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Archetipi, Miti, Simboli

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2011 10:03
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23/03/2011 15:14

Per meglio precisare la mia concezione della scienza simbolica e delle sue leggi, visto che dalla discussione su Rapa Nui sono emerse delle diversificazioni, posto il capitolo riassuntivo della prima parte del mio Libro di futura uscita "Summa Symbolica" e gli schemi corrispondenti, è un po' lungo, ma è utile per capire la mia impostazione. In fondo anche i due diagrammi che riassumono quanto esposto.


RIEPILOGO DELLE LEGGI E DELLE FUNZIONI DEI SIMBOLI

• Gli Archetipi
Gli archetipi sono quegli eventi naturali o soprannaturali, storici o metastorici che sono entrati nella memoria ancestrale, il grande archivio naturale universalmente condiviso. Il Primo Archetipo, lo speculum è l’Essere-Non essere, stato susseguente al Non Essere-Essere, effetto della scissione del Tutto è Uno nella Vita-Due, la nascita di ogni binarietà. Dalla binarietà sorgono dei protoarchetipi, gli specula, anch’essi fondati sulla specularità, che progressivamente hanno reato il linguaggio che spiega il mondo: caldo-freddo, dolore-piacere, maschile-femminile, ruvido-liscio, dolce-amaro ecc. Uno dei modi di delineare l’archetipo è ricercarlo nei suoi schemi di derivazione: l’archetipo è riscontrabile solo quando sia contestualmente presente nella narrazione del mito e nella rappresentazione del simbolo.

• I Miti
Il mito è la narrazione il racconto degli eventi che hanno generato gli archetipi. Il racconto è la forma più semplice per conservare e trasmettere la memoria di eventi fondamentali, ma non è escluso che una narrazione mitica, nella sua evoluzione finisca per inglobare e utilizzare anche degli schemi simbolici, soprattutto quando debba al suo interno celare una sapienza segreta, nel qual caso dal mito stesso nasce quello che gli antichi chiamavano Mistero. Il mito è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un certo contesto socio culturale o in un popolo specifico. Il tempo sacro del mito, coerentemente con la sua natura, sacralizza il luogo dove esso viene ripristinato: è in tal modo che la parola tempus è in relazione con parola la templum, il luogo sacro dove si celebravano i riti, perché quel luogo serve a ricreare le condizioni di quel tempo.

• I Simboli
Il simbolo è la rappresentazione degli eventi che hanno generato gli archetipi. Il simbolo diviene da semplice o complesso per l’innesto sulla sua forma originaria di componenti aggiuntive, mitiche, religiose e storiche che ne completano l’efficacia ai fini di uno specifico obiettivo di rappresentazione. Lo schema simbolico complesso si forma per uno scopo preciso, che è quello di eliminare nella massima misura possibile, ogni eventuale deviazione dall’itinerario per arrivare più rapidamente ad una meta, che poi è quella di una rappresentazione nella sua struttura fondamentale dell’archetipo o segmento di tradizione radicato nella memoria ancestrale al cui interno si colloca.
Tanto più lo schema simbolico è complesso, tanto più è selettivo, tanto più è importante il tema che rappresenta.
La nostra analisi ha collocato l’origine degli archetipi nell’accadimento di eventi primordiali fisici o metafisici, da noi definiti anche storici o metastorici, che abbiano profondamente mutato la prospettiva universale, spaziale o temporale, contrassegnando il fluire degli eventi successivi.
Questi segni, o segnature come furono definiti dagli autori alchemici ed esoterici più importanti, si collocano stabilmente nella memoria ancestrale, l’archivio cosmico condiviso universalmente, anche se non sempre o quasi mai consapevolmente, assumendo la forma di archetipi. Gli archetipi, in quanto presenti nella memoria ancestrale, sono collocati anche nell’inconscio di ognuno di noi, l’inconscio individuale, dove, per naturale e automatico meccanismo di catalogazione della nostra memoria, vengono elaborati tramite, come abbiamo già esposto, un procedimento di sintesi o, meglio, di compressione, in simboli o in schemi simbolici. Da tale loro luogo di provenienza i simboli possono affluire in un’area di consapevolezza, la coscienza individuale, oppure, nella fase di sonno e tornando alla loro forma originaria di archetipi, in un’area che rimane al di sotto della consapevolezza, che abbiamo denominato subconscio individuale, nella quale si traducono nei sogni. Quando i simboli affluiscono nell’area di consapevolezza, e cioè nella coscienza individuale, vengono elaborati razionalmente e ciò comporta la nascita anche della narrazione mitica, in quanto rievocazione,ma anche conservazione degli eventi primordiali, cioè la traduzione in miti. Infine, gli schemi simbolici affluiscono nell’esistenza di tutti noi divenendo simboli del quotidiano, se trasmessi inconsapevolmente, quindi per Tradizione, oppure simboli spirituali se trasmessi consapevolmente, cioè per Iniziazione, o infine fiabe, leggende e allegorie, ove siano la traduzione letteraria o figurativa della narrazione mitica, cioè dei miti.

