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Facebook: il ministero degli Interni ha ottenuto le chiavi per entrare nei profili

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2012 09:21
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14/10/2012 21:54

Senza dirlo a nessuno il ministero degli Interni italiano ha ottenuto dai vertici di Facebook le chiavi per entrare nei profili degli utenti anche senza mandato della magistratura. Una violazione della privacy che farà molto discutere.

Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sara approvato dal Congresso, permettera alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati.

In Italia senza clamore, lo hanno già fatto. I dirigenti della Polizia postale due settimane fa si sono recati a Palo Alto, in California, e hanno strappato, primi in Europa, un patto di collaborazione che prevede la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari pei una rogatoria internazionale. Questo perchè, spiegano alla Polizia Postale, la tempestività di intervento è fondamentale per reprimere certi reati che proprio per la velocita di diffusione su Internet evolvono in tempo reale.
Una corsia preferenziale, insomma, che potranno percorrere i detective digitali italiani impegnati soprattutto nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche, ma anche per evitare inconvenienti ai personaggi pubblici i cui profili vengono creati a loro insaputa. Intenti forse condivisibili, ma che di fatto consegnano alle forze dell’ordine il passepartout per aprire le porte delle nostre case virtuali senza che sia necessaria l’autorizzazione di un pubblico ministero. In concreto, i 400 agenti della Direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook.

Ma siamo certi che tutto ciò avverrà nel rispetto della nostra privacy? In realtà, ormai da un paio d’anni, gli sceriffi italiani cavalcano sulle praterie di bit. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perche alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali. Con la differenza che proprio per l’enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola riservatezza altrui a molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l’amicizia a qualcuno che graviti in ambienti “interessanti” per le forze dell’ordine.

A Milano, per esempio, una sezione della Polizia locale voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato sguinzaglia i suoi “ghisa” nei gruppi di writer, allo scopo di infiltrarsi nelle loro community e individuare le firme dei graffiti metropolitani per risalire agli autori e denunciarli per imbrattamento. Le bande di adolescenti cinesi che, tra Lombardia e Piemonte, terrorizzano i connazionali con le estorsioni, sono continuamente monitorate dagli interpreti della polizia che si insinuano in Qq, la più diffusa chat della comunità. Anche le gang sudamericane, protagoniste in passato di regolamenti di conti a Genova e Milano, vengono sorvegliate dalle forze dell’ordine. E le lavagne degli uffici delle Squadre mobili sono ricoperte di foto scaricate da Facebook, dove i capi delle pandillas che si fanno chiamare Latin King, Forever o Ms18 sono stati taggati insieme ad a ltri ragazzi sudamericani, permettendo cosi agli agenti di conoscere il loro organigramma. Veri esperti nel monitoraggio del Web sono ormai gli investigatori delle Digos, che hanno smesso di farsi crescere la barba per gironzolare intorno ai centri sociali o di rasarsi i capelli per frequentare le curve degli stadi. Molto più semplice penetrare nei gruppi considerati a rischio con un clic del mouse. Quanto ai Carabinieri, ogni reparto operativo autorizza i propri militari, dal grado di maresciallo in su, ad accedere a qualunque sito internet per indagini sotto copertura, soprattutto nel mondo dello spaccio tra giovanissimi che utilizzano le chat per fissare gli scambi di droga o ordinare le dosi da ricevere negli istituti scolastici. Mentre, per prevenire eventuali problemi durante i rave, alle compagnie dei Carabinieri di provincia è stato chiesto di iscriversi al sito di social networking Netlog, dove gli appassionati di musica tecno si danno appuntamento per i raduni convocando fans da tutta Europa. A caccia di raver ci sono anche i venti compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni, localizzati in tutti i capoluoghi di regione e 76 sezioni dislocate in provincia. «Il nostro obiettivo è quello di prevenire i rave party prima che abbiano inizio», spiegano, «e per questo ci inseriamo nelle comunicazioni tra organizzatori e partecipanti, nei social network, nei forum e nei biog». Così può capitare che anche chi ha semplicemente partecipato ad una chat per commentare un gruppo musicale finisca per essere radiografato a sua insaputa.

