'auto di servizio su una strada a sud di Socorro. La prima impressione che il poliziotto ebbe dell'evento fu : "In un primo momento udii come una specie di rombo, poi vidi alla distanza di circa 800 mt delle fiamme scaturire in direzione sud est"

Ecco come Zamora racconta l'avvistamento:

Durante un inseguimento lungo la statale, udì un'esplosione avvenuta presso un deposito di dinamite e vidi delle fiamme. Subito interruppi l'inseguimento per investigare e lasciai la statale per imboccare una strada sterrata. Anche se indossavo occhiali da sole, non avevo dato molta attenzione alle fiamme, dato che ero disturbato dal sole. Era sereno, con pochissime nubi disseminate su una vasta area del cielo. Dopo aver visto fiamme arancio-azzurrognole, sentì chiaramente un rombo la cui frequenza oscillò per un certo tempo, fino a dissolversi. Ad un certo punto il motore dell'auto si spense ; cercai con difficoltà di ripartire per avviarmi verso la ripida collina, cosa che mi riuscì solo al terzo tentativo, ma non sentì altri rumori. Nei successivi 10-15 secondi, procedendo verso ovest, mi resi conto di ricordare la precisa posizione della baracca. Vidi verso sud un oggetto luminoso a circa 137-183 metri di distanza dalla mia auto. Pensai ad una macchina rovesciata, con due persone prigioniere nell'abitacolo. Ma dovette ricredermi : era in realtà un oggetto di forma oblunga, sembrava di alluminio lucido, biancastro e cromato.

Chiesi aiuto via radio. Per un breve intervallo di tempo, potei osservare, vicine all'oggetto, due persone che indossavano una tuta bianca. Questi individui sembravano persone normali - o due adulti di bassa statura o persino dei bambini obesi- . Mi avvicinai all'oggetto, comunicando alla stazione di polizia ciò che stavo osservando : verificavo quello che credevo essere un'auto che si trovava nell'arroyo. ( un letto di un ruscello in secca). Quando mi fermai, scesi dalla mia auto di servizio e attesi una risposta. Poi iniziai ad avviarmi a piedi verso l'oggetto. Ad un certo punto sentì un rombo fragoroso, ma strano -- e più mi avvicinavo, più era intenso -- ma non come quello di un aereo a reazione. L'oggetto produceva un rumore ad una frequenza inizialmente rapida e bassa crescente in volume. Nello stesso istante lo vidi lentamente alzarsi mentre sotto di lui si formavano fiamme blue e arancioni. L'oggetto mentre si sollevava alzava molta polvere.


Ecco come Zamora descrive il decollo dell'oggetto:

Dopo essere sceso dall'auto persi gli occhiali, fuggì e inizia a correre verso nord, a questo punto l'auto si trovava in mezzo, tra me e l'oggetto. Diedi uno sguardo all'indietro un paio di volte e questa volta lo notai decollare a circa 6-8 mt di distanza. Mi allontanai sempre di più ; ad un certo punto mi accovacciai a terra, proprio sul bordo della collina. Ripresi a correre, e dopo aver percorso altri 15 metri vidi, l'oggetto sopra l'auto. Scavalcai la collina e mi misi nuovamente a correre, poi mi fermai in quanto non sentivo più il rombo. A questo punto cambiai idea e tornai indietro,verso l'oggetto ma improvvisamente mi buttai a terra coprendomi la faccia con le braccia. Alzai lo sguardo, e vidi che si stava allontanando. Dava l'impressione di procedere in linea retta, ad un'altezza di circa 3-4 metri. Stava decollando e accelerando molto velocemente. Alla fine Zamora ritornò verso la sua auto contattando via radio l'ufficio dello Sceriffo.

Raccolsi i miei occhiali da sole, salì in auto e contattai Nep Lorez, l'operatore radio della stazione di Polizia, e gli chiesi: "guarda dalla finestra, vedi un oggetto ?". Nep mi chiese, di quale oggetto stai parlando ? Gli risposi "Un oggetto, che rassomiglia ad un pallone". Non sapevo se lo avesse visto. Se Nep avesse guardato dalla finestra esposta a nord, non avrebbe potuto vederlo, ma non gli dissi da quale finestra avrebbe dovuto guardare. Zamora osservò poi l'oggetto volare via, rapidamente in silenzio e senza fiamme:

Nel momento in cui chiamai Nep, lo potevo ancora osservare. Sembrava alzarsi lentamente, mentre diventava sempre più piccolo distanziandosi ad una velocità eccezionale. Appena fu sopra la montagna scomparve. Non produceva più fiamme, viaggiava poco sopra il suolo, senza rumore ne fumo.