• Le Fiabe
La chiave simbolica delle fiabe e delle favole è il pathos (πάΘος, pathos, dal greco πάσχειν paschein, letteralmente sofferenza o emozione) che è una delle due forze che regolano l’animo umano secondo il pensiero greco, in antitesi con il Logos, quello inferiore, non quello superiore dei sogni, che è la parte razionale. Il pathos invece rappresenta tutti gli istinti irrazionali che legano l’uomo alla sua natura animale e gli impediscono d’innalzarsi al livello divino. Col tempo il termine ha assunto il significato di carica emotiva e di commozione, ciò ha segnato il passaggio dal realismo naturalistico delle favole popolate di animali alla suggestione surreale delle fiabe, popolate per lo più di protagonisti frutto dell’immaginario.

• Le Leggende
Le leggende, che sono tramandate innanzitutto oralmente e per le quali la scrittura è solo una circostanza marginale, sono costruite invece sull’epos, dal greco antico έπος (epos) che significa parola e in senso più ampio, racconto, narrazione. Le leggende, quindi, che sono la versione in chiave epica del mythos (mito), quale prima forma di narrativa, la più antica delle enciclopedie del sapere religioso e politico, sono state trasmesse oralmente, condizione quasi sempre necessaria per l’assoluta necessità dei toni della voce (toni epici), frequentemente con un accompagnamento musicale.


• Le Allegorie
Le allegorie sono invece fondate sull’ethos (ἦθος) un termine greco originariamente significante il posto da vivere, che può essere tradotto in diversi modi. Può significare inizio, apparire, disposizione e da qui carattere o temperamento. In effetti, con riferimento allo schema simbolico dell’allegoria, l’ethos è un ordine fondante delle cose che serva a rendere evidente e immediatamente comprensibile un concetto base.

• I Sogni
Infine i sogni: essi sono un’articolazione del logos (in greco: λόγος), termine derivante dal greco λέγειν (léghein) che significa scegliere, raccontare, enumerare; radice che è all’origine del termine collegare, ma anche del termine intelligenza. Come avremo modo nel successivo capitolo di chiarire, proprio la purezza degli archetipi nei sogni conferma il collegamento con il termine logos, che oltre ai significati suddetti ne ha assunto nella lingua greca altri innumerevoli, quali: stima, apprezzamento; relazione, proporzione, misura, ragion d’essere, causa; spiegazione, frase, enunciato, definizione; argomento, ragionamento, ragione.

• Le Leggi
La Legge di Definizione del Simbolo, che consiste nella spiegazione più esaustiva possibile del simbolo, è quella che fin dal primo capitolo abbiamo delineato:
Il Simbolo è la rappresentazione di un evento materiale o immateriale in precedenza accaduto.
La Legge Fondamentale o Legge di Rappresentazione della scienza simbolica è stata teorizzata da uno dei padri della materia, del quale abbiamo già fatto cenno in precedenza, Renè Guénon:
Il piccolo può simboleggiare il grande, l’inferiore il superiore, la parte il tutto, mai viceversa.
Possiamo definite come Leggi Statiche del Simbolismo quelle regole che disciplinano l’espansione del simbolo in orizzontale, nello spazio non fisico che percorre per giungere nella nostre menti.
Le denominiamo statiche perché non attengono all’unica, vera dimensione dinamica del simbolo, che è il viaggio generazionale, anzi multigenerazionale, laddove esso trasporta il suo contenuto nel tempo, per secoli. La prima legge statica da analizzare relativa agli Studi Simbolici e Tradizionali è la Legge delle Corrispondenze, che possiamo esporre col predicato:
Il simbolo deve contenere le esatte corrispondenze della realtà rappresentata.
Tale principio rispecchia il postulato altamente esoterico degli antichi alchimisti che, quando dovevano sintetizzare il rapporto in natura tra microcosmo e macrocosmo, enunciavano Quod superius, sicut inferius. D’altro canto, è un principio universale: come in cielo così in terra si riporta anche nei Vangeli cristiani, nel Padre Nostro, di cui al Discorso della Montagna dal Vangelo di Matteo.
Il secondo principio statico del simbolismo è la Legge dell’Ordine, altrimenti detta Regola della Struttura che possiamo enunciare in questi termini:
Il simbolo rappresenta sempre un ordine, una struttura, e non potrà mai rappresentare il vuoto, il disordine o il caos.
Poi vi sono le leggi dinamiche del simbolismo che, come quelle statiche, sono due.
La prima può essere denominata Legge della Trasmissione Consapevole e può essere così espressa:
La Trasmissione Consapevole si realizza quando il significato di un simbolo viene spiegato e trasmesso consapevolmente da un individuo ad un altro: ciò delinea una continuità culturale o spirituale tra di essi, marcata in misura maggiore o minore, in ogni caso proporzionale all’entità del patrimonio simbolico trasmesso.
In tali casi l’accesso al patrimonio simbolico viene marcato da un procedimento d’ingresso, anche ritualizzato, che prende il nome di Iniziazione, procedimento che caratterizza relativamente alle dette modalità l’acquisizione del patrimonio simbolico.
La seconda legge, denominata Legge della Trasmissione Inconsapevole, può essere così espressa:
La Trasmissione Inconsapevole si realizza quando il significato di un simbolo viene spiegato e trasmesso inconsapevolmente da un individuo a un altro o gruppi di individui ad altri: ciò generalmente avviene all’interno di una comunità etnica, finendo per caratterizzare l’evoluzione delle sue generazioni, marcata in misura maggiore o minore, in ogni caso proporzionale alla entità del patrimonio simbolico trasmesso.
Tale modalità riguarda la trasmissione del patrimonio simbolico in popoli interi, con forti connotazioni territoriali e geografiche e prende il nome di Tradizione.
L’ultimo importante criterio che dobbiamo enunciare, da verificare sul campo, è quello della Legge della Proporzionalità del Simbolo, che è una vera è propria equazione:
L’antichità e l’importanza storica o conoscitiva di un simbolo sono direttamente proporzionali alla durata, alla frequenza ed al sovrapporsi delle modalità delle sue utilizzazioni.

