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Stefano Breccia ci ha lasciati

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2012 05:46
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02/03/2012 18:58


L'autore del libro "Contattismi di massa"
che ha portato a conoscenza del grande pubblico la "storia di Amicizia" (incontri reiterati fra umani ed esseri extraterrestri) è venuto a mancare.

Il Coordinamento Interregionale CUN Abruzzo e Molise
,Sinceramente dispiaciuto per la triste circostanza ,si unisce con affetto e rimpianto al dolore dei famigliari e di quanti hanno avuto il privilegio di poter fare la sua conoscenza.




..buon volo Stefano....

Raffaello D'Alfonso
(Coord. Interreg. CUN Abruzzo e Molise)
02/03/2012 20:35

addio Stefano
Stefano BRECCIA era un ufologo di vecchia data,molto esperto ma anche molto schivo e riservato.Ha sempre lavorato in silenzio rifuggendo dalle luci della ribalta.Ci mancherà !

[SM=g8290]

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Post: 1.053
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02/03/2012 21:56

Vero, manchera' a molti.
Buona serata.
Daniele Dellerba.
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Post: 128
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Età: 65
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03/03/2012 07:36

Un sentito ringraziamento a Stefano che noi tutti qui in Sicilia abbiamo potuto apprezzare sia dal lato umano che quello divulgativo nei suoi studi. Un abbraccio ai suoi cari da parte mia e da tutto il CUN Sicilia.
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Città: PESCARA
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03/03/2012 08:23

è una grande perdita. Inaspettata.

Stiamo preparando un articolo, vediamo se riusciamo a farlo pubblicare
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03/03/2012 09:20

Leggo con assoluto dispiacere questa notizia inaspettata.

Ho avuto la fortuna di consocerlo di persona in occasione del Simposio di San Marino di due anni fa.

Ho riletto la sua dedica sulla mia copia di "Contattismi di massa" e preferisco pensare che sia ancora in mezzo a noi.

Ciao Stefano.


^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°
Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l'emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.
Albert Einstein
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03/03/2012 12:12

re
mi colpì molto l'intensità del suo intervento al simposio di due anni fa.....pacato,preciso e con un'espressione del viso risoluta ed allo stesso tempo da uomo semplice nonostante il suo invidiabile curriculum vitae.......
narrò di episodi al limite dell'incredibile con la sicurezza di chi fosse certo della sua testimonianza,ma allo stesso tempo con l'umiltà della consapevolezza di non poterne dare un significato preciso
perdiamo tutti un ricercatore serio e un uomo sicuramente di grande spessore
un vero signore d'altri tempi
gianni maltoni
SOCIO C.U.N. romagna
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03/03/2012 13:04

Ciao, Stefano!