Zamora passò poi ad ispezionare l'area e fu presto raggiunto da un collega, il sergente Chavez, che comunque non vide l'oggetto:

Diedi per radio la mia posizione a Nep Lorez e al Sergente M.S. Chavez in modo che potessero raggiungeremi. Giunto sul luogo dell'atterraggio, notai che tutti i cespugli erano bruciati. Alla radio il sergente Chavez mi disse che stava arrivando. Quando arrivò, mi chiese che problemi c'erano, e perché stavo sudando, e per quale motivo ero così pallido. Chiesi al sergente di venire a vedere ciò che avevo visto io : entrambi rilevammo tracce dei cespugli bruciati.

Poi Zamora si ricordò di aver notato che l'oggetto possedeva una specie di gambe metalliche:

La prima volta che vidi l'oggetto (quando pensavo che fosse un'auto), osservai quelle che sembravano essere due gambe. In quel momento non feci molta attenzione a questo particolare — pensavo infatti che fosse un incidente — la mia attenzione era sulle persone, non facevo certo attenzione a due gambe. Queste erano situate nella parte bassa dell'oggetto, inclinate verso l'esterno rispetto al terreno e sopra di esse l'oggetto era sollevato a circa 1-1,5 mt da terra.

Zamora descrive di come scomparvero le due persone che aveva osservato attorno all'oggetto:

Non ricordo la seconda volta per quanto tempo vidi l'oggetto : dal momento in cui scesi dall'auto, lo osservai, corsi verso di lui, saltai sul bordo della collina, ritornai all'auto e alla radio, ed infine dalla sua scomparsa, passarono forse 20 secondi. Il microfono dall'emozione mi cadde, scesi dall'auto a mi incamminai a piedi verso l'area dell'evento e sentii, in poco meno di un secondo, circa due o tre suoni come dei "tonfi", come se qualcuno stesse usando un martello, o stessero chiudendo con difficoltà una porta. Questo prima di sentire il frastuono. Non vidi più nessuno sul luogo dell'atterraggio. Poco prima che arrivasse il Sergente Chavez, presi una penna e disegnai le insegne che avevo osservato sull'oggetto.

Ricostruzione del velivolo descritto da Zamora, più lo strano simbolo che vide sull'oggetto










Le indagini


In questa foto: Lonnie Zamora, Mr. Burns (FBI), Maj. H. Mitchell (AFMDC), Coral Lorenzen dell'APRO, e il Sergente Castle, della polizia militare

Nel giro di qualche ora, le parole di Zamora raggiunsero i notiziari: lo ascoltarono molte persone che stavano ascoltando per radio la situazione del traffico, compresi alcuni giornalisti. Nel giro di pochi giorni i reporter dell'Associated Press e del United Press International arrivarono a Socorro. Entro due giorni giunsero sul luogo membri dell'APRO, un gruppo di specialisti di ufologia composto da civili. Furono presenti anche ufficiali rappresentanti dell'U.S.Air Force responsabili del (Progetto Blue Book). Gli esperti del NICAP giunsero sul luogo solo il martedì successivo. Il primo fu Ray Stanford, che scrisse nei mesi successivi libro dettagliato sull'evento.

Diversi testimoni, indipendentemente dall'avvistamento di Zamora, affermarono di aver osservato un veivolo a forma di "uovo" che emetteva delle fiamme bluastre, approssimativamente nello stesso momento e nella stessa area dell'incontro riferito da Zamora. Alcuni di loro lo fecero pochi minuti prima delle parole di Zamora alla radio.

Il ricercatore Ray Stanford scrive, nel suo libro, di un nutrito numero di testimoni considerati attendibili, compresi due turisti, Paul Kies e Larry Kratzer, che in auto stavano avvicinandosi a Socorro da sud-ovest, a meno di 1.609 mt. dal luogo dell'atterraggio. Apparentemente furono anche loro testimoni dell'atterraggio e riferirono di aver osservato delle fiamme e della polvere brunastra che si sollevava. La loro storia fu diffusa dal Telegraph-Heral di Dubuque, Iowa, pochi giorni dopo il loro ritorno.