In teoria queste attività sono coordinate dalle procure che conducono le indagini su singoli fatti o su fenomeni più ampi. I responsabili dei social network non ci tengono a farlo sapere e parlano di una generica offerta di collaborazione con le forze dell’ordine per impedire che le loro piattaforme favoriscano alcuni delitti. Un investigatore milanese rivela a “L’espresso” che, grazie alle autorizzazioni della magistratura, da tempo ottiene dai responsabili di Facebook Italia di visualizzare centinaia di profili riservati di altrettanti utenti, riuscendo persino ad avere accesso ai contenuti delle chat andando indietro nel tempo fino ad un anno. Chi crede di aver impostato le funzioni di riservatezza in modo da non permettere a nessuno di vedere le foto, i post e gli scambi di messaggi con altri amici, in realtà, se nel suo gruppo c’e un sospetto, viene messo a nudo e di queste intrusioni non verrà mai a conoscenza.
E non sempre l’autorità giudiziaria viene messa al corrente delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura: «Talvolta», spiega l’ufficiale. «creiamo una falsa identità femminile su Fb, su Msn o su altre chat, inseriamo nel profilo la foto di un carabiniere donna, meglio se giovane e carina, e lanciamo l’esca. II nostro carabiniere virtuale tenta un approccio con la persona su cui vogliamo raccogliere informazioni, magari complimentandosi per un tatuaggio. E in men che non si dica facciamo parte del suo gruppo, riuscendo a diventare “amici” di tutti i soggetti che ci interessano». Di tutta questa attività, spiega ancora l’ufficiale, «non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale». Da oggi, in virtù dell’accordo di collaborazione con Mark Zuckerberg siglato dalla Polizia, chi conduce queste indagini potrà fare a meno di avvisare un magistrato perchè «la fantasia investigativa può spaziare», prevede un funzionario della Polposta, «e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive».

Segnalato da riccardo buniva G+


www.tzetze.it/2012/10/facebook-il-ministero-degli-interni-ha-ottenuto-le-chiavi-per-entrare-nei-prof...
18/10/2012 11:09

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18/10/2012 11:54

Re:
_INSIDER_, 18/10/2012 11.09:





E' un anti bufala per sbufalare le bufale!! [SM=g8899]

E poi te lo vengono a dite a te o a noi se hanno le chiavi o meno per accedere ai profili.......attivissimo bevete 'na coca cola che è meglio dello sbulloc! [SM=g8342]
[Modificato da (richard) 18/10/2012 11:57]
18/10/2012 12:41

(richard), 18/10/2012 11.54:


E' un anti bufala per sbufalare le bufale!! [SM=g8899]

Ma leggi prima che è roba vecchia... [SM=g8298]


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18/10/2012 13:11

Re:
_INSIDER_, 18/10/2012 12.41:

Ma leggi prima che è roba vecchia... [SM=g8298]






E allora che vuol dire,potrebbe essere in atto da 2010 invece che dal 2012. [SM=g8342]
18/10/2012 16:41

(richard), 18/10/2012 13.11:

E allora che vuol dire,potrebbe essere in atto da 2010 invece che dal 2012. [SM=g8342]

Toh, leggi qui quella che era la fonte della bufala del 2010 e relativa smentita:

espresso.repubblica.it/dettaglio/la-polizia-ci-spia-su-facebook/21...

espresso.repubblica.it/dettaglio/Polizia-su-Facebook-smentita-e-replica...


[Modificato da _INSIDER_ 18/10/2012 16:42]
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18/10/2012 21:01

Ma dai Insider non mi puoi citare attivissimo. E' il debunker dei debunker. Te lo vieto. E' una fonte autoreferenziale !

