È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Ultimo Aggiornamento: 14/08/2008 16:12
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09/08/2008 00:31

Che cos'è un risultato?
A proposito della mia discussione "Collage di Notiziario Ufo", Rete Ufo ha scritto

Posso chiederti quale - ehm - risultato ti prefiggi di ottenere ??



Daniela66, invece
A me mi sembra una beeeeeeeeeeeeeep

Ogni giorno nasce un cretino. Ma ogni giorno 10 cretini seguono il cretino che nasce. Chi è più cretino ? Quello che è nato o quello che segue ?

Allora ...
Risultati? Cosa sono i risultati? Ogni risultato è un nuovo punto di partenza!
“Ogni giorno nasce un cretino che crede che la vita è fatta di risultati. Allora, quel cretino si alza la mattina e comincia a perseguire il suo bel risultato. Ogni giorno 10 cretini seguono il cretino che è nato perché credono che è possibile ottenere anche loro dei risultati, magari delle briciole. Chi è più cretino quello che si è inventata la storia del risultato da perseguire o quello che ha creduto che è possibile perseguirlo?
A Me mi sembra una muuuuuuuuuuucca … una vacca … una grassa vacca con tante stelle …. Chi mungerà la vacca per primo?: è questo l’unico vero risultato!
Mungere … mungere le vacche … riempire i secchi … trasportare il latte: questi sono risultati … il latte che cade a terra … che si infila dentro il terreno … che tocca le radici delle piante … che raggiunge il centro della terra … e poi il sole … e poi di nuovo il centro della terra … e poi di nuovo il sole: questi, invece, sono percorsi … sentieri … vie …
Io passo le mie giornate a salire e a scendere le scale. Scendo sempre più in profondità e salgo sempre più in alto …
Ditemi, oh voi che sapete, è questo un risultato o è una una beeeeeeeeeeeeeep?
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09/08/2008 10:17

Re: Che cos'è un risultato?
zsbc08, 09/08/2008 0.31:

A proposito della mia discussione "Collage di Notiziario Ufo", Rete Ufo ha scritto

Posso chiederti quale - ehm - risultato ti prefiggi di ottenere ??

Daniela66, invece
A me mi sembra una beeeeeeeeeeeeeep

Ogni giorno nasce un cretino. Ma ogni giorno 10 cretini seguono il cretino che nasce. Chi è più cretino ? Quello che è nato o quello che segue ?

Allora ...
Risultati? Cosa sono i risultati? Ogni risultato è un nuovo punto di partenza!
“Ogni giorno nasce un cretino che crede che la vita è fatta di risultati. Allora, quel cretino si alza la mattina e comincia a perseguire il suo bel risultato. Ogni giorno 10 cretini seguono il cretino che è nato perché credono che è possibile ottenere anche loro dei risultati, magari delle briciole. Chi è più cretino quello che si è inventata la storia del risultato da perseguire o quello che ha creduto che è possibile perseguirlo?
A Me mi sembra una muuuuuuuuuuucca … una vacca … una grassa vacca con tante stelle …. Chi mungerà la vacca per primo?: è questo l’unico vero risultato!
Mungere … mungere le vacche … riempire i secchi … trasportare il latte: questi sono risultati … il latte che cade a terra … che si infila dentro il terreno … che tocca le radici delle piante … che raggiunge il centro della terra … e poi il sole … e poi di nuovo il centro della terra … e poi di nuovo il sole: questi, invece, sono percorsi … sentieri … vie …
Io passo le mie giornate a salire e a scendere le scale. Scendo sempre più in profondità e salgo sempre più in alto …
Ditemi, oh voi che sapete, è questo un risultato o è una una beeeeeeeeeeeeeep?



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[Modificato da Alfredo_Benni 09/08/2008 10:29]
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"Procediamo a zig zag verso un futuro luminoso (Mao Tsetung)"
09/08/2008 23:47

Re: Che cos'è un risultato?
zsbc08, 09/08/2008 0.31:


Allora ...
Risultati? Cosa sono i risultati? Ogni risultato è un nuovo punto di partenza!
Ditemi, oh voi che sapete, è questo un risultato o è una una beeeeeeeeeeeeeep?