Una famiglia di cinque persone, turisti provenienti dal Colorado, e diretti verso nord, videro un oggetto ovale volare, ad una quota molto bassa che procedeva da est ad ovest, verso la città di Socorro. L'oggetto passò a pochi metri di altezza, direttamente sopra la loro auto. Dopo l'incontro si fermarono a Socorro per fare benzina. La loro identità non fu mai rivelata, ma la storia fu raccolta da un operatore di una stazione di servizio, un tale Opal Grinder, che raccontò dell'incidente, e che riconfermò tre anni dopo in una deposizione giurata. Secondo il Grinder, uno di loro testimonò : "Strano, i veivoli volano molto basso da queste parti !", infatti l'oggetto aveva sfiorato il tetto della loro auto. L'uomo era preoccupato, in quanto il veivolo non giungeva dal vicino aeroporto, ma dalla highways situata ad est. Vide anche un'auto della polizia diretta verso la più vicina collina, pensando ad una qualche forma di assistenza. (Stanford, p. 16). Sempre secondo Stanford, un altro testimone ha chiamato la televisione di Albuquerque attorno alle 17:30, per riferire di aver osservato un oggetto ovale a bassa quota, che viaggiava lentamente verso la città di Socorro. (Stanford, p. 82). Stanford aveva anche registrato la presenza di un gran numero di testimoni che aveva sentito durante l'atterraggio, un forte fragore. Uno dei addetti all'ufficio dello sceriffo di Socorro, affermò di aver ricevuto la segnalazione di "centinaia di persone", che avevano sentito un fragore verso la zona sud della città. Stanford, personalmente raccolse la testimonianza di due donne che sentirono poco prima delle 18.00 due fragori distini, separati fra loro di qualche minuto. (Stanford, pp. 85–87)

Stanford nel suo resoconto afferma che oltre alle testimonianze precedenti vi sono state altre tre persone che chiamarono immediatamente la polizia stradale, prima che l'evento venisse reso pubblico. Nell'Ottobre 2009, Stanford, per la prima volta, ha rivelato che il Sergente Chavez, il primo poliziotto che venne in aiuto a Zamora gli aveva confidato privatamente che anche lui aveva visto l'oggetto rapidamente ripartire verso ovest, in direzione delle montagne.[2]. Inoltre, quando Chavez arrivò per primo sulla scena, entro un minuto o due la partenza dell'oggetto, notò che i cespugli stavano ancora bruciacchiando, e che Zamora appariva sotto shock. Successivamente arrivarono, in supporto alle investigazioni altri poliziotti. Chavez, dopo molto tempo, disse a Stanford, che qualunque cosa abbia prodotto sul terreno questi segni rettangolari a forma di cuneo, erano come penetrati nel terreno umido. La presenza di tracce simili, in un terreno in queste condizioni, faceva pensare che fossero state appena create.

La sera dell'incontro, Zamora venne interrogato dal Capitano dell'Esercito, T.Holder, e dall'agente dell'FBI, Arthur Byrnes Jr. Tuttavia, per ragioni che non sono mai state chiarite, chiesero di non rivelare la loro presenza sul luogo. (Druffel,213). Zamora allora immaginò che l'oggetto potesse essere un qualche tipo di aereo super segreto. Holder smentì tale ipotesi, e su un quotidiano di Socorro affermò che nessuna missione militare in quel momento avrebbe potuto riprodurre le forme dell'oggetto avvistato.

Dopo aver raccolto la testimonianza di Zamora, Holder e diversi ufficiali della polizia militare, si recarono sulla scena dell'atterraggio. Usando delle torce elettriche, recintarono il sito, presero diverse misure, raccolsero dei campioni di sabbia e frammenti di cespugli bruciati. La voce che secondo la quale venne ritrovata della "sabbia fusa", non ebbe conferma; persino Hynek, durante le sue investigazioni, disse che non aveva sentito nulla del genere. (Druffel, 218)

Il giorno successivo, una domenica, Holder chiamò il Colonnello al Joint Chief of Staff. Come giovane Capitano, Holder fu sorpreso e nervoso nel dover riferire dell'evento ad un ufficiale di così alto grado. Al comando del colonnello, Holder riportò la sua investigazione, sfruttando una speciale linea crittata. Qualche anno dopo, Holder meravigliato si domandava, del "... perché i militari fossero così interessati a questo tipo di eventi? ...".

L'astronomo Allen Hynek, consulente del progetto Blue Book, arrivò giovedì a Socorro, era il 28 aprile 1964. Incontrò Zamora e Chavez, procedendo successivamente con un'intervista. Hynek e il Maggiore dell'Air Force, Hector Quintanilla, inizialmente avevano pensato che l'avvistamento avesse a che fare con un test del modulo lunare Apollo, ma esclusero tale ipotesi dopo una approfondita investigazione. (Druffel,213). In un memorandum Hynek scrisse che "Zamora & Chavez erano prevenuti nei confronti dell'Air Force", in quanto tale istituzione lasciò intendere che considerava la storia come una burla. Notò come Zamora fosse "piuttosto arrabbiato per essere fatto passare per bugiardo". Hynek ci mise più di un'ora e mezza per "sciogliere il ghiaccio", e ascoltare finalmente la sua versione come unico testimone. Hynek scrisse anche che l'Air Force: "Insinuò che l'incontro attribuito a Zamora avesse a che fare con un aereo militare non identificato, ma nessun tipo di aereo conosciuto all'epoca aveva le sembianze di quello osservato da Zamora". Non solo Hynek fu d'accordo, ma lo furono altri esperti, che l'ipotesi di un prototipo super segreto fosse per nulla plausibile. Inoltre Hynek scrisse: "Penso che questo caso possa rappresentare la Stele di Rosetta di tutti i casi ufologici .... Non si è mai visto un caso di questo genere, così attendibile e con numero di testimoni così elevato." Rilevando infine la sua crescente frustrazione legata al progetto Blue Book, disse "L' Air Force non sa cosa sia la scienza".

