Ma che episodio di rincrescimento contrito è mai codesto?
Ma allora è il mio Carlo che non conta nulla per i normali?
Ma non doveva essere l'ultimo della classe il Dellerba?
Come è potuto accadere che Carlo e gli Apostoli abbiano tralignato cadendo in una
cagionevole grondante pregna zuppa?
Or ora io dico, senza indugio, che questa metafisica acerbità, uggiosa scempiaggine,
sciocchezza autoctona, fia suppurazione, malagrazia calunnatoria, potrebbe causare nel più
grande Pilone della storia ufologica italiana, nell'uomo che più ammiro per la sua
statura... d'animo, una invidiabile invidia invidiosa della malia prodotta.
Non riesco ad apporre ampollosa mutezza a una maggiorente e circospetta mandria truppata che
con grandinosa verve e con crocchioso codazzo agisce per catalogazione e discernimento,
senza includere il maestro dei maestri... l'unico, l'impareggiabile, l'inarrivabile,
l'ineffabile, il prono, l'irripetibile, il giunonico, l'unto, l'originale e fortunatamente
raro Pilone!
Non ci sono parole che possano consacrare al meglio l'encomiabile meritorietà avversa al
polemico guazzaglio alterigio palleggiatorio di sbruffante rigoglio demistificatorio
dissidente caratterizzante l'endrecola eccitata e tesa al decreto smodato e gerente rivolto
a Carlo.
No.
Io dico No.
Non voglio vedere un uomo piangere.
Non voglio vedere le sue unghie spaccarsi nell'annaspare la polvere e la terra.
Non voglio vedere un uomo che si umilia allo specchio, sbandanato davanti a tutti.
Ecco perché io sostengo la causa dell'illustrissimo.
Cacciate Dellerba e ponete Carlo dove deve essere.
Là, dove nessun uomo è mai giunto prima.
Dove lo spazio per passare è stretto.
Dove prima sono passati solo stronzi, ora lui passerà. Primo uomo davanti alle merde.
Si perché lui è meglio di tutti Voi.
E ora un intimazione alla gizzoviglia di invidiosi del mio maestro.
Non osate mai più desacralizzare l'ideogramma del suo cogito perché Voi membri di segugio,
appiccicose arvicole, anguillosi anarcoidi, insolenti insaponatori, ragane ragliatrici,
ingordosi mangiamoccoli, calimerici forfecchiatori e altre spregevoli greasati perché Lui
solo è il Pilone qui in Italia, e non può essere elevato a cariche superiori ad esso nessun
altro se non Lui: il probo mastodontico, sterminato e immensamente poetico Carlino
W Carlo.
W il gruppo Camelot.
"Gridano dalle mura
le anime in piena notte
disperse nel vuoto deserto
che scava nelle paure dei morti
una morte punta da migliaia di lance
che fermano le ore
che fermano il silenzio
che fermano il pensiero
dove la luce e' smorta
e consuma
e paralizza
i cervelli,
materie senza emisferi
e con memoria
di squartati eventi
e di gente dai passi lenti"