Qui la cronistoria dell'evento :
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Marea nera: la cronistoria
20 aprile 2010: Esplode il pozzo di petrolio a 1.500 metri di profondità nel Golfo del Messico che stava perforando la piattaforma Deepwater Horizon, di proprietà della Transocean e affittata alla Bp, a circa 80 km a sud-est di Venice (Louisiana). Muoiono undici operai e altri 17 rimangono feriti. Una prima stima parla di circa mille barili di petrolio al giorno che fuoriescono dal pozzo e vengono immessi in mare
22 aprile: La piattaforma in fiamme affonda
25 aprile: La Bp utilizza robot subacquei controllati a distanza per cercare di riparare il danno, ma il tentativo fallisce
28 aprile: Funzionari della Casa Bianca affermano che sono almeno 5 mila i barili di greggio rilasciati ogni giorno dal pozzo, pari a 800 mila litri. La Guardia costiera statunitense inizia a bruciare in modo controllato alcune chiazze di petrolio sulla superficie del mare. All'inzio di giugno gli incendi controllati saranno più di 120 e avranno eliminato oltre 67 mila barili di greggio
29 aprile: Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, dichiara lo stato di emergenza
30 aprile: La Casa Bianca afferma che non saranno più concessi nuovi permessi di perforazione in mare finché non saranno completate le indagini sul disastro della Deepwater Horizon
2 maggio: Il presidente Barack Obama effettua una prima visita sulle coste della Louisiana minacciate dalla marea nera. Una zona del Golfo viene interdetta alla pesca, inizialmente per dieci giorni. La Bp inizia a perforare il primo dei due pozzi che serviranno a intercettare e fermare il flusso di petrolio che esce dal pozzo incontrollato. Si prevede che i lavori finiranno in agosto
3 maggio: La Bp si dichiara pronta a «pagare tutti i costi della bonifica»
6 maggio: Le prime chiazze di petrolio arrivano sulle coste delle isole Chandeleur, nella riserva naturale Breton
10 maggio: La Bp apre un sito web per raccogliere consigli e suggerimenti su come bloccare il pozzo
12 maggio: Obama propone una tassa di 1 centesimo di dollaro a barile a carico delle compagnie petrolifere per finanziare studi sulla sicurezza delle perforazioni in mare
14 maggio: La Bp inizia a inserire un tubo flessibile lungo un miglio nella tubazione che si è rotta in modo che una nave serbatoio possa aspirare il petrolio. Funziona, ma la raccolta non è superiore a 2 mila barili al giorno
15 maggio: Studiosi rendono nota la scoperta di larghe chiazze sottomarine di petrolio, alcune delle quali si estendono per 16 km
19 maggio: Le prime chiazze di petrolio arrivano nelle paludi costiere della Louisiana
22 maggio: Obama insedia una commissione indipendente di indagine sul disastro della Deepwater Horizon
24 maggio: La Bp offre 500 milioni di dollari per studiare gli effetti della marea nera
26 maggio: La Bp dà il via all'operazione «top kill» per tappare il pozzo tramite il pompaggio di fanghi pesanti per ridurre la pressione del petrolio in uscita e riuscire poi a chiuderlo con il cemento. Prova anche a introdurre materiali come palle di gomma e brandelli di pneumatici in modo da far aderire meglio il fango
27 maggio: La fuoriuscita di petrolio ha superato quella del 1989 della Exxon Valdez (262 mila barili di greggio): ora è «il peggior disastro ambientale della storia degli Stati Uniti». La perdita di petrolio viene ora stimata in 19 mila barili al giorno. Obama blocca tutte le perforazioni nel Golfo del Messico e annuncia una moratoria di sei mesi per le nuove perforazioni nel Golfo e nel Pacifico. Si dimette Elizabeth Birnbaum, la direttrice del Mineral Management Service, che raccoglie le imposte delle perforazioni in mare
28 maggio: Seconda visita di Obama sulle coste della Louisiana: «Non sarete lasciati soli». La Camera vota un provvedimento per portare da 8 a 32 centesimi di dollaro a barile una tassa per finanziare un fondo per i danni della marea nera
29 maggio: La Bp ammette che l'operazione top kill è fallita
31 maggio: La Bp inizia l'operazione cut and cap: tagliare la valvola di sicurezza che non ha funzionato a bocca pozzo per coprirla con una valvola di contenimento chiamata Lower Marine Riser Package (Lmrp)
1° giugno: Il ministro della Giustizia, Eric Holder, afferma che il governo americano avvierà un'inchiesta civile e penale sull'incidente. La marea nera raggiunge le barriere di contenimento sulle coste del Mississippi e dell'Alabama e si avvicina a 16 km dalle coste della Florida occidentale
2 giugno: Il 37% delle coste Usa del Golfo del Messico vengono interdette alla pesca per un totale di 228 mila kmq. Oltre 300 mila persone aderiscono a una campagna su Facebook di boicottaggio della Bp. L'Agenzia di protezione ambientale ha invitato a una tavola rotonda a Washington insieme a scienziati, ingegneri, oceanografi ed esperti anche il regista James Cameron
3 giugno: Obama visita per la terza volta la Louisiana: «Sono furioso. La risposta della Bp è stata inadeguata». La Casa Bianca ha fatto sapere che invierà alla Bp un conto da 69 milioni di dollari per i costi finora sostenuti nel tentativo di ripulire i danni causati dalla marea nera nel Golfo del Messico. La Casa Bianca definisce «folle» l'idea di chiudere il pozzo con un'esplosione nucleare
4 giugno: Riesce l'operazione cut and cap: circa mille dei 19 mila barili al giorni che fuoriescono dal pozzo vengono aspirati. Il disastro è finora costato alla Bp 1 miliardo di dollari, ma secondo gli analisti la cifra finale potrà arrivare anche a 20 miliardi
6 giugno: La Bp stima che l'aspirazione di petrolio è aumentata ad almeno 10 mila barili al giorno e avvia una campagna stampa per le proprie scuse. Critiche di Obama, secondo il quale la Bp avrebbe fatto meglio a spendere i soldi per ripulire le coste invece di autopromuoversi. Il ministro britannico delle Attività produttive critica l'atteggiamento anti-britannico americano
7 giugno: Obama: «Risolveremo la crisi, ma l'impatto sarà di lunga durata»
8 giugno: La Cnn rende noto che la Bp sta assumendo 4.500 disoccupati in Alabama, Mississippi e Florida per ripulire le coste. Verranno pagati 18 dollari l'ora e i supervisori 32
10 giugno: Mentre il titolo Bp crolla alla Borsa di Londra, i costi dell'incidente vengono ora stimati in 1,43 miliardi di dollari. Il governo Usa intende intraprendere azioni legali per impedire la distribuzione dei dividente agli azionisti Bp
13 giugno: la Guardia Costiera americana dà un ultimatum alla Bp: il colosso petrolifero ha due giorni di tempo per elaborare un programma più aggressivo di contenimento del greggio che fuoriesce dalla piattaforma
Socio CUN Roma