Caccia allo "yeti" nella boscaglia.
Battute sulla Cimina, e adesso della "creatura" si interessa anche il Centro ufologico nazionale. Centinaia di contatti e duemila pagine aperte sul sito del Cisu.
VITERBO
Luce non identificata Ufologi in allerta nella Tuscia
Ha attraversato la Cimina in pochi istanti ma, di lui, si parla ormai da giorni. E' bastato il suo "excursus" sulla carreggiata per innescare, in tutta la Tuscia, una spirale di interesse. Di questo testimonia, tra l'altro, l'autentica fibrillazione del popolo del web. "Abbiamo registrato -
dice, con una certa soddisfazione, l'ufologo 'ufficiale' della Tuscia,
Angelo Ferlicca - circa seicento contatti sul nostro sito
(
www.ufotuscia.it) e, complessivamente, sono state aperte oltre duemila pagine.
Confidiamo che, tra questi, ci siano anche dei testimoni che, prima o poi, potrebbero decidersi a farsi avanti". Eh, sì: la privacy. O - meglio - un desiderio di riservatezza. Visto che, in questi casi, possono crearsi situazioni morbose e, alla fine, si viene subissati dall'ironia. Il rischio, insomma, è che, di fronte a queste storie, si finisca a tarallucci e vino.
Invece, in un caso come questo, la prudenza è d'obbligo. Se Ferlicca - che, di avvistamenti anomali, gliene vengono sottoposti ogni anno in quantità industriale - si decide, senza alcuna esitazione, a inviare una mail ai
quotidiani, raccontando il singolare incontro di un "professionista serio"
("l'abbiamo ascoltato più volte - dice l'ufologo - e lo sentiremo ancora"),
il fumus che, qui, ci si sia trovati di fronte a qualcosa di realmente
enigmatico, c'è tutto. Tant'è che, in gran segreto, un manipolo dio ufologi
(quelli del Cisu) si sono messi alla caccia, per un paio d'ore, dello "yeti"
nella boscaglia che, secondo il testimone, avrebbe dovuto attraversare il
"personaggio". Senza, peraltro, trovare nessuna traccia dell'umanoide.
Questo "essere", alto circa un metro e quaranta, glabro, con una sorta di
tuta o pelle di colore grigio o marrone scuro, con le braccia leggermente
più lunghe del consueto, il viso schiacciato e la camminata disarticolata,
che ha tagliato la Cimina, ha messo in moto vari meccanismi. L'avvistamento,
un "incontro ravvicinato del terzo tipo", essendo avvenuto a circa
venticinque metri di distanza, ha, tra l'altro, riscosso l'immediato
interesse del Centro ufologico nazionale (Cun) che, attraverso i suoi
referenti di Tarquinia, ha pubblicato la notizia, dicendosi, a sua volta,
pronto a collaborare in caso di altre notizie e segnalazioni. L'
avvistamento, avvenuto alla fine di febbraio, intorno alle 16, dopo il
curvone con la casa cantoniera che, giungendo da Roma, ci si trova davanti
nello scendere verso Viterbo, sembrerebbe avere qualche episodio affine. Di
"umanoidi" come quello della Cimina, infatti, ne sarebbero stati disegnati
(e, forse, fotografati) degli altri. Il professionista ha, com'è noto,
collegato quell'essere a una foto notata su una rivista di genere
Nicola Moncada