Tu sei un genio!!
[SM=g27988] [SM=g28002] [SM=g28004]

Dacci ancora - per favore - altre dimostrazioni della tua genialità!!
[SM=g28002] [SM=g27990] [SM=g28002] [SM=g27990]

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12/08/2008 15:17

genìa - geniale - genio -generazione - gravitazione - etc. etc.
Genìa: Insieme di persone della stessa origine, stirpe, discendenza, generazione;
Geniale: Coniugale, nuziale;
Genio: Spirito buono o cattivo che secondo la mitologia romana assisteva ogni uomo dalla nascita alla morte ispirandone le azioni e tutelandone particolarmente la virtù generativa;
Generazione: Il generare; processo mediante il quale un vivente (uomo, animale, vegetale) ne produce altri simili a sé al fine di assicurare la conservazione della specie;
Gravitazione: Attrazione mutua che si esercita sempre fra due corpi materiali (ed il ragione diretta al prodotto delle loro masse e in ragione inversa al quadrato della loro distanza, secondo la legge di gravitazione universale)

Tratto da: Gedea, Grande Dizionario della Lingua Italiana.

"La frase che segue è vera"
"La frase che precede è falsa"

Ciao da zsbc [SM=g27997] [SM=g27998]
13/08/2008 10:46

Re: genìa - geniale - genio -generazione - gravitazione - etc. etc.
zsbc08, 12/08/2008 15.17:

Genìa: Insieme di persone della stessa origine, stirpe, discendenza, generazione;



Sì,sì,bello!!! Ancora,ancora!! Sei un drago!!
[SM=g27990] [SM=g27990] [SM=g27990]


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13/08/2008 12:05

La mente ed il cervello sono troppo preziosi e bisogna mantenerli lontani dai pantani del narcisismo
I discorsi autoreferenziali, fini a se stessi, senza alcuna via di sbocco e di fuga ... a che servono?
Io posso essere un drago ... posso essere tutto quello che tu vuoi (nella tua mente), ma, scusami, qual'è il senso degli schizzi d'nchistro che tu butti su queste pagine?
Mi vuoi dire che il mio è puro esercizio di piacere mentale ... bene, accomodati, fai pure.
Anzi lo sai che faccio ... adesso sbatto su questa pagina il paragrafo LIX del mio romanzo: La Camera del Silenzio (The Final Question), Bastogi Editore, Foggia 2007.