Mi viene in mente quella volta che sulla rivista "le scienze" ti leggo la rubrica di attivissimo dove dice, senza citandoci, quello che noi abbiamo detto due anni prima sulle foto del pianeta Nibiru (parlava dei riflessi sulla fotocamera). E vedessi come se la prendeva con gli ufologi TUTTI cialtroni matricolati. Allora, 1) sei arrivato con due anni di ritardo, 2) Non tutti sono cialtroni, 3) se è così che spaccia le sue verità, stiamo freschi !




Alfredo Benni - Consigliere Nazionale
Coordinatore CUN Lombardia

Mai litigare con uno stupido. Un passante potrebbe non capire la differenza tra te e lui.

www.cun-veneto.it - http://cunnetwork.freeforumzone.leonardo.it/
"Procediamo a zig zag verso un futuro luminoso (Mao Tsetung)"
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18/10/2012 22:42

Re:
_INSIDER_, 18/10/2012 16.41:





....ma la polizia postale non è nessuno,arrivano sempre il giorno dopo col treno accelerato.
Ai piani superiori si fanno certe cose e non le si ammettono mai.
Ma le intercettazioni sul presidente Napolitano credi che le ha scoperte la polizia?
Sono i servizi segreti che manipolano e sanno come stanno le cose!



Apro un preambolo OT sul generale Ganzer per dirti che la polizia non è nessuno!


L'attuale comandante del Ros «aveva costituito un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti»


Il generale Giampaolo Ganzer, attuale comandante del Ros, è stato condannato a 14 anni di carcere a Milano nell'ambito del processo su presunte irregolarità in operazioni antidroga condotte negli anni '90 da un piccolo gruppo all'interno del reparto speciale dell'Arma.

IL PM AVEVA CHIESTO 27 ANNI - Il comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri Giampaolo Ganzer è stato condannato per «aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati, alfine di fare una carriera rapida». Davanti ai giudici dell’ottava sezione penale presieduta da Luigi Capazzo, il pm Luisa Zanetti aveva chiesto 18 condanne tra i 5 e i 27 anni di reclusione.
La pena più alta era stata chiesta proprio per il generale Ganzer e per Mauro Obinu, ex ufficiale del Ros poi passato al Sisde. La complessa vicenda giudiziaria che vede imputato l’attuale capo del Ros fa riferimento a fatti avvenuti tra il 1990 e il 1997, ed era iniziata a Brescia, poi era stata trasferita a Milano per la presenza tra gli indagati del magistrato Mario Conte (processato da solo e a parte), quindi andata a Bologna e infine riassegnata dalla Cassazione al capoluogo lombardo quando erano scaduti tutti i termini per gli accertamenti.

IL GENERALE: «LE SENTENZE SI RISPETTANO» - «Le sentenze non si possono che rispettare. Aspettiamo le motivazioni». E' stato questo il primo commento del generale Giampaolo Ganzer dopo la sua condanna. «Questa è una sentenza eccezionalmente complessa, con una chiave di lettura sofisticata da parte dei giudici». Uno dei suoi legali, l'avvocato Fabio Belloni, difensore anche di Gilberto Lovato e Rodolfo Arpa (due ex sottoufficiali condannati rispettivamente a 13 anni e 6 mesi e a 10 anni), ha espresso soddisfazione perché i giudici hanno "cancellato" il reato associativo contestato agli imputati. «La condanna per i singoli fatti e non per il reato associativo - ha spiegato il legale - può voler dire che i giudici hanno riconosciuto la legittimità dell'impianto delle operazioni antidroga, ma contestato l'illegittimità di singole operazioni e singoli fatti». Il modo in cui, secondo l'avvocato, «i giudici hanno cesellato i reati «satellitari" rispetto all'associazione porta a dire che questa è una sentenza eccezionalmente complessa».