Stefano Breccia è tragicamente e immaturamente mancato il 2 marzo 2012 per le improvvise e inattese complicazioni emorragiche e circolatorie indotte da un prolungato trattamento chemioterapico che, per curare un tumore alla gola, lo aveva fortemente indebolito. Ma fino ad allora tutto era andato benone, ed era anzi in fase di netta ripresa. Ci eravamo anche sentiti poco prima della mia recente partenza per gli USA per onorare l’invito a partecipare per il CUN in rappresentanza italiana al Congresso Ufologico Internazione di Phoenix in Arizona. Gli avevo da poco inoltrato il testo della mia prefazione per il suo secondo libro, da lui sollecitatami più volte. La sua improvvisa e inattesa morte ha colpito molti all’interno del Centro Ufologico Nazionale, a cominciare dal sottoscritto. Si da infatti il caso che, praticamente coetanei (fra le nostre rispettive date di nascita vi sono infatti solo pochi mesi di differenza), ci fossimo conosciuti a Bologna poco più che ventenni in casa di Mario Maioli, il primo presidente del CUN, che stabilì subito con noi due un rapporto molto caloroso forse perché entrambi gli ricordavamo molto, per aspetti diversi, l’unico figlio tragicamente scomparso poco tempo prima. E ne nacque subito un gran bel rapporto.
Con Stefano eravamo molto diversi ma quanto mai complementari. Studi socio-umanistici io, studi tecnico-scientifici lui. Intelligenza analitica la mia, sintetica la sua. Ottimista io, serioso lui. Logico io, romantico lui. Estroverso io, timido lui. Antifumo io, accanito fumatore lui. Conversatore io, taciturno lui. Ma eravamo giovani e positivi. E così pure eravamo colti, preparati, spigliati, poliglotti e desiderosi di fare. Pertanto nel CUN di allora giocammo subito dei ruoli importanti. Conferenze pubbliche, contatti con la stampa, incontri di livello, rapporti con l’estero, traduzioni. Io non avevo problemi con l’inglese, il francese e lo spagnolo, lui con l’inglese ed il russo, lingua in cui primeggiava.
Diventammo amiconi. Frequentavamo l’università io a Firenze e lui a Bologna, e spesso ci vedevamo in quest’ultima città. Facemmo entrambi il militare come ufficiali di complemento dopo aver passato le dovute selezioni. Nell’Esercito (in artiglieria missili) io, in Aeronautica Militare lui. E nelle nostre indagini ci imbattemmo anche in Amicizia, di cui incontrammo alcuni esponenti. All’inizio io ne sapevo in effetti più di lui, dato che di tutta la faccenda ero stato informato da tempo dal console Alberto Perego, pioniere dell’ufologia in Italia. Ma sorse il desiderio e la necessità di approfondire, e Maioli ci invitò paternamente alla cautela. Stefano, d’altronde, residente com’era a Pescara, si trovava nella posizione ideale per sviluppare la cosa, e pensò dunque di “infiltrarsi” nella consolidata realtà abruzzese di tale ambiente. E lo fece. Io, per ragioni logistiche, in pratica ne restai invece fuori. “Tanto ci sarò io a raccontarti tutto” diceva Stefano fra il serio e il faceto.
Quanto poi avvenne è appartenuto solo a lui e alla sua personale esperienza.
Un’esperienza individuale, concreta, intensa e spiazzante. E dalle tante cose da lui raccontatemi io ho sempre ricavato un chiara ed inequivocabile conclusione. Quella che nel caso qualsiasi dubbio è e resta fuori luogo. Stefano infatti non si è mai vantato di nulla, non ha mai ostentato cose o situazioni e certamente non si è mai contraddetto e non ha mai inventato alcunché. Anzi, in fondo parlava molto poco e ti diceva solo quanto gli chiedevi di dirti. Ma quello che diceva lo aveva sicuramente vissuto e non erano affatto stupidaggini. E da persona assolutamente concreta ed estremamente preparata a livello tecnico quale era, in campo scientifico nessuno avrebbe mai potuto ingannarlo. Meno che mai qualsiasi “guru” da strapazzo.
Sentirsi dunque dire che anch’egli aveva finito col condividere la realtà di incontri assolutamente “normali” con “infiltrati” extraterrestri non dissimili da noi ed in mezzo a noi grazie ad Amicizia avrebbe potuto essere inaccettabile per molti. Ma non per un amico personale come me ben consapevole del suo profondo equilibrio interiore e del fatto che una testimonianza come la sua non può essere ignorata.
Mentre Amicizia entrava in crisi interna e si dissolveva in silenzio, il nostro rapporto si consolidava. Altri, nel CUN stesso, non nascondevano la loro incredulità per i rari ma esaurienti rapporti forniti da Stefano sull’andamento di tale organizzazione. Certe cose, più che mai allora, non potevano che essere per pochi. E così tutta la storia di Amicizia continuò a rimanere nell’ombra. Io fui in seguito l’unico ad accennarvi quanto bastava in un mio libro nella collana degli Oscar Mondadori, UFO: SCACCHIERE ITALIA. Ma senza reazioni concrete. Vi fu solo chi mi chiese di non fare nomi e cognomi. Oggi la legge sulla privacy lo impedirebbe comunque.