Buona Lettura:
Ciao da zsbc08

LIX
(Introduzione)
Di solito si ritiene che l'interpretazione proposta dall'autore, dal critico, dall'organizzatore, etc., sia l'interpretazione autentica, e cioè l'interpretazione che coglie in profondità il senso “vero” dell'opera.
Niente di tutto questo!
L'interpretazione dell'autore è, fortunatamente, soltanto una delle infinite interpretazioni possibili, perché l'opera è un seme di grano.
E, allora, perché all'interpretazione dell'autore, come, del resto, all'interpretazione del critico, viene riservata una posizione di prevalenza?
Questa, se mi consentite la digressione giuridica, è una problematica equivalente, nelle sue interne coordinate, alla problematica dell'interpretazione autentica della legge.
Quando una seconda legge interpreta una prima legge, allora, si dice che la seconda legge contiene l'interpretazione autentica della prima. Ma ciò accade perché la seconda legge contiene effettivamente l'interpretazione corretta, l'unica interpretazione corretta e “vera” della prima legge?
Certamente no!
L'interpretazione contenuta nella seconda legge si impone e prevale su ogni altra possibile interpretazione difforme, non perché più corretta, o più profonda, o più vicina alla “realtà” ed al “vero”, ma perché dotata della medesima forza della legge.
Le interpretazioni dell'autore, dei critici, degli intellettuali, quindi, non prevalgono perché più profonde, o più corrispondenti alla “realtà”, o perché più corrispondenti al “vero”, ma grazie all'autorità della personalità dell'autore, o della maschera, o del critico, o dell'interprete, e cioè per ragioni, latamente, politiche (le medesime ragioni, latamente, politiche per le quali la stessa scienza non può dirsi pura).
Il significato non è mai, né può esserlo, completo e/o definitivo, o espresso in modo completo e/o definitivo, qualunque sia la sua profondità.
Fatta questa doverosa precisazione, necessaria perché ogni opera vive ed esiste grazie all'interpretazione che ogni singola persona di essa propone, grazie anche alle interpretazioni che appaiono, o che realmente sono, strampalate, o sbagliate, o eccentriche, o false, voglio ricordare, insieme al Prof. Giuseppe Modica (autore di un apprezzabilissimo saggio dal titolo Per una ontologia della Libertà, Roma 1980), le parole di Luigi Pareyson: “da un interprete, attore o musico che sia, non ci attendiamo né che si lasci guidare dal solo criterio dell'originalità, come se la sua nuova esecuzione avesse un interesse maggiore di quello dell'opera stessa, né che miri all'impersonalità, come se di quell'opera non ci interessasse appunto la sua esecuzione: non pretendiamo ch'egli debba rinunciare a sé stesso, né permettiamo ch'egli voglia esprimere sé stesso: noi desideriamo che sia lui a interpretare quell'opera, sì che la sua esecuzione sia insieme l'opera e la sua interpretazione di essa”.
Qual'è, giunti a valle della prospettiva in questo modo indicata, dopo gli appunti chiarificatori appena argomentati, la chiave di lettura dell'opera?
Una volta già effettuate le precisazioni che ho volutamente anteposto, mi riesce, adesso, facile proporre al lettore, senza alcuna pretesa di completezza, una chiave per aprire la collettiva d'arte pittorica – che in questi giorni gli organizzatori propongono ai visitatori di Palazzo Bongiorno – e per entrarvi dentro.
Nel 1931 Gödel nella Proposizione VI dell'opera Sulle proposizioni formalmente indecidibili dei “Principia Matematica” e di sistemi affini scriveva: “Ad ogni classe k di formule che sia ω - coerente e ricorsiva corrispondono segni-di-classe ricorsivi r tali che né v Gen r né Neg (v Gen r) appartengono a Flg (k) (dove v è la variabile libera di r)”.
Il che può essere tradotto (come lo ha tradotto Douglas Hofstadter) nella seguente proposizione: ogni sistema assiomatico è incompleto in quanto contiene delle proposizioni indecidibili. Questi sistemi cioè contengono degli enunciati veri, ma indimostrabili ed è per questo che sono incompleti.
Nella Cosmologie du XXsiècle, Éditions Gallimard, del 1965, Jacques Merleau-Ponty, scriveva: “gli scopritori del <<regno delle nebulose>> esitarono, così come esitò Einstein di fronte alle estreme conseguenze della sua personale revisione del concetto di universo. Nell'un caso e nell'altro si trattava del disvelarsi della medesima verità, del fatto cioè che l'Universo non è una forma immutabile e una configurazione statica neppure nella sua geometria, neppure in quella struttura metrica senza la quale la conoscenza non lo afferrerebbe.”