• Le Funzioni
Le funzioni sono principi, non leggi, perché esprimono due modalità che si intersecano in modo intermittente e sempre connesso, senza quella rigidità che caratterizza gli schemi normativi.
Il Principio della Funzione Sintetica può essere così sintetizzato:
Il simbolo deve contenere gli elementi strettamente necessari a rappresentare l’evento fisico e metafisico cui esso si riferisce.
La Funzione Evocativa necessita di un ulteriore approfondimento ma si può così esprimere:
La Funzione Evocativa è la potenzialità del linguaggio simbolico di svelare, o nascondere a seconda dei punti di vista, immagini, vicende, energie, tradizioni, conoscenze di particolare complessità.
In questo caso possiamo utilizzare ancora il simbolo lettera dell’alfabeto, che considerato singolarmente esprime un suono, mentre organizzato in una pluralità, come in una parola, fino a formare frasi, paragrafi, capitoli, si traduce in immagini, significati, figure, concetti, definizioni della realtà o, addirittura, dell’irrealtà, cioè anche, talvolta, di ciò che non è ordinariamente percettibile dai nostri sensi.
Qui emerge quello che è il principio della Discriminante Funzionale del simbolo:
Se per la funzione sintetica è sufficiente un unico simbolo, per la funzione evocativa è necessaria una pluralità di simboli organizzata in linguaggio.

Grazie per la pazienza
Carpeoro
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23/03/2011 17:45

Re:
carpeoro, 23/03/2011 15.14:


Il racconto è la forma più semplice per conservare e trasmettere la memoria di eventi fondamentali, ma non è escluso che una narrazione mitica, nella sua evoluzione finisca per inglobare e utilizzare anche degli schemi simbolici, soprattutto quando debba al suo interno celare una sapienza segreta, nel qual caso dal mito stesso nasce quello che gli antichi chiamavano Mistero.



Riguardo a questo sono molto interessanti le idee di Giorgio de Santillana e Herta von Dechend riguardo al fenomeno della precessione nascosta sotto forma di miti(dovrebbe essere il termine giusto stando a quello appena detto)...(leggere "il mulino di amleto", degli autori appena citati).

Comunque bel riassunto. Anche se ho fatto una fatica a starti dietro (da ignorante quale sono sull'argomento). [SM=g8888]
[Modificato da Secr3t 23/03/2011 17:46]
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24/03/2011 20:48

Re: Re:
Secr3t, 23/03/2011 17.45:


Riguardo a questo sono molto interessanti le idee di Giorgio de Santillana e Herta von Dechend riguardo al fenomeno della precessione nascosta sotto forma di miti(dovrebbe essere il termine giusto stando a quello appena detto)...(leggere "il mulino di amleto", degli autori appena citati).
Comunque bel riassunto. Anche se ho fatto una fatica a starti dietro (da ignorante quale sono sull'argomento). [SM=g8888]



Santillana è un caposaldo di questa materia, come Guenon, Eliade, Alleau, Evola, Reghini, Buckhardt, Zolla, Graves, Frazer, Wind e, sotto il profilo strettamente psicoanalitico, Jung.
Carpeoro


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Città: MILANO
Età: 56
Sesso: Maschile
27/03/2011 03:32

Grazie Gianfranco di aver condiviso con noi una anticipazione del tuo prossimo libro.




Alfredo Benni - Consigliere Nazionale
Coordinatore CUN Lombardia

Mai litigare con uno stupido. Un passante potrebbe non capire la differenza tra te e lui.

www.cun-veneto.it - http://cunnetwork.freeforumzone.leonardo.it/
"Procediamo a zig zag verso un futuro luminoso (Mao Tsetung)"
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Sesso: Maschile
27/03/2011 10:03

Re:
Alfredo_Benni, 27/03/2011 03.32:

Grazie Gianfranco di aver condiviso con noi una anticipazione del tuo prossimo libro.



Piò che altro sono gli studi di tutta una vita, il libro non sarà ancora pronto per qualche mesetto!
Grazie
Carpeoro


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