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Stella morta, pianeta vivo !

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2013 21:35
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27/02/2013 17:16

MONDI ABITABILI ATTORNO ALLE NANE BIANCHE
[IMG]http://i53.tinypic.com/10okw0l.jpg[/IMG]

Secondo alcuni ricercatori statunitensi, rilevare ossigeno nell'atmosfera di un pianeta orbitante attorno a una nana bianca sarebbe più facile che nel caso di una stella simile al Sole. In futuro gli astronomi esploreranno circa 500 nane bianche alla ricerca di nuovi pianeti, utilizzando il James Webb Space Telescope, il cui lancio è previsto nel 2018.


Il posto migliore dove cercare pianeti abitabili potrebbe essere attorno alle stelle morenti, le nane bianche. Lo sostengono alcuni ricercatori guidati da Avi Loeb, del Centro di Astrofisica alla Harvard-Smithsonian, che hanno presentato un modello teorico sui pianeti rocciosi simili alla Terra orbitanti, appunto, attorno a delle nane bianche.

Secondo il modello, sarebbe molto più facile localizzare ossigeno attorno a questo tipo di pianeti, piuttosto che nell’atmosfera di quelli che orbitano attorno a stelle simili al Sole.

Quando le stelle di tipo solare (quelle che presentano caratteristiche simili alla nostra stella madre) concludono il loro ciclo di vita, si liberano letteralmente degli strati esterni, lasciando scoperto un nucleo caldo conosciuto, appunto, come “nana bianca”. È la fase terminale di una stella: questa si raffredda e piano piano si spegne, ma potrebbe trattenere ancora calore sufficiente a riscaldare pianeti per miliardi di anni.

Ma prima una stella deve passare per la fase “gigante rossa”, quando distrugge o ingloba tutto ciò che incontra, compresi pianeti limitrofi. Per questo motivo un pianeta in orbita attorno a una nana bianca dovrebbe esserci arrivato una volta conclusa la fase della gigante rossa. Ma questo è possibile, spiegano i ricercatori: potrebbe formarsi dai detriti e gas rimasti dopo l’esplosione (sarebbe quindi un “pianeta di seconda generazione”) o migrare verso la nana bianca da un altro sistema. Dovrebbe orbitare a una distanza molto ravvicinata alla stella, proprio perché le nane bianche sono molto più piccole e deboli del Sole. Un pianeta papabile alla vita dovrebbe concludere la sua orbita ogni 10 ore a una distanza di circa 1,6 mila chilometri.

I ricercatori setacceranno circa 500 nane bianche e sperano di trovare almeno qualche pianeta roccioso. Da lì cominceranno gli studi. Adotteranno il metodo del transito, vale a dire approfittare del passaggio di un pianeta di fronte alla stella madre per rilevare la diminuzione di luminosità della curva di luce di una stella. Non è un aspetto da sottovalutare, perché la luce con cui la stella avvolge il pianeta, lascia nell’atmosfera dei segni (come delle impronte), che evidenziano la presenza di vapore acqueo od ossigeno, che è notoriamente segno della possibilità di vita su un pianeta. Viste le piccole dimensioni delle nane bianche, un pianeta che passasse davanti a una di esse bloccherebbe una grande parte della sua luce, e sarebbe quindi particolarmente facile da studiare.

Entro la fine di questo decennio (nel 2018) dovrebbe andare in orbita il telescopio spaziale James Webb (JWST) di NASA/ESA/CSA, probabile successore di Hubble nel campo dell’osservazione infrarossa. «JWST offrirà gli strumenti per trovare e studiare questi pianeti nel futuro» hanno detto Loeb e Dan Maoz (Tel Aviv University).

Questo telescopio potrebbe, infatti, trovare pianeti anche attorno a delle nane rosse, stelle ancora più piccole e fredde del Sole, ma di gran lunga più luminose: proprio questo grande bagliore potrebbe rendere il lavoro di JWST più difficile.

Lo studio verrà pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Articolo di: Eleonora Ferroni

Fonte dati: www.media.inaf.it/2013/02/26/stella-morta-pianeta-vivo/


Ottima ricerca, per saperne di più sul nuovo fantastico Telescopio della NASA Webb Telescope:

il suo sito : www.jwst.nasa.gov/

la sua pagina facebook: www.facebook.com/webbtelescope?ref=stream

Un video :


Alcuni dati tecnici:

Il JWST è dotato di quattro tipi di specchi, essi sono denominati “primario”, “secondario” , “terziario” e specchio di regolazione fine. Nonostante i 18 segmenti che compongono lo specchio primario siano quelli che svolgono il lavoro principale, gli altri specchi non hanno un’importanza minore.