Nel 1968, un fisico e ricercatore UFO James E. McDonald intervistò Mary G. Mayes: durante il dottorato presso l'Univerità dell'Arizona era studentessa del laboratorio di biologia delle radiazioni. Gli chiesero di "analizzare del materiale e delle piante provenienti dal sito di Socorro". Dopo l'analisi la studentessa restituì i campioni ma di questi non se ne seppe più nulla. (Druffel, 218). Quando venne intervistata da McDonald, la Mayes disse che lei e altri due studenti lavorarono sulle evidenze fisiche del sito di Socorro. La Meyes, disse di aver esaminato il sito il giorno dopo l'evento e di aver raccolto campioni di piante per l'analisi. La Meyes concluse, dopo l'analisi, che le piante probabilmente vennero bruciate dalle fiamme dell'UFO, e che erano "completamente rinsecchite", aspetto piuttosto anomalo in questi casi. (Druffel, 219). La Mayes non trovò contaminazioni radioattive, ma "due sostanze organiche", che non fu in grado di identificare. (Druffel, 219). Mayes ha confidato a McDonald che esattamente nello stesso luogo in cui si presupponeva fosse atterrato l'oggetto, vi fosse della "sabbia fusa" di consistenza vetrosa. Quest'area di consistenza vetrosa era più o meno di forma triangolare e misurava circa dai 64 ai 76 centimetri, per poi gradualmente assottigliarsi a 2,5 centimetri e con uno spessore approssimativamente di 6,4 centrimetri. Per Mayes l'area "vetrosa" sembrava essere stata colpita da un jet a reazione (Druffel, 219). Mayes disse che avrebbe indagato per individuare chi altri avevano analizzato il sito, ma il rapporto di McDonald non da indicazioni se la Mayes avesse o meno contattato queste persone. (Druffel, 219)

Velocità ed accelerazione dell'oggetto

Secondo la ricostruzione dell'evento tratto dalla testimonianza di Zamora, passarono 20 secondi dal momento in cui l'oggetto passava da una condizione di quiete ad una rapida accelerazione, che lo ha portato fino al Box Canyon per poi svanire ad una distanza di 9,65 km. Assumendo una accelerazione costante, questi valori si possono utilizzare per calcolare l'accelerazione dell'oggetto, la sua velocità media e la sua velocità finale. L'accelerazione è data dalla formula 2·d/t2>, dove è la distanza di 9,65 km e è il tempo di 20 secondi. La velocità finale dovrebbe essere 2d/t e la velocità media . Questo oggetto aveva pertanto una velocità di 3.476 km·h − 1, e una velocità media di 1.738 km·h − 1, e un'accelerazione di 48 m·s − 2, almeno 5 volte la gravità terrestre di 9,8 m·s − 2.

Questi valori così elevati escludono qualsiasi spiegazione convenzionale, come un elicottero o un pallone aerostatico. I più avanzati aerei a reazioni dell'epoca erano in grado di raggiungere accelerazioni e velocità supersoniche del genere, ma nessuna forma di propulsione era completamente silenziosa. I rapporti dell'Air Force sul luogo dell'incidente affermano che non sono state trovate tracce di propellenti chimici, come si sarebbe aspettato da un eventuale motore a reazione. Inoltre, nessun aereo era in grado di effettuare un decollo verticale a tale velocità. L'oggetto ovale descritto da Zamora mancava di ali e altri strutture esterne che avrebbero potuto fornire un valido sostentamento.

L'ipotesi di una burla e confutazioni

Alcuni debunker affermarono che la storia fosse uno scherzo. Per L'astronomo Donald Menzel, Zamora sarebbe stato vittima di uno complicato scherzo messo in scena da ingegneri di una scuola di specializzazione che "pianificarono l'intero affare per 'fregare' Zamora". (Hynek suggerì questa possibilità ad alcuni cittadini di Socorro ma la scartarono) . Un anno più tardi Menzel ipotizzò che Zamora avesse identificato erroneamente un turbine di sabbia. Alcuni giornalisti e ricercatori scettici, tra cui Philip J. Klass, prima suggerirono che Zamora avesse identificato per errore un fulmine globulare, poi screditando se stessi, cambiarono versione suggerendo che l'avvistamento facesse parte di un fantomatico "Schema Zamora", inventato con l'aiuto del maggior Holm Bursum Jr. allo scopo di incrementare il turismo locale. Nel 1964, Mr. Bursum era proprietario del terreno in cui avvenne l'avvistamento di Zamora. Klass sostenne l'ipotesi che Bursum sperava che la storia dell'UFO "costruito" da Zamora avrebbe attirato turisti a Socorro, e di conseguenza il suo terreno diventava luogo di attrazione turistica. Sia Bursum che Zamora smentirono tali accuse considerandole come ridicole, Infatti neanche dopo l'episodio e la vasta eco mediatica ottenuta contribuirono a sviluppare turisticamente la zona. Nel 2009 il luogo di atterraggio dell'oggetto è esattamente come lo si poteva osservare nel 1964.

