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SETIquest

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2010 09:52
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20/02/2010 09:52

Frank Drake può già essere considerato da alcuni un folle per la sua idea di mettere in piedi il famoso SETI, progetto nato allo scopo di cercare civiltà intelligenti nello spazio, e l'attuale SetiQuest, che renderà molte persone in grado di cercare ET da casa.
Ma dopo le sue parole alla TED 2010 Conference, forse potrà sembrare un pizzico più matto.

L'idea di Drake infatti è quella di posizionare una stazione d'ascolto per segnali extraterrestri all'esterno della nostra atmosfera, per non dover filtrare le interferenze elettromagnetiche terrestri che causano un fastidioso rumore di fondo, e per rendere più nitidi eventuali segnali trasmessi nello spazio.
Il problema nasce quando il sistema di ascolto, l' "orecchio spaziale", non è un semplice satellite in orbita attorno alla Terra, ma un congegno piazzato a 82 miliardi di km dal Sole.

In quel punto dello spazio, i segnali elettromagnetici provenienti da pianeti extrasolari sarebbero amplificati dalla lente gravitazionale solare, rendendoli più facili da individuare.
Per questo motivo Drake ha intenzione di mandare una sonda all'esterno dell' eliosfera.

Se in teoria sembra un'impresa costosa ed impegnativa, in pratica lo è ancora di più, per molti motivi.

In primo luogo, raggiungere una distanza di 82 miliardi di chilometri richiederebbe decisamente troppo tempo.
Se facciamo un paio di calcoli, viaggiando ad una velocità ottenibile solo teoricamente attraverso alcuni motori come il VASIMR, ci vorrebbero almeno 60 anni per raggiungere quel punto dello spazio, nella più rosea delle previsioni.
Una distanza di 82 miliardi di km infatti equivale a 550 Unità Astronimiche: per rendere il tutto più comprensibile, la sonda Voyager 1, partita nel 1977 (33 anni fa), si trova ora a 112 Unità Astronomiche di distanza, 16,5 miliardi di km di distanza dal Sole.

Secondariamente, non c'è niente che ci faccia pensare che, una volta posizionata la sonda a quella distanza, l'investimento possa portare a qualche risultato.
Fino ad ora infatti il progetto SETI sembra non aver captato nulla. Diversi falsi allarmi, un segnale WOW di dubbia origine e natura, ma niente che ci lasci pensare che una civiltà extraterrestre stia cercando di comunicare con noi.

Terzo punto, non trascurabile, è il metodo di ricerca. Siamo davvero sicuri che un'eventuale civiltà extraterrestre stia utilizzando come metodo di comunicazione delle "vecchie" onde radio? Se davvero esiste un popolo extraterrestre in grado di viaggiare attraverso lo spazio superando distanze cosmiche per noi proibitive, deve necessariamente aver elaborato strategie comunicative più efficaci dei sistemi radio attualmente in uso sulla Terra. Tunnel quantici o qualche sistema simile probabilmente, ma le onde radio sembrano essere poco efficienti per trasmettere segnali nello spazio.

Quarto: è più efficiente inviare un segnale coerente e ben direzionato verso un punto in cui si ha la certezza che ci sia qualcuno in grado di captare il segnale, o disperdere nello spazio una nuvola di onde radio, in attesa che qualcuno prima o poi le capti e, semmai fosse in grado di farlo, decida di rispondere?

Non sono dell'idea che si debba smettere di cercare segnali da civiltà extraterrestri intelligenti, anzi, sono del parere che occorra dare una spinta in più ai programmi attualmente esistenti.
Ma siamo sicuri che posizionare un orecchio spaziale ad una distanza proibitiva sia la soluzione più adatta a parlare con ET?

Nel frattempo, in attesa che l'idea di Drake sia metabolizzata dalla comunità scientifica, il suo progetto SETI sta subendo una svolta importante.
SETIQuest è un nuovo progetto che prevede la pubblicazione dei codici sorgenti, degli algoritmi e dei dati finora raccolti dal progetto SETI allo scopo di fornire alla comunità della Rete, che si sia scienziati, programmatori o semplici appassionati, gli strumenti adatti per poter collaborare nella ricerca di segnali provenienti da civiltà extraterrestri.

SetiQuest prevede la collaborazione secondo differenti modalità:

Sviluppatori software: sarà possibile aiutare a sviluppare nuovi algoritmi, più performanti di quelli attuali, per l'analisi di segnali provenienti dallo spazio. Entro il 2010 SetiQuest provvederà a rendere pubblico tutto il codice sorgente dei loro software di ricerca, in modo tale che programmatori di tutto il mondo possano metterci le mani nel tentativo di dare un impulso significativo alla ricerca di civiltà extraterrestri

Digital Signal Processers: se siete in grado di analizzare un segnale digitale, SetiQuest vi fornirà tutto il materiale registrato dall' inizio del progetto.

Data Parsers: SetiQuest prevede di mandare in streaming i dati rilevati dall' Allen Telescope Array, e di renderli disponibili in rete attraverso diversi client sviluppati da volenterosi programmatori.

Citizen Scientist: se non siete programmatori, DSP o Data Parsers, potete partecipare come Citizen Scientist, ed analizzare i segnali radio attraverso i client pubblici, Twitter o Facebook, ed aiutare nella ricerca di ET.

www.ditadifulmine.com/2010/02/il-nuovo-setiquest-e-la-ricerca-di...
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