MARONI: «FIDUCIA NEL COMANDANTE DEI ROS» - «Naturalmente ho pieno rispetto e fiducia nella magistratura, ma altrettanta fiducia ho nell'operato dei carabinieri, del Ros e del suo comandante». È stato questo il commento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, alla condanna del comandante del Ros. «Sono fermo sostenitore - ha aggiunto - del principio della presunzione di innocenza fino a prova contraria. Il gen. Ganzer ha la mia fiducia». Fiducia a Ganzer è stata espressa anche dal comando generale dei carabinieri. Il comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli, «nel rispetto della sentenza, è fiducioso - si legge in un comunicato - nel favorevole esito dei prossimi gradi di giudizio e conferma la piena affidabilità del generale Giampaolo Ganzer e del Ros».

....COMPRI'!?

www.corriere.it/cronache/10_luglio_12/ganzer-condanna_77348dd8-8db1-11df-a602-00144f02...
[Modificato da (richard) 18/10/2012 22:47]
18/10/2012 23:15

Re:
_INSIDER_, 10/18/2012 11:09 AM:

Vecchia bufala... [SM=g9201]



Sicuramente la notizia è vecchia, ma ho molte perplessità che sia una bufala. Anzi, per essere preciso, la bufala in realtà ha molto di vero anche se nella realtà cambiano i personaggi.

Almeno, spero per te che tu non creda che iscriversi e partecipare a un Socialnetwork, usare Gmail, ecceetera, la tua privacy sia al sicuro.
Google in particolare di te sa tutto anche se dichiara che le informazioni sono cercate, elaborate, catalogate solo ed unicamente da software. Ma sta di fatto che se l'FBI decide di sapere quale sito ha visualizzato, per quanto tempo, dove ti trovavi inteso come paese, località e indirizzo, basta che in via privata lo chiede a Google, come fa da qualche anno a questa parte, così come fanno tutte le organizzazioni che si occupano di sicurezza e spionaggio e che dovrebbero farti intuire come Google sia diventata una delle aziende a livello mondiale più ricche e potenti del pianeta.

Se ti fossi deciso a crearti un blog tuo, con un dominio tuo, avresti forse scoperto uno degli strumenti di analisi di accesso al tuo sito più potenti al mondo e che Google offre gratuitamente:
Provenienza geografica dei visitatori
Località
Provider internet di accesso
Sistema operativo utilizzato
Tempo di permanenza
...
un'altra 50ina di interessanti dati.

Certo non ti dice il Nome e Cognome, a te appunto così come a me. ma in una ipotetica Via Dell'Ufologo, 55 a Milano, alle ore 12:15, da un Computer Acer con Windows 7, connessione TIM, qualcuno ha visualizato per 3 minuti i sito dell'ANSA, il resto della mattina lo ha passato su altri siti porno e a inviare 3 mail, con contenuto che verrà letto parola per parola da Gmail per contestualizzare AdSense pubblicitari [SM=g27987].

Noi al massimo possiamo usare Google Maps per individuare approssimativamente la finestra di casa sua, ma Google sa molto di più ed è questo molto di più che la rende minacciosamente potente.

Quindi bufala si, ma fino a un certo punto [SM=g27988]





19/10/2012 09:21

Alfredo_Benni, 18/10/2012 21.01:

Ma dai Insider non mi puoi citare attivissimo. E' il debunker dei debunker. Te lo vieto. E' una fonte autoreferenziale !

Si, a volte è autoreferenziale. Devi però convenire che ci sono i due articoli del 2010 dove nell'ultimo vi sono le dichiarazioni della polizia postale in merito ad un loro accesso a FB (o qualunque altro social network) previa indagine ed autorizzazione del magistrato.
Poi è chiaro, nessuno è tutelato sul web nel momento in cui diffonde i propri dati, e FB in tal senso è il più deleterio.

FF6600, 18/10/2012 22.15:

Almeno, spero per te che tu non creda che iscriversi e partecipare a un Socialnetwork, usare Gmail, ecceetera, la tua privacy sia al sicuro.

Naturalmente no, non vi è alcuna sicurezza, l'ho precisato sopra.

FF6600, 18/10/2012 22.15:


Quindi bufala si, ma fino a un certo punto

Sono d'accordo.
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