Le conclusioni del progetto Blue Book

Il rapporto formale dell'Air Force è datato 8 giugno, 1964. Jerome Clark lo ha giudicato "problematico e con errori", sostenendo: che non vi erano altri testimoni (non è vero : diversi rapporti di testimonianze, in seguito all'avvistamento, vennero comunicate, dopo pochi minuti l'incontro di Zamora), che il luogo dell'atterraggio non aveva subito nessuna alterazione (evidentemente falso : in base ad alcune foto di Jordan della scena prese un'ora dopo l'atterraggio). Non viene data nessuna risposta riguardo all'origine dell'oggetto (oltre a escludere l'ipotesi extraterrestre), conclusione : l'"Air Force sta continuando la sua investigazione, il caso è ancora aperto."

Tuttavia, in un rapporto segreto preparato dalla Central Intelligence Agency, il direttore del Progetto Blue Book, il Maggiore Hector Quintanilla ha fornito ulteriori dettagli sul caso: "Non vi sono dubbi che Lonnie Zamora ha visto un oggetto che l'ha lasciato piuttosto impressionato e non ci sono dubbi sulla sua affidabilità. È un serio ufficiale di polizia, una sicurezza per il suo quartiere, una persona che sa riconoscere qualsiasi aeromobile si presentasse alla sua vista. Rimase sconcertato da ciò che vide, e francamente, lo siamo stati anche noi. Questo è uno dei casi meglio documentati, e nonostante tutto, non siamo stati in grado di ritrovare il veicolo o dare altre spiegazioni che giustificassero lo sgomento e il panico vissuti da Zamora.

Il rapporto redatto dal Maggiore dell'USAF Hector Quintanilla




"There is no doubt that Lonnie Zamora saw an object which left quite an impression on him. There is also no question about Zamora"s reliability. He is a serious police officer, a pillar of his church, and a man well versed in recognizing airborne vehicles in his area. He is puzzled by what he saw, and frankly, so are we. This is the best-documented case on record, and still we have been unable, in spite of thorough investigation, to find the vehicle or other stimulus that scared Zamora to the point of panic."

Questo documento, che è poi una prova fondamentale del caso, venne declassificato grazie al FOIA il 2 gennaio 1981.

Le conseguenze di Zamora

Zamora si stancò così tanto a causa della sua testimonianza che da quel momento volle evitare qualsiasi contatto sia con ufologi che con l'Air Force. Cambiò lavoro e divenne gestore di una stazione di benzina.

Ancora dubbi dopo il caso: il misterioso simbolo rosso



Parte tratta dall'articolo tradotto e pubblicato sul sito del gruppo ufologico italiano HWH22. Questa parte è molto importante al fine di capire meglio i fatti che accaddero nel caso Zamora.

Passiamo ora senza perifrasi all'affare del simbolo, che sembra essere completamente sfuggito ai ricercatori americani, eccetto Ray Stanford, che mi da la possibilità di potere redigere questa messa a punto, questo articolo. Quest'uomo, cosa molto importante, ha effettuato all'epoca un'indagine sul posto, contemporaneamente all'astronomo A. J. Hynek, che era stato delegato dal “Project Blue Book”, per interrogare le persone implicate in quest'affare. Secondo il libro di Stanford, Lonnie Zamora ha fatto una descrizione verbale del simbolo dalla sua radio di bordo al centralino della polizia di Stato di Socorro, ad un certo Mike Martinez, che era di servizio proprio alla ricezione radio.
Ed è proprio questo poliziotto che ha informato Stanford dei termini usati da Zamora per descrivere cio che vide. Ecco la frase esatta che ha pronunciato alla radio:

"Un V invertado con tres lineas debajo”. Che in spagnolo significa: "una V capovolta con tre linee (tratti) al di sotto". Essendo i neo-messicani l'80% degli americani-ispanici (a maggioranza messicana), usano più volentieri la lingua di Cervantès. In realtà, se ci si riferisce a ciò che precisa Stanford, risulta che occorre interpretare questa frase come segue: "una V invertita (capovolta) con tre barre che l’attraversano". Quest'autore giustifica questa traduzione con il fatto che Zamora aveva disegnato una riproduzione del simbolo su uno strato di carta prima dell'arrivo del sergente Chavez. Si trattava di un V alla rovescia sbarrato da tre tratti orizzontali.
Da notare inoltre, che molti altri poliziotti che avevano raggiunto Zamora sul sito sono stati in grado di vedere questo disegno. (Ray Stanford, “Socorro Saucer in a Pentagon Pantry”, Blueapple Books, Austin, texas, 1976). C'è dunque una contraddizione enorme tra il disegno citato sopra e quello che è stato rivelato, divulgato alla stampa, una freccia appuntita verso l'alto sormontato da un arco di cerchio e sottolineato di un tratto orizzontale. Stanford comunque, non sembra avere compreso le ragioni esatte che giustificano quest'imbroglio. Per ciò che mi riguarda, credo di averle trovate queste ragioni, ma prima di citarli, occorre esporre nei dettagli le azioni intraprese dalle Autorità per tentare di controllare la situazione prima dell'arrivo di A. J. Hynek.

La sera stessa dell'incidente, verso le 19h00, l'agente del FBI J. A. Byrnes di stanza a Socorro, si presenta alla P.C. della polizia di Stato della città, poiché alcuni minuti prima era appena stato messo al corrente dell'incidente. Informato di tutti i dettagli del IR3, chiama immediatamente le autorità militari della regione che lo orientano verso il capitano Richard T. Holder, del US Army, responsabile del White Sands Stallion, unità militare più vicina. Alle 19h20 Holder raggiunto Byrnes, ed a partire da questo momento, i due uomini iniziano ad attuare una "operazione bocca cucita". Ad esempio, nel teletype (cablogramma) sull'incidente che l’ FBI ha ricevuto dalla sua antenna di Albuquerque, di cui copia è stata ottenuta dal ricercatore Bruce Maccabbee nel 1978, si fà ben menzione di un simbolo, ma senza la minima descrizione. Come resoconti relativi all'osservazione dell'oggetto, visto prima del suo atterraggio da altre persone, sono stati nascosti ai mass media dalle autorità, che hanno insistito per dire che Zamora era il solo testimone.

Su questo punto, Stanford segnala che tre altre relazioni, ossia rapporti, sono giunti alla polizia di Socorro nella serata del 24 aprile, quindi nello stesso giorno dell’atterraggio, che segnala l'osservazione di una fiamma di luce blu nel cielo, nei luoghi e negli stessi orari che corrispondono al’ IR3 testimoniato da Lonnie Zamora. Del resto, l’agente dell’FBI J.A.Byrnes ha occultato a R. T. Holder il fatto che altri testimoni si erano fatti avanti per testimoniare il loro avvistamento, sostenendo che Zamora era l'unico osservatore, probabilmente su ordine della sua gerarchia, probabilmente all'ingiunzione del Pentagono. Naturalmente Zamora, diciamo cosi "è stato istruito" da Byrnes e da Holder. Il suo interrogatorio somiglia del resto maggiormente a pressioni psicologiche che ad altra cosa. Il poliziotto, e ne ha come la sensazione, ha visto qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere, e che è considerato come un gêneur piuttosto che un testimone provvidenziale. Byrnes gli fa capire che occorre conservare il silenzio su quest'atterraggio, e che doveva seguire questo consiglio e che sarebbe soltanto per patriottismo verso il suo Paese. L’astuzia sarebbe stata quella di non esercitare minacce di sanzioni sul poliziotto e suggerirgli che l'oggetto “ovoidale” dipendesse dalla sicurezza nazionale. Infine, il capitano Holder gli ordina di non descrivere il simbolo a chiunque, eccetto ai ricercatori ufficiali.

J.ALLEN HYNEK ENTRA IN SCENA

L'astronomo raggiunge Socorro il 28 aprile. Subito dopo il suo arrivo ci tiene ad incontrare Lonnie Zamora che gli racconta la sua osservazione nei dettagli. Grazie all'amicizia che lo lega al ricercatore Ray Stanford, quest'ultimo può assistere all'intervista. Ciò spiega come tutti i fatti e risultati di quest'affare sono stati portati a conoscenza di quest'autore. Secondo Stanford, il giorno dopo, 29 aprile di mattina, A. J. Hynek è contattato da un corrispondente del Pentagono la cui identità non è conosciuta. Questo funzionario o questo soldato si lagna amaramente per il fatto che giornalisti, nei loro resoconti di stampa, abbiano potuto sapere che un certo ufficiale aveva ordinato a Lonnie Zamora di non descrivere il simbolo. Sapendo già tutto ciò, sono legittimato a supporre che questa telefonata non si sia tenuta là, e che delle istruzioni precise sono state date all'astronomo per rimediare a questa situazione. A seguito di questo collegamento con il Pentagono, Hynek interroga il capitano Holder su questo preteso divieto fatto a Zamora non di rivelare la grafica del simbolo ai reporters venuti sul posto. L'ufficiale gli spiega allora che quest'iniziativa gli è stata dettata dalla riflessione seguente: “Se la natura del simbolo restasse nascosta al pubblico, eventuali altre relazioni che parlassero dello stesso segno e che arivassero successivamente ai ricercatori ufficiali permetterebbero a questi ultimi di autenticare di primo acchito gli incidenti”!!. Il che non è irragionevole in sé! Pero ciò dimostra anche che l'ufficiale non dubitava un solo momento della veridicità dei fatti riportati da Zamora. Holder non aveva accesso al segreto sulle questioni relative agli UFO. Era là perché l'unità che comandava era la più vicina a Socorro, dunque la sua presenza era soltanto circostanziale. Quindi non è lui che ha imposto il falso simbolo.