Morris Kline nella sua opera Matematica la perdita della certezza, Milano 1985, scriveva: “Le creazioni del primo Ottocento, strane geometrie e strane algebre, costrinsero i matematici a rendersi conto, con riluttanza e a malincuore, che né la matematica in senso stretto né le leggi matematiche della scienza erano verità. Essi scoprirono per esempio che più geometrie differenti si adattavano ugualmente bene all'esperienza dello spazio; né potevano essere tutte vere. Evidentemente, la struttura matematica non era immanente alla natura, ma, quand'anche lo fosse stata, la matematica elaborata dall'uomo non rispecchiava necessariamente tale struttura. La chiave per comprendere la realtà era andata perduta e la consapevolezza di questa perdita fu il primo dei numerosi colpi che scossero l'edificio matematico... E i viaggi sulla luna, coronati da successo, e le esplorazioni di Marte e di Giove ...? ... Val quindi la pena di vedere perché, malgrado l'incertezza intorno ai suoi fondamenti e l'esistenza di teorie contrastanti, la matematica si sia dimostrata così incredibilmente efficace”.
E i viaggi sulla luna, quindi, coronati da successo? e le esplorazioni di Marte e di Giove?
Questo interessantissimo interrogativo necessita di una risposta che solamente 2700 anni di cultura mediterranea ed occidentale possono fornire, perché se la matematica non è nell'universo essa è certamente nella mente dell'uomo.
Il mito della cultura completa che vuole alla sua origine il passaggio dal mito al logos: questa è la maschera (costruita nella sua versione moderna intorno al 1700 circa) dietro la quale si nasconde il delirio di onnipotenza della logica. Questo è il mito che si è sostituito a tutti gli altri miti. Questo è il pensiero logico che è divenuto sempre più forte, a mano a mano che l'uomo ha aumentato ed accresciuto il suo potere di asservimento dei fenomeni e degli eventi naturali ed umani, volontari ed involontari.
Il millenario segreto di questa maschera risiede nel meccanismo attraverso cui essa ha per suo destino costruito miticamente se stessa.
Per svelare questo meccanismo, per tutti, citiamo Gauss, a sua volta citato da Kline nel suo libro, il quale sosteneva che quando una definizione da cui siamo partiti cessa di avere senso, allora comincia a diventare conveniente ricercare ciò che occorre assumere per mantenerla significativa.
“Storicamente, quindi, in certi ambienti e in certe situazioni, vennero delineandosi certi problemi che dettero luogo a certe concezioni della realtà e della vita, certi problemi pratici e urgenti, a risolvere i quali furono necessari strumenti e processi, invenzioni, l'uso di tecniche” (Francesco Adorno, La filosofia antica).
“L'uomo è immediatamente ente naturale. Come ente naturale, e ente naturale vivente, è da una parte fornito di forze naturali, di forze vitali, è un attivo ente naturale ...; e dall'altra parte, in quanto ente naturale, corporeo, sensibile, oggettivo, è un ente passivo condizionato e limitato” (Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, terzo manoscritto, Critica della dialettica e della filosofia hegeliana in generale, in Il pensiero di karl Marx a cura di Cesare Pianciola).
“Gli uomini si trovano in una situazione, ossia in un ambiente naturale, dal rapporto con il quale dipende il loro destino. Tutti gli esseri viventi, vegetali e animali, più o meno bene si adattano all'ambiente in cui sono situati. L'uomo ha un modo di adattamento che gli è peculiare: esso consiste non tanto in determinate particolarità morfologiche (come sarebbero pelliccia, unghioli, arti allungati in modo da conseguire una maggiore velocità nella corsa, eccetera) quanto in attività tendenti a modificare e l'uomo e l'ambiente. L'uomo è homo faber, artigiano che mediante il lavoro produce o fenomeni naturali (per esempio il fuoco) che gli sono utili, producendoli quando e dove gli servono; oppure utensili (coltelli, lance, scuri, etc.) che surrogano vantaggiosamente doti naturali mancanti. A mano a mano che questa tecnica si perfeziona l'uomo acquista un più ampio e sicuro dominio sulla natura, il suo orizzonte vitale si allarga, e anche la sua stessa natura si viene modificando. Da selvaggio diviene barbaro, da barbaro, civile” (Giulio Preti, Storia del pensiero scientifico).