Pur manifestando all’esterno e mantenendo vivi i suoi interessi ufologici, Stefano si tenne necessariamente tutto o quasi per se. E come accadde anche a me, lo prese poi la vita, la famiglia, il lavoro. Oltre che un buon marito e padre, divenne un tecnico d’eccezione, un buon manager e infine un dirigente della Telecom con mansioni di altissima responsabilità in Italia come pure all’estero (anche al di là della Cortina di Ferro e addirittura in Siberia) e perfino un brillante docente universitario all’ateneo dell’Aquila. Qualcuno potrebbe in effetti ritenere sorprendente che uno col suo curriculum avesse a che fare con la “assurda” storia degli alieni di Amicizia. Ma non lo è affatto. A Padova, per esempio, un altro docente universitario a lui ben noto vi era infatti coinvolto. Quando di tanto in tanto gli facevo notare che forse le sue esperienze sarebbero state da condividere con altri, Stefano manifestava i suoi forti dubbi, nel senso che nessuno, diceva, ci avrebbe creduto. Nondimeno aveva cominciato a raccogliere le idee e a redigere appunti. “Un giorno forse, diventeranno un libro. Ma sarà scritto solo per me”. E così fu. E solo la mia tenacia nello spingerlo a condividere le sue esperienze valse infine a indurlo a pubblicarlo. Dapprima pensava di firmarlo con uno pseudonimo. Poi, però, il suo pensionamento fece sviluppare in lui l’idea che tanto non c’era proprio nulla da perdere. Una invidiabile carriera professionale ed accademica alle spalle, i figli ormai maggiorenni e sistemati, il divorzio, una nuova compagna dopo questa spiacevole esperienza. Tutto ciò gli permetteva di dire “chi se ne frega?”, e di vuotare il sacco. E così, convinto infine da me, il libro prese corpo e fu pubblicato dalle edizioni Nexus: CONTATTISMI DI MASSA. E col suo nome. E’ stata una decisione non già incosciente o tanto meno autolesionista, bensì meditata e quasi eroica. “In fondo uno col mio curriculum è credibile” diceva. “Chiunque altro, più che mai se sotto pseudonimo, non lo sarebbe di certo”…
Uno scopo era anche indurre altri che avevano avuto la stessa sua esperienza a venire allo scoperto. Ma non servì a molto. Solo Gaspare De Lama e sua moglie da un lato e Paolo Di Girolamo dall’altro accettarono di esporsi. Altri – e io ne conosco – pavidamente tacquero. Perché, in età avanzata, mettersi in discussione con la gente e dover convincere il prossimo di esperienze esaltanti ma assolutamente personali? E così il silenzio non è stato ancora rotto.
Stefano – come anche chi scrive – ne fu deluso. E dagli scettici avrebbe voluto essere magari attaccato, per replicare ad hoc. Invece tutti zitti…
Ma si sa, il silenzio è di chi sa di non poter prevalere con certi avversari. E con un Breccia non la si poteva spuntare.
Così mise mano ad un secondo volume per non sentirsi magari accusare poi da qualcuno di avere omesso qualcosa. E come nel primo caso, mi chiese di scriverne la prefazione. Ora, purtroppo, questo volume (se uscirà) vedrà la luce postumo.
Stefano ci mancherà. E tanto. Ci mancheranno le sue battutine salaci e fulminanti, le sue occhiate complici, la sua grande preparazione tecnica, la sua consumata abilità di scacchista, la sua quasi serafica pacatezza ed il suo sorriso aperto, giovanile e un po’ triste. E anche le sue cameratesche pacche sulle spalle ed il suo allegro e fraterno abbraccio quando ogni tanto ci vedevamo. Adesso non è più con noi.
Nella malattia abbiamo cercato di stargli vicino via e-mail dal momento che non poteva più parlare, aderendo alle sue richieste, e oggi per lui non possiamo fare di più. Alcune cose, però, vanno ora assolutamente impedite.
Bisogna infatti evitare che imbecilli ignoranti e scettici superficiali ne infanghino vigliaccamente la memoria ora che non c’è più per potersi difendere; e non bisogna consentire che quanto ha detto e scritto sia manipolato, travisato o strumentalizzato per interessi vari; è indispensabile infine fare sì che la sua memoria sia valorizzata e non già dimenticata anche se in fondo piuttosto “scomoda”.
Nè il CUN né Roberto Pinotti intendono indire crociate a difesa di Stefano Breccia. Perché egli non ne ha alcun bisogno, in effetti. Stefano – anche se ha avute certe esperienze – non è in realtà un “contattista”, ma solo un onesto testimone di cose più grandi di lui e di noi. Cose successe e che continuano a succedere, e di cui l’esperienza riduttiva, limitata e in parte fallace di Amicizia costituisce solo la punta dell’iceberg.
Grazie, Stefano. Hai fatto un buon lavoro e un giorno qualcuno lo dovrà riconoscere.
A tempo debito.
Quando a suo tempo Stefano, cedendo infine ai miei ripetuti stimoli, si è deciso a sollevare il coperchio sulla scomoda e pressoché ignota (salvo a pochissimi) storia di Amicizia redigendo con coraggio lo sconcertante testo del suo CONTATTISMI DI MASSA, ero ben certo non solo che non avrebbe mai potuto dire tutto su una faccenda tanto complessa; ma anche che il suo libro avrebbe finito con l’innescare un processo virtuoso di graduale “outing” tale da fare emergere ulteriori dati ed elementi da parte di protagonisti della vicenda ancora in vita. I fatti hanno poi dimostrato che avevo ragione ma anche torto. Ragione perché accanto ai citati Gaspare De Lama con sua moglie e Paolo Di Girolamo (il quale sempre su mio interessamento ha poi pubblicato il suo NOI E LORO a complemento del libro di Stefano) si è in effetti poi manifestato anche qualche altro “superstite” desideroso di rifarsi vivo. E’ stato ad esempio il caso dell’autore del testo “La storia di ’Amicizia’”che, per il tramite di Nikola Duper, dal sito w56.duper.org sono anche riuscito a fare inserire in appendice nel mio ALIENI: UN INCONTRO ANNUNCIATO (Oscar Mondadori, Milano 2009). Otto belle pagine fitte e firmate