[IMG]http://i53.tinypic.com/sw39rt.jpg[/IMG]

I 18 specchi esagonali, concorrono a formare il grosso specchio primario il quale ha una superficie di raccolta della luce di 25 metri quadri. Lo specchio secondario è di forma perfettamente tonda e convessa, per cui la superficie riflettente sporge verso la sorgente della luce. Lo specchio terziario rappresenta la terza tappa del percorso che la luce fa all’interno del telescopio; questo è l’unico specchio fisso del Webb Telescope e tutti gli altri sono allineati ad esso. Ha circa un metro di larghezza ed è stato progettato per ricevere la luce da diversi punti, rinviandola tramite lo specchio di regolazione fine agli strumenti scientifici posti nel retro del telescopio.

L’AOS è un banco ottico di precisione, anch’esso di berillio, ed è sormontato da uno schermo per la protezione dalla luce diffusa ed è fornito di due grossi radiatori che mantengono fredda l’intera struttura.

Tutti gli specchi del James Webb Space Telescope sono realizzati in berillio, che è molto resistente in relazione al suo peso e che ha una buona stabilità dimensionale nel range di temperature che dovrà affrontare durante la sua vita operativa, inoltre, sono rivestiti d’oro.

Scott Texter, Webb Optical Telescope Element manager per la Northrop Grumman Aerospace Systems, ha elogiato il lavoro della Ball Aerospace: “I nostri colleghi della Ball Aerospace hanno svolto un lavoro eccellente su tutti gli elementi ottici, incluse le operazioni di testing ed il completamento dell’Aft-Optical System”.

Nel Maggio del 2012 l’AOS ha iniziato la sequela di test termici, acustici e criogenici per verificare la sua capacità di poter affrontare il rigoroso ambiente vibratorio del decollo e di rimanere allineato con estrema precisione riuscendo a funzionare alle temperature estremamente basse dello spazio; il sistema ha completato con successo tutta la fase di performace testing agli inizi di questo mese.

“E’ stata un’unica sfida tecnologica che ha richiesto delle tecniche di costruzione e di testing degli specchi mai utilizzate prima, per assicurare l’operatività alla temperatura criogenica di 40 gradi Kelvin (-233,15 °C). Ha concluso Texter.

L’AOS rimarrà presso gli stabilimenti della Ball Aerospace, per essere impiegato nei test d’integrazione con la Flight Actuator Drive Unit. Il team finirà così la costruzione delle elettroniche criogeniche che controllano gli specchi e la Source Plate Assembly, che verrà usata per verificare l’Optical Telescope Element al completo del telescopio spaziale.

Il James Webb Space Telescope sarà l’osservatorio spaziale della prossima generazione, nonché il successore dell’Hubble Space Telescope. Esso sarà il più potente telescopio spaziale mai costruito ed osserverà gli oggetti più distanti dell’universo, fornendo immagini delle prime galassie formatesi agli albori del tempo e dei pianeti inesplorati attorno a stelle distanti. Il JWST è un progetto congiunto della NASA, della European Space Agency e della Canadian Space Agency.

La Northrop Grumman è una multinazionale leader nella sicurezza globale e nella fornitura di servizi innovativi, di prodotti e soluzioni per i sistemi unmanned, per la cyber security, C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance, and Reconnaissance), di servizi di logistica e di modernizzazione a clienti governativi e commerciali di tutto il mondo.

Fonte dati: astronautinews.it

[SM=g3061197]


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01/03/2013 14:00

Mi fanno un po' venire in mente gli ubriachi della famosa barzelletta, che cercano sotto un lampione le chiavi di casa che sono loro cadute, perchè lì dove le hanno perse invece è buio e non si vede niente!!! [SM=g8899]
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01/03/2013 18:38

Re:
ManuelaZan, 01/03/2013 14:00:

Mi fanno un po' venire in mente gli ubriachi della famosa barzelletta, che cercano sotto un lampione le chiavi di casa che sono loro cadute, perchè lì dove le hanno perse invece è buio e non si vede niente!!! [SM=g8899]