Se si applica lo stesso ragionamento all'agente dell’FBI J.A.Byrnes, ci si accorge che si trovava implicato nell'affare per la stessa ragione, e che pure lui faceva parte di questo passa parola. Non era neppure il capo di polizia dello Stato di Socorro, poiché l'esercito e l’ FBI avendo preso l'affare per loro conto, non aveva più motivo di mescolarsi nella “farsa”. Restava Hynek, probabilmente "informato" e istruito in occasione della sua telefonata con il Pentagono citato sopra.

DICHIARAZIONI SOSPETTE

Secondo il parere anche di Stanford, le bizzarrie in alcuni comportamenti dei protagonisti di quest'affare sono apparsi soltanto il 29 aprile, durante una conferenza stampa. I giornalisti che avevano parlato nei loro articoli di una V rovesciata, sbarrata di tre tratti orizzontali, erano stati informati da colleghi di Lonnie Zamora, coloro cioé che si erano recati sul posto dell’atterraggio, e che avevano visto il disegno fatto dal testimone. E ciò mostra bene come la manovra di disinformazione non sia stata condotta come lo avrebbe desiderato il Pentagono, poiché solo Zamora "era stato condizionato", ma non i suoi colleghi al corrente del vero simbolo! È per questo che durante la conferenza stampa del 29 aprile, il giornalista Walter Schrode ha chiesto a Zamora di descrivere il simbolo. Conformemente a ciò che gli era stato detto, o intimato, ha risposto cosi: “Spiacente signore, non posso informarvi perché essi non vogliono che parli di questo segno". Questi “essi”certamente, designano i ricercatori ufficiali. Stanford che era presente, si è allora rivolto a Hynek per chiedergli la stessa precisione. Ma l'astronomo è stato preceduto da un Maggiore, tale William Connor, dell'ufficio delle relazioni pubbliche di Kirtland AFB, dove si trovava il Comando della regione militare. L'ufficiale ha sostenuto che lui stesso aveva suggerito al testimone non di rivelare nulla sulla natura esatta del simbolo. Quindi, nuovamente pressato da Stanford, ha fatto retromarcia, affermando di essersi sbagliato, e che non era lui ma qualcuno d’altro. Ma che non ha nominato. Hynek si è anche reso colpevole di menzogne. Quando è arrivato a Socorro, ha detto a Stanford che era venuto a titolo privato. Ciò è falso, perché egli era stato inviato dal Pentagono, il quale sorvegliava il programma “Blue Book” di cui era consigliere in astronomia. Dell resto, si faceva trasportare con una automobile dell'US Air Force, ed è del resto il Maggiore Connor che lo ha riportato ad Albuquerque, dove si trova la base di Kirtland AFB. Inoltre, Hynek si è “tradito” lui stesso scrivendolo nel suo primo libro. Infatti, scrive ciò che segue:

"per tutto il periodo durante il quale fui consulente del progetto Blue Book, mi fu chiesto di esaminare soltanto due casi (d'atterraggio NdJS), quello di Socorro e quello di Dexter, Michigan". (A. J. Hynek, gli oggetti volanti non identificati, Belfond, 1974, pagina 170). E non è tutto. Quando Hynek ha lasciato il Blue Book sbattendo la porta, ha creato il CUFOS, gruppo privato devoluto allo studio delle osservazioni di UFO. È cosi che è diventato il capo degli ufologi del mondo intero. Tuttavia, anche se liberato dal suo dovere di riserva, ha rifiutato di ammettere la manovra del simbolo falso. Così Ray Stanford gli ha telefonato il 5 aprile del 1976 per chiarire questa situazione confusa. La risposta dell'astronomo è stata la seguente:
"Credo che sia stato piuttosto vago nelle dichiarazioni che ho fatto all'epoca alla stampa. La sola descrizione che conosca a proposito di questo simbolo, sempre che me ne ricordi, è questa: una freccia in un arco di cerchio, il tutto sottolineato da un tratto ".