“Il primo presupposto di tutta la storia umana è naturalmente l'esistenza di individui umani viventi. Il primo dato di fatto da constatare è dunque l'organizzazione fisica di questi individui ed il loro rapporto, che ne consegue, verso il resto della natura ... Si possono distinguere gli uomini dagli animali per la scienza, per la religione, per tutto ciò che si vuole; ma essi cominciarono a distinguersi dagli animali allorché cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza, un progresso che è condizionato dalla loro organizzazione fisica. Producendo i loro mezzi di sussistenza gli uomini producono indirettamente la stessa vita materiale” (Karl Marx, L'ideologia tedesca, I, in Il pensiero di karl Marx a cura di Cesare Pianciola).
“Accanto all'innato, nell'uomo, tendere verso la comprensione di tutte le cose intelligibili, l'altra radice psicologica della scienza (connessa intimamente alla prima) è, quindi, il dominio dell'uomo sulla natura, il suo asservimento al soddisfacimento di bisogni umani. L'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione” (Karl Marx, Per la critica dell'economia politica in Il pensiero di karl Marx a cura di Cesare Pianciola).
Tenendo, dunque, conto delle argomentazioni fin qui svolte, in modo ampiamente antologico (del resto avevamo esordito parlando di autorevolezza e di autorità!), diventa legittimo (non che prima non lo fosse!) l'interrogativo di Kline: produciamo forse miracoli con strumenti imperfetti? Pur ammettendo che l'uomo sia stato ingannato, è possibile che anche la natura sia vittima di tale inganno piegandosi alle leggi matematiche dell'uomo?
La nostra risposta all'interrogativo di Kline è la seguente: quello che da millenni ha sempre sedotto della conoscenza non è stato la sua completezza, o la sua verità, o la forza delle sue dimostrazioni, o la sua bellezza, o tutto questo insieme.
Quello che ha da sempre sedotto della conoscenza è stato l'enorme potere, continuamente crescente, in atto ed in potenza, che essa ha reso possibile sull'uomo e sulla natura.
L'effetto (il potere) è stato sempre più forte della causa (il sistema di conoscenza) ed ha finito per dominare su di essa (il sistema di conoscenza), facendo mantenere senso alla conoscenza (la causa) ed al potere medesimo (l'effetto), e cioè a se stesso, malgrado a volte tale senso cessasse.
E nel nostro periodo storico il senso della causa e dell'effetto sembra proprio che stia cessando, ed è rimasto soltanto il potere materiale a fare mantenere senso al sistema della conoscenza.
Si sa che quella egizia fu una cultura spirituale e metafisica.
I filosofi greci, da parte loro, con il problema aitiologico hanno voluto porre, all'inizio ed alla fine di ogni umana conoscenza, una causa (un principio), ponendo, così facendo, valori spirituali all'interno della conoscenza scientifica. Anzi, meglio, per i filosofi greci, questa affermazione neanche può essere fatta, perché la possibilità di una conoscenza scientifica purificata dalla morale, dall'etica e dal tendere verso gli dèi neanche poteva essere formulata.
Così avvenne anche per i cristiani e per la loro concezione della fede e della ragione.
Bisogna attendere le proteste di Leibniz contro l'indebolimento del potere divino operato dalle teorie di Newton (Lettera del 1715 di Leibniz a Samuel Clarke), per cominciare a porre la problematica della separazione della teologia (con annessi e connessi) dalla scienza, come sostiene Russell.
“Se [dopo] la scienza della natura riuscì praticamente a conquistare la sua indipendenza dalla politica, ciò fu dovuto al fatto che esisteva un interesse sociale ancora più forte a questa sua vittoria: l'interesse per il progresso della tecnica che può essere garantito soltanto da una libera ricerca” (Hans Kelsen, Dottrina pura del diritto).
A partire da un certo momento, quindi, primo interesse della scienza divenne la proclamazione della sua purezza, in nome della libertà della ricerca e del progresso della tecnica.
Proclamata la purezza della scienza e cioè la sua purificazione dalla morale, dall'etica, dalla teologia, etc., però, gli scienziati medesimi si sono dovuti presto arrendere all'evidenza dell'incompletezza delle scienze, di tutte le scienze.
Come? Un catalogo che deve presentare un evento d'arte preceduto da un breve scritto come questo? Cosa ha a che fare la pittura con la scienza?
Se le funzioni, come tutte le costruzioni matematiche, sono solamente nostre creazioni; se l'uomo è arrivato sulla luna grazie al potere delle sue conoscenze e non grazie alla completezza delle sue scienze assiomatiche e delle sue dimostrazioni; se, quando la definizione dalla quale siamo partiti cessa di avere senso, dobbiamo chiederci che cosa conviene assumere per mantenerla significativa; se le scelte che sono state determinate dal “fare matematica” sfuggono ad ogni tentativo completo ed oggettivo di razionalizzazione; allora non è tutto ciò proprio anche dell'essere dell'arte?