da “Uno del Giuramento” che al di là dell’anonimato sono comunque importanti per la loro diretta conferma di tutta la storia, ma che tradiscono così pure il timore (forse eccessivo) di esporsi da parte di chi le ha scritte per non crearsi problemi di tipo professionale e sociale. Un timore difficile da superare che ha generato nei silenziosi protagonisti italiani della vicenda rimasti nell’ombra un atteggiamento in bilico fra il desiderio di volersi manifestare e una contraddittoria posizione di attendismo. Ecco dunque perché sotto questo profilo ho anche avuto torto. Infatti nel frattempo di tempo ne è trascorso. E così ecco ad esempio l’Avv. Franco Saija di Torino passare a miglior vita prima di poter dire la sua anch’egli com’era sua intenzione. Peccato. Altri, da un E.B. ad un B.G., dalle loro rispettive abitazioni di Milano e di Roma mi hanno confermato invece la loro intenzione di voler continuare a tacere, almeno per ora. Il che è legittimo. Anche perché in fondo per loro la storia è chiusa.
Ma lo è poi davvero?
In effetti la risposta è no. Certo, la storia si è formalmente conclusa e ben prima della morte di Bruno Sammaciccia, ma in effetti non è poi necessariamente così. Perché tutto fa pensare che gli “infiltrati” alieni di Amicizia, constatato l’abortire progressivo della loro esperienza in Italia fra gli anni Cinquanta e Settanta con tanto di graduale decadimento della “uredda” nel gruppo, non se ne siano affatto andati come annunciato a seguito del preteso contrasto W56-CTR, ma abbiano piuttosto volutamente ed unilateralmente interrotto i rapporti con i loro più stretti collaboratori di un tempo in questo Paese, avviando nel contempo altre esperienze altrove, con interlocutori con ogni probabilità maggiormente affidabili. Perché il problema alla fine siamo e restiamo noi, e non “Loro”. Noi, con i nostri limiti tali da mettere talvolta in difficoltà noi e “Loro”. Così ecco che ad esempio emerge un successivo ed insospettato replicarsi della situazione pescarese in Sud America, e probabilmente non solo. Una circostanza significativa che potrebbe facilmente portare a conclusioni deludenti e anche fuorvianti, quali ad esempio quella secondo cui i partners umani sarebbero stati da “Loro” in qualche modo “scaricati” per non dire ingannati.
Però non è così semplice. Si ricordi che anche da noi se a livello strategico si decide di azzerare una situazione con una unità operativa che lascia a desiderare e va dunque sacrificata i rapporti individuali con i pur più validi e virtuosi suoi componenti devono ugualmente venire meno. E nessun buon militare considererebbe ciò un “tradimento”. Anche perché noi e “Loro” non siamo affatto, piaccia a no, sullo stesso piano. Per cui è legittimo e anzi scontato che per scompaginare definitivamente le carte siano assunti nei confronti di chi non si rassegnasse a vedere archiviato ogni rapporto dei comportamenti contraddittori e anche apparentemente illogici.
Il che non autorizza peraltro “chiavi di lettura” in negativo o superficialmente riduttive, in linea con una visione puramente manichea della situazione in cui forse la stessa presentazione del “confronto” W56-CTR potrebbe in fondo essere almeno in parte fittizia, ma nondimeno necessaria e funzionale alla nostra semplicistica visione della realtà: buoni e cattivi, bianco e nero, positivo e negativo…
Agli scolari delle Elementari non si può indubbiamente parlare come a degli studenti universitari. E poi va ricordato che in effetti la realtà vera è costituita in concreto da molteplici gradazioni di grigio.
Comunque, di fronte ad una prospettiva cosmica i nostri comportamenti sfumano e si perdono, lasciando il passo a componenti etiche forse ben più importanti del nostro pur legittimo anelare alla conoscenza e alla tecnologia: l’amore, la lealtà, la serena comprensione dei limiti nostri e degli altri. Tutti elementi sui quali avremmo potuto costruire da tempo un mondo migliore, e che “Loro” nell’archiviata esperienza di Amicizia hanno sempre invitato a valorizzare. Riuscirci non è certo facile. Ma quanti come un Gaspare De Lama e sua moglie Mirella ci sono perfettamente riusciti con serenità e senza alcun rimpianto hanno certo tratto dall’accaduto la migliore delle lezioni, tesaurizzandola oltre la fallace frontiera dell’ego e diventando migliori. Non a tutti riesce.
Una volta mi è stato detto, giustamente, che gli amici veri vanno presi ed accettati per quello che sono oltre ogni loro difetto. E’ giusto. E ciò è quanto in effetti “Loro” hanno fatto e continuano a fare nei nostri confronti, oltre ogni nostra deludente manifestazione tipica di allievi velleitari ma ancora mediocri. Si ricordi infine che Amicizia è stato solo una delle esperienze di “contattismi di massa” finora innescate, e che anche altre, come ad esempio quella ben nota del “caso Ummo”, sono state in precedenza archiviate.
Coraggio, un giorno forse non troppo lontano sapremo interagire meglio con “Loro” e così il nostro rapporto con gli “infiltrati” da sempre operanti silenziosamente sulla Terra (gli stessi che alcuni esoteristi hanno in passato definito con termini suggestivi ma significativi quali “Gerarchia Occulta” ovvero “Superiori Sconosciuti”) non avrà più i necessari limiti di oggi…
Stefano Breccia, adesso, ha tutte le possibili risposte.