Che non mi si venga a dire che Hynek ha avuto una semplice amnesia.
Dimenticare la grafica esatta di un segno visto sullo scafo di un vascello aereo sconosciuto, e presunto essere extraterrestre nell’ottica dell'epoca, equivale a dimenticare il nome di sua madre!

CONCLUSIONE

Questa ostruzione deliberata alla verità dell'anziano consigliere dell' US Air Force, prova almeno una cosa. Che era ancora al servizio dei militari quando si è dimesso dal progetto “Blue Book” nel 1968. Altrimenti, egli avrebbe ammesso senza problemi che il vero simbolo era stato messo sotto “formalina”. Del resto, esistono diversi affari nei quali il comportamento di Hynek mostra che doveva ancora lavorare per l'aviazione militare USA. Di conseguenza, la sua "dimissione" sarebbe stata in realtà soltato un'astuzia per ammortizzare la sfiducia dei ricercatori privati, al fine di farsi accettare senza problemi come il loro capo d'archivio. E questo gli ha permesso di ammucchiare una quantità impressionante di relazioni d'osservazioni di ufo forniti dagli ufologi, di cui inviava le copie al programma segreto creato dall'aviazione militare US. Come il progetto “Blue Book” ha cessato di esistere nel 1969, e che non c'erano più programmi di ricerca ufficiali su questi fenomeni, ciò ha permesso ai soldati di raccogliere una somma di informazioni considerevoli. E di colpo, non erano più obbligati a fornire spiegazioni a volte grottesche ai giornalisti per giustificarli, poiché non esisteva più un programma ufficiale delegato ad occuparsi di questi fenomeni. Non potrò mai provare formalmente che l'astronomo ha giocato un tipo di doppio gioco, ma tutti gli elementi che ho riunito nel mio dossier lo indicano fortemente.

Un'ultima considerazione: Il simbolo falso era destinato a suggerire un atterraggio di un modulo lunare che avrebbe superato il suo perimetro di sicurezza, Essendo distanti soltanto 40 Km a volo d'uccello dall’immenso territorio di prove di White Sands. L'arco del cerchio indica, il cielo, il tratto al di sotto, il suolo, e la freccia indica un decollo verticale. Questo grafismo simbolizza dunque un apparecchio americano segreto, tanto che quello del vero segno è ermetico a qualsiasi interpretazione.

Del resto, Jacques Vallée segnala in uno dei suoi libri di avere scoperto che questo simbolo falso somigliava al logo dell’Astropower, una filiale di Douglas fondata nel 1960.
Questo simbolo, lo ha trovato in una pagina di pubblicità per questo organismo, proposta nel “Proceedings of the radio Engineers”, un numero speciale sugli elaboratori, ordinatori, datato gennaio 1961 (Jacques Vallée, Science Interdite, O. P. edizioni, Marsiglia, 1997, p. 276).
Nessun dubbio è possibile, il falso simbolo è stato imposto per suggerire un’ atterraggio di un prototipo di modulo lunare che avrebbe superato il suo perimetro di sicurezza nel corso di una prova. E soprattutto non per la ragione supposta dal capitano Holder.

Il simbolo dell'Astropower, ritrovato da Vallée. Effettivamente è esattamente come quello che volevano far passare per il reale simbolo visto da Zamora sull'UFO.



Jacques Vallée segnala anche nella stessa fonte, che secondo Aimé Michel in occasione di una telefonata fatta nel marzo del 1968, quest'ultimo gli avrebbe detto questo:
"I militari francesi hanno fatto una contro-inchiesta su Socorro. Hanno concluso che si trattava di un aereo postale "!!

E Vallée gli ha risposto:

"perdiamo il nostro tempo con quest'imbecilli"! (J. Valle, op. cit. p 320). È il meno che abbia potuto dire...
Altra citazione edificante dello stesso ricercatore: "È un argomento (gli ufo- NdJS) sul quale l'esercito dell'aria americano conserva il controllo su ciò che fanno i servizi francesi nonostante tutti i pomposi discorsi gollisti sull'indipendenza e la grandeur de la France. E, cosa strana, le genti di sinistra ed i marxisti "razionalisti", che sono la maggioranza fra gli scienziati francesi, sono pronti a credere tutto ciò che dice il Pentagono sulla futilità del fenomeno, perché ciò corrisponde a cio che vogliono far intendere "(J. Vallée, op. cit." p. 373).

Fonti:

Wikipedia
HWH22.it
CUFON

Fu proprio in questo caso che molti iniziarono a dubitare del famoso studioso Joseph Allen Hynek, che, volente o nolente, dovette abbassarsi ad alcuni atteggiamanti di debunking imposti dall'Air Force. Tuttavia c'è da dire che in seguito, Hynek confermò l'insabbiamento che l'Air Force adottava da anni nei confronti del fenomeno UFO, ma, tuttavia, qualche dubbio sulla sua persona rimasero fino alla sua morte.
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