Non sono queste le tematiche che hanno stravolto la vecchia maniera di intendere l'arte e di farla?
Se l'arte contemporanea ha un suo intimo significato, non sono queste le chiavi di lettura per accedere ad esso? per accedere anche alla sua stessa perdita di significato di verità ed alla sua conquista di funzionalità e di utilità pratica materiale? per accedere al suo essere frutto di belle tecniche, del tutto materiali e per niente spirituali?
Non è tragica una conoscenza che si vuole pura e che scopre, orrenda visione, di essere incompleta e mossa da vile politica materiale?
Non vi è forse il potere all'origine della scienza? E non è per questa ragione che la scienza funziona, nonostante le sue dimostrazioni siano deboli ed essa stessa sia incompleta?
Ed il potere, al suo delirio di onnipotenza, non rende umana, terribilmente umana, troppo umana, la scienza, così come l'arte?
In che cosa dunque si distingue la scienza da ciò che di più infimo e demoniaco esiste, per ogni morale, nell'esistenza dell'uomo? Che cos'è la libertà della ricerca? Cosa si può, o non si può, fare con una ricerca libera?
La scienza è incompleta così come sono incomplete l'esistenza dell'uomo e la sua arte. Di quell'uomo che anela con tutto se stesso al potere e che, nel suo delirio di onnipotenza, vede emergere, orripilante visione, la libertà. Di quell'uomo che anela con tutto se stesso alla libertà e che vede emergere, orripilante visione, il potere.
Il potere è, infatti, l'emergere dell'incompletezza della libertà, così come la libertà è l'emergere dell'incompletezza del potere, quando l'uomo pensa alla libertà ed al potere solo con la ragione e con la logica e per la ragione e per la logica, e non anche con lo spirito e per lo spirito.
L'arte, quando è esclusivamente esercizio di potere, drammaticamente, nel suo delirio di onnipotenza, vede manifestarsi, orripilante visione, la sua incompletezza, e cioè l'arte come esercizio libero.
L'arte, quando è esclusivamente esercizio di libertà razionale e logica, vede manifestarsi, nel suo libero svolgersi, orripilante visione, la sua incompletezza, e cioè l'arte come esercizio di mero potere per il potere, come affermazione totalizzante di onnipotenza.
L'arte, quand'è fatta soltanto con la ragione e con la logica, così come la scienza, anche se per cause diverse, è tragicamente, in un giuoco di libertà e di potere, incompleta.
Non è tutto questo umano? troppo umano? terribilmente umano? esclusivamente umano?
Non sono queste le tematiche che hanno interessato e che interessano la pittura contemporanea, almeno a partire dall'intuizione della possibilità di un'immagine pittorica “concettuale, cerebrale, frutto di tecniche”, “profondamente ed intimamente impregnata di scienze e di tecnologie e di algoritmi”, non riproducente più le bellezze della natura e dello spirito?
IL BIANCO E IL NERO
La peggiore infermità del nostro tempo, alla quale dobbiamo cercare e trovare sollievo, è che le scienze oggi sono diventate anche religioni.
Le scienze sono diventate anche religioni perché vogliono indicare una via di “salvezza” per la terra e per l'umanità.
Nelle società tecnologiche avanzate era una necessità che ciò accadesse.
Le scienze propongono all'umanità modelli semplici formali ed astratti.
Le religioni sono linguaggi e verbo di salvezza.
Il problema è, quindi: <<può un Linguaggio un Verbo di salvezza essere formale ed astratto?>>.
L'inaridimento che oggi l'umanità avverte deriva direttamente dai modelli formali ed astratti delle scienze. L'insufficienza e l'inadeguatezza della via di salvezza che le scienze oggi propongono all'umanità derivano direttamente dalla natura formale ed astratta di tale via di salvezza.
L'inaridimento che oggi l'uomo avverte deriva direttamente dal fatto che lui, lui che poteva continuare ad essere un animale divino, deve invece parlare con le parole aride delle scienze, parole che non contengono Silenzio e Spirito.
Le società oggi parlano esclusivamente il linguaggio dell'economia e l'economia, da parte sua, per parlare utilizza i modelli delle scienze.