Perchè? Sono solo teorie per cercare di trovare pianeti che ospitano ambienti favorevoli alla vita grazie all utilizzo di nuovi Telescopi Spaziali, scusami tu come gli cercheresti: con la palla magica, consultando i tarocchi, chiedendolo ad Ashtar Sheran o con i Telescopi Spaziali ? [SM=g27990] Visto che ti fanno ridere queste cose ! [SM=g27989]
[Modificato da KOSLINE 01/03/2013 18:52]


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Re: Re:
KOSLINE, 01/03/2013 18:38:


Perchè? Sono solo teorie per cercare di trovare pianeti che ospitano ambienti favorevoli alla vita grazie all utilizzo di nuovi Telescopi




La cosa che mi lascia perplesso è che anche se col nuovo telescopio si scoprissero pianeti con ossigeno nessuno ci garantirebbe che la via sia effettivamente presente su di essi.
In pratica scopriremmo solo che nell'atmosfera c'è ossigeno e teoricamente potrebbero anche essere pianeti abitabili da creature viventi...teoricamente...ma nessuna conferma che ci sia effettivamente vita li.
E' come la storia dell'acqua.Sappiamo che c'è acqua anche su una luna di Giove,ad esempio,sotto una spessa calotta di ghiaccio ma nessuna effettiva prova che ci possano essere li anche solo microscopiche forme di vita...insomma mi sembra una possibile ricerca interessante quella di pianeti abitabili intorno a nane bianche ma certamente non dirimente ai fini della risposta alla domanda...siamo soli nell'Universo? [SM=g27988]


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01/03/2013 20:45

Re: Re: Re:
zambu.83, 01/03/2013 20:25:




La cosa che mi lascia perplesso è che anche se col nuovo telescopio si scoprissero pianeti con ossigeno nessuno ci garantirebbe che la via sia effettivamente presente su di essi.
In pratica scopriremmo solo che nell'atmosfera c'è ossigeno e teoricamente potrebbero anche essere pianeti abitabili da creature viventi...teoricamente...ma nessuna conferma che ci sia effettivamente vita li.
E' come la storia dell'acqua.Sappiamo che c'è acqua anche su una luna di Giove,ad esempio,sotto una spessa calotta di ghiaccio ma nessuna effettiva prova che ci possano essere li anche solo microscopiche forme di vita...insomma mi sembra una possibile ricerca interessante quella di pianeti abitabili intorno a nane bianche ma certamente non dirimente ai fini della risposta alla domanda...siamo soli nell'Universo? [SM=g27988]






Si giusto quoto Zambu, la strada e' ancora lunga, ma anche molto affascinante e poi da qualche parte dobbiamo incominciare, sono solo pochi anni che riusciamo ad individuare Esopianeti, speriamo che in futuro potremmo disporre di apparecchiature più sofisticate o accurate che ci possano fornire quello che cerchiamo ... [SM=g27988]

Una prima applicazione ad oggi potrebbe essere, ad esempio: appena scopriamo un pianeta potenzialmente abitabile, quello di puntagli le antenne del Seti o di altri Radiotelescopi per la ricezione della Radiofrequenza e chissà se ci si mette anche la fortuna dalla nostra parte (una volta aiuterà gli audaci?), trovare vita intelligente che utilizza tale tecnologia da noi rilevabile... [SM=g28002]
[Modificato da KOSLINE 01/03/2013 20:58]


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01/03/2013 21:21

Re: Re: Re: Re:
KOSLINE, 01/03/2013 20:45:

 
 


Una prima applicazione ad oggi potrebbe essere, ad esempio: appena scopriamo un pianeta potenzialmente abitabile, quello di puntagli le antenne del Seti o di altri Radiotelescopi per la ricezione della Radiofrequenza e chissà se ci si mette anche la fortuna dalla nostra parte (una volta aiuterà gli audaci?), trovare vita intelligente che utilizza tale tecnologia da noi rilevabile... [SM=g28002]



Trovo assolutamente improbabile che riusciremo a trovare vita extraterrestre mediante la ricezione di radiofrequenze.. a quest'ora li avremmo beccati già da un pezzo questi furboni di E.T. [SM=g9201]
 

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01/03/2013 21:32


Trovo assolutamente improbabile che riusciremo a trovare vita extraterrestre mediante la ricezione di radiofrequenze.. a quest'ora li avremmo beccati già da un pezzo questi furboni di E.T. [SM=g9201]



Tua opinione che non condivido per adesso, visto che siamo riusciti a scandagliare solo una piccolissima parte del Cosmo, con i forti limiti delle attuali attrezzature e tecnologie di cui disponiamo ...
[Modificato da KOSLINE 01/03/2013 21:35]


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