Roberto Pinotti
Past President e Segretario Generale del Centro Ufologico Nazionale (CUN)

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03/03/2012 13:08


Voglio chiudere questo ricordo con una foto di noi due inieme, che ridiamo fraternamente. E' così che ti voglio ricordare...


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Post: 311
Città: RIMINI
Età: 62
Sesso: Maschile
03/03/2012 22:48

Con grande tristezza e vivo ricordo mi unisco a questo coro unanime.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Una volta andai a prenderlo alla stazione di Rimini per accompagnarlo al convegno di San Marino e si mise a parlare delle sue esperienze con tale naturalezza e sicurezza come se parlasse di cose normali. Ne rimasi stupito e mi convinsi della sua sincerità. Ingegnere come me e soprattutto professore universitario. Quindi persona razionale e credibile..buon viaggio Stefano.
- - - - - - - - - - - - - - - -
Ing. Massimo Angelucci
Coordinatore Scientifico C.U.N.
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Post: 14
Città: PESCARA
Età: 46
Sesso: Maschile
03/03/2012 23:45

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Post: 1.252
Sesso: Maschile
04/03/2012 13:47

Mi unisco al dolore per la scomparsa [SM=g8290]

Socio CUN Roma

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Post: 4
Età: 64
Sesso: Maschile
16/05/2012 05:46

Che triste notizia
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