Quindi alla base ed a fondamento dell'esistenza di ogni uomo a Noi contemporaneo, e da Noi Iniziati profondamente diverso, c'è oggi l'economia; ed il linguaggio dell'economia è quello delle scienze; e le scienze sono anche le nuove religioni dell'umanità perché soltanto loro appaiono legittimate a proporre all'umanità progetti e programmi di salvezza (l'uomo per salvare la terra e se stesso dal quasi certo The End non cerca risposte e soluzioni nelle scienze, con la scienze e per le scienze?).
<<L'opinione del moto della terra è la più abominevole di tutte le eresie, la più perniciosa, la più scandalosa; l'immobilità della terra è tre volte sacra; potrebbero venire tollerati maggiormente degli argomenti contro l'immortalità dell'anima, l'esistenza di Dio e l'Incarnazione, piuttosto che un argomento rivolto a dimostrare che la terra si muova>> (Melchiorre Inchofer, padre gesuita, come riportato da Bertrand Russel in Religione e Scienza).
<<Ma, in realtà, essendo ogni moto relativo, non possiamo distinguere tra l'ipotesi che la terra vada attorno al sole e quella che il sole vada attorno alla terra. Le due ipotesi sono semplicemente dei modi diversi di descrivere lo stesso fenomeno, come quando si dice che A sposa B o che B sposa A. Ma quando si giunge ad elaborare i particolari, la maggior semplicità della descrizione copernicana è così importante che nessuna persona normale si lascerebbe imporre il gravame delle complicazioni recate dal considerare la terra come fissa. Diciamo che un treno viaggia verso Edimburgo, anziché Edimburgo viaggia verso il treno; potremmo accettare la seconda formula senza commettere un errore intellettuale, ma dovremmo supporre che tutte le città e le campagne lungo la linea si precipitino improvvisamente verso il sud e che ciò si applichi a qualsiasi cosa sulla terra fuorché al treno, il che è logicamente possibile, ma è anche complicato senza necessità. Sarebbe altrettanto arbitraria e priva di scopo la rivoluzione diurna delle stelle dell'ipotesi tolemaica, che è ugualmente scevra da errori intellettuali. Per Keplero e Galileo e i loro avversari, tuttavia, poiché non riconoscevano la relatività del moto, il problema in discussione apparve non come un problema di opportunità nel modo di descrivere le cose, ma come un problema connesso alla verità oggettiva...>> (Bertrand Russell in Religione e Scienza).
... Le persone normali ...
... La maggiore semplicità ...
... Il gravame delle complicazioni ...
<<[...] La psicologia del business non riguarda soltanto gli uomini d'affari, [cioè] soltanto coloro che sono concretamente impegnati nell'industria, nel commercio, nell'economia. Il business rappresenta la ragione principale per cui tutti noi ci alziamo la mattina e il principio organizzatore di ogni nostra giornata. Occuparsi della propria giornata significa occuparsi del proprio business. Il business fornisce le idee che danno forma alla nostra vita, al suo successo, ai suoi valori, alle sue ambizioni... A orientarci nella vita di tutti i giorni, sono concetti guida del business – guadagnare, spendere, risparmiare, scambiare, valutare, possedere, vendere... In realtà, nella vita concreta, sono le idee del business le sole da cui non ci distogliamo mai, dalla soglia di casa alla scrivania in ufficio, dall'alba al crepuscolo. Fra le idee di business è quella di “potere” a dominare. E' questo il demone invisibile che determina le nostre motivazioni e le nostre scelte... Il potere non si palesa in quanto tale, ma indossa i panni dell'autorità, del controllo, del prestigio, dell'ascendente, della fama, ecc... l'oggetto latente... è il potere delle idee. Infatti, nel momento in cui voi e io ci mettiamo a riflettere insieme sulla questione ciò con cui abbiamo a che fare non è una cosa o un fatto chiamato “potere”, ma sono idee... le riviste scientifiche registrano l'estinzione di molte forme biologiche, la cui entità è paragonabile a quella dell'era glaciale. Migrazioni, pestilenze, distruzioni di rapaci, dispersione di sostanze tossiche, modificazioni geografiche, genetiche e biochimiche scuotono in profondità la fede nel progresso della storia. Le vecchie speranze sono scombinate: il futuro è incerto – l'idea stessa di “passato” e di ”futuro” si disgrega, perché non possiamo più trarre pronostici a partire dalle fantasie, né memorie e ricordi dalle interpretazioni... Quali sono le idee che garantiscono al business il potere necessario a mantenere la posizione che ancora occupa nella nostra vita...? L'Economia, il Dio della civiltà mondiale [...]>> (James Hillman, Il potere, Come usarlo con intelligenza).
14/08/2008 11:44

Re: La mente ed il cervello sono troppo preziosi e bisogna mantenerli lontani dai pantani del narcisismo
[SM=g28002] [SM=g28002]
zsbc08, 13/08/2008 12.05:

I discorsi autoreferenziali, fini a se stessi, senza alcuna via di sbocco e di fuga ... a che servono?
Io posso essere un drago ... posso essere tutto quello che tu vuoi (nella tua mente), ma, scusami, qual'è il senso degli schizzi d'nchistro che tu butti su queste pagine?
Mi vuoi dire che il mio è puro esercizio di piacere mentale ... bene, accomodati, fai pure.
Anzi lo sai che faccio ... adesso sbatto su questa pagina il paragrafo LIX del mio romanzo: La Camera del Silenzio (The Final Question), Bastogi Editore, Foggia 2007.

Buona Lettura:
Ciao da zsbc08



Un romanzo?? Fantastico!! Adesso vado a cercare su EBAY se lo trovo di seconda mano !! Sulla base di quello che hai postato dovrebbe essere un fantastico lavoro di copia/incolla !! Bravo !!
[SM=g28002]


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14/08/2008 12:13

Come vedi il nostro è un discorso circolare: siamo ritornati al Collage Notiziario Ufo
Ciao Rete-Ufo, stai cominciando a diventarmi simpatico e sto anche cominciando ad apprezzare le tue virtù. Mi ci vuole un po' di tempo, ma ... credimi ... ci sto riuscendo ...

"Un romanzo?? Fantastico!! Adesso vado a cercare su EBAY se lo trovo di seconda mano !! Sulla base di quello che hai postato dovrebbe essere un fantastico lavoro di copia/incolla !! Bravo !!"

Fantastico! Se vuoi te ne posso donare una copia che ho fatto stampare di proposito su "ovattata carta igienica"... Mi raccomando però: non dire alla mano sinistra quello che hai fatto con la seconda mano destra! ...
Se trovi copie del mio romanzo su EBAY fammelo sapere ...
L'informazione, caro amico mio! ...
L'informazione ...
L'informazione è l'anima del commercio ...
Bravo! Comincia subito la tua bella ricerca su EBAY ... io vado avanti con i miei Collage su Notiziario UFO.
Qualcuno ti ha mai parlato (o hai mai letto, sui tuoi libri di seconda mano acquistati su EBAY e scritti con la tecnica del copia/incolla) del paradosso di Achille e della tartaruga?
Cercalo su EBAY ... mi raccomando!
Te la posso dire una cosa?
Penso di si ... stiamo diventando dei buoni amici (non è vero?)... e quindi te la dico.
Perché non cominci a fare anche tu un po' di copia/incolla?
Dai! ... non è molto difficile! ... provaci anche tu! ...

"La frase che segue è vera"
"La fase che precede è falsa"
Ciao da zsbc08 [SM=g27997]
14/08/2008 12:31

Re: Come vedi il nostro è un discorso circolare: siamo ritornati al Collage Notiziario Ufo
zsbc08, 14/08/2008 12.13:

Ciao Rete-Ufo, stai cominciando a diventarmi simpatico e sto anche cominciando ad apprezzare le tue virtù. Mi ci vuole un po' di tempo, ma ... credimi ... ci sto riuscendo ...



Bravo,se puoi cerca anche di andare un pò al mare !!

Buon Ferragosto!


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Post: 98
Città: GANGI
Età: 57
Sesso: Maschile
14/08/2008 16:12

Non esistono risultati
Ciao, grazie, buon ferragosto anche a te. Se posso, a mare ci vado.
by zsbc08
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